Il 370esimo giorno di guerra

Usa-Cina-Russia, le tensioni geopolitiche alimentano il conflitto

Scambio di accuse tra le tre super potenze e gli alleati di Kiev mentre sul campo di battaglia di Bakhmut, la situazione “è sempre più difficile”

Usa-Cina-Russia, le tensioni geopolitiche alimentano il conflitto

La guerra in Ucraina giunge al suo 370esimo giorno mentre continua l’assalto russo per la conquista della città Bakhmut, nell'Ucraina orientale, la località strategica della regione di Donetsk circondata dai russi da diverse settimane. La situazione "è sempre più difficile" ha ammesso il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. "Il nemico distrugge costantemente tutto ciò che può essere utilizzato per proteggere le nostre posizioni, per ottenere un punto d'appoggio e garantire la difesa” ha dichiarato Zelensky. Nonostante le perdite significative, "il nemico ha lanciato le unità d'assalto più preparate del (Gruppo) Wagner, che stanno cercando di sfondare le difese delle nostre truppe e di circondare la città" ha detto su Telegram il comandante delle forze di terra ucraine, generale Oleksandr Syrskyi.

 

Poi la precisazione del segretario del Comitato per la sicurezza nazionale, Roman Kostenko, che sottolineando come la decisione finale su Bakhmut sarà presa dalla leadership militare, ha affermato che "non è ancora circondata dalle truppe nemiche". "Se ci ritiriamo da ogni insediamento sotto tale minaccia, possiamo perdere molto” ha aggiunto. “In primo luogo, Bakhmut è il nostro territorio e, in secondo luogo, Bakhmut non è ancora circondata. E se ci arrendiamo in ogni città solo quando l'accerchiamento è minacciato, possiamo perdere molto. Dobbiamo combattere fino alla fine e spremere tutto ciò che possiamo".

 

Mosca accusa: Usa e alleati preparano provocazione con agenti chimici tossici

Sul campo di battaglia è sicuro dunque che gli scontri continueranno, come continueranno le accuse tra la Russia e gli Usa. L'ultima in ordine di tempo quella in cui gli Stati Uniti e i suoi alleati starebbero preparando una provocazione con agenti chimici tossici in Ucraina. Mosca ha assicurato che una partita di queste sostanze è arrivata il 10 febbraio a Kramatorsk, la principale roccaforte ucraina nella regione di Donetsk, annessa da Mosca lo scorso 30 settembre. Secondo il comandante delle forze di protezione chimica e biologica della Difesa di Mosca, Igor Kirilov, i preparativi per questa provocazione "procedono a pieno ritmo”.

 

Lukashenko in Cina

Dal punto di vista di politica estera, prosegue anche il lavoro di Mosca in Cina, e stavolta lo fa con la visita del presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin, a Pechino. Oggi Lukashenko arriverà nella capitale cinese per una visita di Stato di tre giorni, che arriva in un momento di forti tensioni geopolitiche per l'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe russe.

 

La Cina afferma che la visita è una "opportunità per promuovere l'ulteriore sviluppo della cooperazione a tutto tondo tra i due Paesi", ma giunge in un momento in cui crescono le preoccupazioni che la Cina stia prendendo in considerazione l'ipotesi di fornire assistenza militare alla Russia, cosa che, secondo le autorità degli Stati Uniti, comporterebbe gravi conseguenze. 

 

Pechino definisce le accuse di Washington come una campagna diffamatoria, affermando di essere impegnata a promuovere i colloqui di pace e accusando gli Usa e i suoi alleati di aver alimentato il conflitto fornendo all'Ucraina armi difensive. "Gli Stati Uniti non hanno il diritto di puntare il dito sulle relazioni tra Cina e Russia. Non accetteremo in alcun modo le pressioni e le coercizioni statunitensi", ha dichiarato ieri la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, durante il briefing quotidiano.

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