L’addio

Sinisa Mihajlovic, l’ultimo saluto commosso all’uomo e allo sportivo

Alla camera ardente, l’omaggio silenzioso di chi ricorda la lotta dell’ex calciatore contro la malattia. La figlia cita Montale. Domani i funerali a Roma

Sinisa Mihajlovic, l’ultimo saluto commosso all’uomo e allo sportivo

"È stato un guerriero che ha lottato fino alla fine. Ha avuto il coraggio di affrontare la vita che amava sopra ogni cosa, nonostante una malattia che non conosceva. Si è affidato ai medici e ha avuto il coraggio di lottare". Così Francesca Bonifazi, medico del Sant’Orsola, la dottoressa che ha avuto in cura Sinisa Mihajlovic, ha descritto all’Agi la dura battaglia combattuta dall’ex calciatore, allenatore e soprattutto uomo Mihajolovic. "Sinisa ha dato molto coraggio anche agli altri pazienti – ricorda Bonifazi  - che hanno provato un senso di comunanza nel vedere come ha affrontato la malattia e anche la recidiva".

Anche dalla figlia sono arrivate parole piene di affetto, in queste ore in cui è rimasta aperta la camera ardente a Roma, prima dei funerali di domani, sempre nella Capitale. Viktorija Mihajlovic, infatti, ha citato i versi di Eugenio Montale per ricordare il padre scomparso nella giornata di venerdì: "Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto a ogni gradino".

 

Dalla camera ardente ai funerali

I funerali di Sinisa Mihajlovic, fino al 6 settembre scorso allenatore del Bologna e morto in una clinica di Roma a 53 anni, si svolgeranno lunedì alle ore 11:00 presso la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Piazza Esedra.

Nella Capitale, intanto, è stata allestita la camera ardente in Campidoglio.

 

Il cordoglio della famiglia e dei tifosi

Moltissimi i messaggi che sono giunti alla famiglia di Mihajolov nelle scorse ore e che continuano ad arrivare. La moglie Arianna ha espresso il suo dolore sui social e lo stesso hanno fatto due dei loro figli, Viktorija e Virginia: "Il mio cuore oggi è spezzato, in frantumi", ha scritto la 23enne che poco più di un anno fa aveva reso nonno l’ex calciatore, con la nascita della nipotina Violante.

 

Dall’aggravamento della malattia alla scomparsa

Lo scorso marzo Mihajlovic aveva annunciato, durante una conferenza stampa, di doversi sottoporre a un nuovo ciclo di cure per una recidiva. La malattia era comparsa la prima volta nel 2019 e il 13 luglio di quell’anno Mihajlovic annunciò pubblicamente di avere una leucemia mieloide acuta e di doversi sottoporre a cure immediate.

A settembre era stato esonerato dal Bologna, che però come squadra gli è sempre rimasta vicina.

 

La storia con la moglie, durata oltre 25 anni

Campione in campo, ma anche marito vicino da sempre alla moglie, Arianna Rapaccioni, e alla famiglia. L’amore con la showgirl era nato a metà del 1995 e non si era mai indebolito, anzi dopo la nascita di due figli era più forte che mai. "Dopo quasi 25 anni di matrimonio e cinque figli so che le devo tutto: se non ci fosse stata lei accanto a me durante la mia battaglia contro la leucemia, non ce l’avrei fatta" confidò Mihajlovic nel 2020 in occasione dell'uscita della sua autobiografia, La partita della vita. "Il primo mese che sono stato insieme a mia moglie non l'ho neanche sfiorata con un dito. M’ero innamorato, non volevo che pensasse che stessi con lei solo per il sesso", scriveva. Oltre alle due figlie, Viktorija e Virginia, l'ex allenatore aveva altri tre figli, Miroslav, Dushan, Nicholas, nati da una precedente relazione.

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