Le perplessità sul testo

Milleproroghe e balneari, Mattarella firma il decreto con riserva

Il Capo dello Stato scrive ai presidenti delle Camere e al premier Giorgia Meloni per evidenziare come sulla norma siano indispensabili nuove iniziative

Milleproroghe e balneari, Mattarella firma il decreto con riserva

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato il decreto legge Milleproroghe per non far saltare tutti i provvedimenti contenuti, ma ha espresso diverse perplessità sul testo scrivendo una lettera ai presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, e al premier, Giorgia Meloni. "Il testo del decreto-legge contiene, in seguito all'esame parlamentare, 205 commi aggiuntivi rispetto ai 149 originari", ha evidenziato il Capo dello Stato, che parla anche di provvedimenti che, quando si "smarrisce la ratio unificatrice" diventano "decreti-legge omnibus del tutto disomogenei".

Le disposizioni del decreto-legge e della legge di conversione, oltre a contrastare le sentenze del Consiglio di Stato, sono difformi anche dal diritto dell’Unione europea, anche in considerazione degli impegni in termini di apertura al mercato assunti dall’Italia nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.  

 

Mattarella e le norme sui balneari

"Su norme balneari indispensabili nuove iniziative”. Così Mattarella nella lettera inviata ai presidenti delle Camere in cui ha sottolineato - riguardo alle norme sui balneari - la necessità ineludibile di "ulteriori iniziative di governo e Parlamento" per correggere le norme che in ogni caso si presterebbero a contenziosi e probabili impugnazioni con l'Ue, il Consiglio di Stato, enti locali. 

"Sarà infatti necessario assicurare l'applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti - ha aggiunto Mattarella -, in conformità con il diritto dell'Unione, nonché garantire la certezza del diritto e l'uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati che operano in tale ambito".

L’esame della legge di conversione del decreto-legge in questione ha fatto dunque emergere molteplici profili critici, dei quali il più evidente è rappresentato dai ricordati emendamenti relativi alle concessioni demaniali, che potrebbero giustificare l’esercizio della facoltà attribuita al presidente della Repubblica dall’articolo 74 della Costituzione.

 

Le critiche al decreto Milleproroghe

Mattarella scrive che le modifiche apportate a tre articoli del decreto-legge e all’articolo 1 della legge di conversione, modificano in misura rilevante il quadro normativo sopra delineato.

In particolare il Presidente fa riferimento:

- alla proroga delle concessioni demaniali dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024;

-  alla proroga della scadenza dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025, entro la quale l’autorità competente può posticipare ulteriormente l’efficacia delle concessioni e dei rapporti in essere con atto motivato da ragioni oggettive. 

- all'efficacia delle concessioni e i rapporti che rimangono in essere fino alla data di rilascio dei nuovi provvedimenti concessori e fino all’adozione dei decreti legislativi attuativi della delega in materia di affidamento delle concessioni (in scadenza il 27 febbraio prossimo) è fatto comunque divieto agli enti concedenti di procedere all’emanazione dei bandi di assegnazione delle concessioni. Con l’effetto di creare ulteriore incertezza considerato che la delega in questione verrà meno fra tre giorni.

- alla possibilità consentita a concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali di mantenere i manufatti amovibili fino al 31 dicembre 2023, con possibili casi di interferenza anche con provvedimenti giudiziari di demolizione in corso.

 

Un ulteriore elemento problematico è legato al fatto che, alla luce delle pronunce dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato che ha ritenuto “senza effetto perché in contrasto con l’ordinamento dell’unione europea” “qualsiasi ulteriore eventuale proroga che dovesse nel frattempo intervenire”, gli enti concedenti potrebbero ritenersi comunque legittimati a disapplicare le norme in contrasto con il diritto europeo e a indire le gare, mentre i controinteressati potrebbero essere indotti ad impugnare eventuali provvedimenti di proroga delle concessioni, alimentando ulteriormente il contenzioso.

 

Fonti Chigi: massima attenzione dopo richiami Capo Stato. Rispetto alla norma che formalmente è in vigore, quanto richiamato dal Capo dello Stato meriterà attenzione e approfondimento da parte del governo nel confronto con le forze parlamentari. Così fonti di Palazzo Chigi.

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