Gli occupabili e non

Mia 2023, come funziona la nuova Misura di inclusione attiva di Meloni

Il sostegno al reddito che sostituisce il Reddito di Cittadinanza arriverà a settembre con nuovi requisiti, beneficiari, Isee, controlli e offerte congrue

Mia 2023, come funziona la nuova Misura di inclusione attiva di Meloni

Cambia il Reddito di cittadinanza. Il governo Meloni è pronto a varare il nuovo provvedimento che cambierà pelle alla misura cardine del Movimento 5 stelle, trasformandola in Mia, "Misura di inclusione attiva". A cambiare però non sarà solo il nome ma l’intera struttura con cui è stato concepito il sostegno. Saranno introdotti una nuova durata della misura e la divisione in due categorie della platea di beneficiari con quote a scalare: occupabili e famiglie povere senza possibilità di lavorare

Per gli occupabili il tetto massimo di sussidio sarà di 375 euro mentre per le seconde l'importo base sarà di 500 euro. La misura dovrebbe arrivare presto in consiglio dei ministri ed essere attiva già a settembre.

 

A chi spetta la Mia 2023: i nuovi beneficiari

Secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, il nuovo sostegno di Misura di Inclusione, in linea con quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023, avrà una platea di beneficiari distinta in due categorie:

  • famiglie povere senza persone occupabili: con almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile. 

  • famiglie con occupabili: dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età. 

In pratica, per gli occupabili, che al momento sono circa 300 mila nuclei monofamiliari + 100 mila nuclei con più membri, che beneficiano ora nel 2023 del Reddito di Cittadinanza per un massimo di 7 mesi, e comunque non oltre il 31 dicembre, una volta scaduta la prestazione dovranno presentare la domanda per la nuova Mia, che avrà però un importo e una durata inferiori rispetto all'attule RdC.

 

Gli importi

La riforma che cancellerà il reddito di Cittadinanza intoducendo la Mia, prevede per le famiglie povere la continuazione del sussidio, il cui importo base (per un single) dovrebbe rimanere intorno ai 500 euro al mese, come nel RdC. Mentre è ancora in discussione sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto. Il Reddito prevede fino a 280 euro al mese. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata in  base al numero dei componenti del nucleo familiare. Ma la stretta maggiore per durata e importo colpirà gli occupabili, per loro, sarebbe garantita una base di 375 euro. 

 

La durata della Mia 

Stretta in arrivo anche per la durata del sostegno. La Mia per le famiglie povere non occupabili durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi (come ora il Reddito), mentre per gli occupabili non più di un anno.

Il governo Meloni lavora però anche all'ipotesi del "decalage" avanzata nel mesi scorsi dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. E prevede una riduzione della durata, ogni volta che si chiede nuovamente il sussidio.

Per le famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi, con una pausa di almeno un mese.

Per i nuclei con persone occupabili, invece, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. 

 

Il tetto ISEE ridotto

Un'ulteriore stretta arriva anche sul fronte Isee. Secondo le anticipazioni (ancora da confermare) il tetto ISEE per aver diritto alla nuova Misura di inclusione attiva dovrebbe scendere dagli attuali 9.360 euro previsti con il Reddito di cittadinanza a un massimo di 7.200 euro. Sarà però migliorata la scala di equivalenza, che fa aumentare l’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia.

 

Dopo la domanda

Una volta presentata la domanda Mia, per via telematica, la prestazione sarà riconosciuta solo dopo che saranno stati fatti i controlli incrociati sul possesso dei requisiti (reddito, patrimonio, veicoli, ecc).

I nuclei familiari senza occupabili saranno indirizzati ai Comuni per i percorsi di inclusione sociale;

I nuclei familiari con occupabili saranno avviati ai centri per l’impiego dove, come condizione per ottenere la Mia, dovranno sottoscrivere un patto personalizzato. Saranno attivate anche le agenzie private del lavoro alle quali sarà riconosciuto un incentivo per ogni persona occupabile per la quale riusciranno a ottenere un contratto, anche a termine o part time.

 

L'offerta congrua non può essere rifiutata 

Per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà creata una piattaforma nazionale sotto la regia del ministero del Lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro.

Sarà sufficiente rifiutare un'offerta congrua per decadere dalla prestazione.

L’offerta verrà ritenuta congrua se in linea con la profilazione della persona occupabile e se la sede di lavoro sarà nell’ambito della provincia di residenza del beneficiario o delle province confinanti (una formulazione, spiegano i tecnici, necessaria perché a volte Comuni di province diverse dalla propria sono più vicini al Comune di residenza). Saranno ritenute congrue anche le offerte di contratti brevi, purché superiori a 30 giorni. 

 

I controlli 

Con la riforma saranno riviste le norme sui controlli, sulla decadenza dal beneficio per chi non rispetta gli impegni previsti dai patti di inserimento al lavoro o di inclusione sociale, e quelle sui reati per chi dichiara il falso o lavora in nero pur prendendo il sussidio. 

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