Corte Penale Internazionale dell’Aja

Da meno di 24 ore pende su Putin un mandato di arresto internazionale

Deportazione e trasferimento illegale di oltre 16mila bambini ucraini in Russia, l’incriminazione della CPI per il capo del Cremlino e la Lvova-Belova

Da meno di 24 ore pende su Putin un mandato di arresto internazionale

Da meno di 24 ore sul presidente della Federazione Russa Vladimir Putin pende un mandato d’arresto internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja perché ritenuto dalla CPI “responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell'Ucraina alla Russia". 

Oltre al capo del Cremlino, c’è anche un altro mandato di arresto quello spiccato a nome di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso Mosca. I reati sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022.

 

Da un punto di vista politico, il mandato di arresto è uno schiaffo morale allo stesso Putin, da ieri, ufficialmente annoverato nella lista di tiranni e capi di Stato e governo accusati di crimini di guerra dentro e fuori i confini dei loro Paesi al pari del libico Gheddafi e al sudanese Bashir finiti entrambi nel mirino della Corte dell'Aia.

 

Secondo l'ex procuratrice dell'Aia Carla Del Ponte per Putin d'ora in poi sarà molto difficile presenziare a qualsiasi vertice internazionale: "Da oggi la sua vita da capo dello Stato diventa difficile. Gli sarà inibito qualsiasi vertice internazionale. È innegabile che la richiesta di arresto incrina irrimediabilmente la sua immagine pubblica. Oggi in Russia lui è il presidente, ma è chiaro che i gravissimi reati che gli vengono contestati possono giocare anche politicamente contro di lui".

 

Il mandato di arresto di Putin

"Vi sono fondati motivi per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale per i suddetti crimini, per averli commessi direttamente, insieme ad altri e/o per interposta persona, e per il suo mancato controllo sui subordinati civili e militari che hanno commesso quegli atti", si legge nel comunicato della CPI a seguito dei mandati di cattura emessi dalla II Camera preliminare dopo le istanze di accusa presentate il 22 febbraio 2023, a un anno esatto dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina, e di averli fin qui tenuti "segreti al fine di proteggere vittime e testimoni e anche per salvaguardare le indagini".

"Tuttavia - spiega la Corte -, consapevole che le condotte contestate nella fattispecie sarebbero ancora in corso, e che la conoscenza pubblica dei mandati può contribuire a prevenire l'ulteriore commissione di reati, la Camera ha ritenuto che sia nell'interesse della giustizia autorizzare la Cancelleria a rendere pubblica l'esistenza di questi mandati, il nome degli indagati, i reati per i quali i mandati sono stati emessi e le modalità di responsabilità stabilite dalla Camera”.

 

Le replica del Cremlino

Immediata la replica del Cremlino che afferma che il mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il presidente Vladimir Putin per crimini di guerra in Ucraina "non ha alcun valore legale", perché la Russia non riconosce questo tribunale. "La Russia, come un certo numero di Stati, non riconosce la giurisdizione di questo tribunale, quindi, dal punto di vista del diritto, le decisioni di questo tribunale sono nulle", ha spiegato il portavoce del presidente russo, Dmitri Peskov.

 

In un tweet l'ex presidente russo Dmitri Medvedev a commentato il mandato di arresto per Putin, postando il simbolo della carta igienica e correndandolo con le seguente frase "La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d'arresto contro Vladimir Putin. Non c'è bisogno di spiegare DOVE dovrebbe essere usato questo documento".

 

"Continuiamo a lavorare". Ha dichiarato invece Maria Alekseyevna Lvova-Belova, la commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino sulla quale pende anche per lei il mandato d'arresto della CPI, in riferimento all'accusa di trasferimento forzato di bambini ucraini. Vengono circondati "da persone affettuose" - sostiene Lvova-Belova all'agenzia Ria Novosti aggiungendo anche- "È bello che la comunità internazionale abbia apprezzato il lavoro per aiutare i bambini del nostro paese: il fatto che non li lasciamo nelle zone di guerra, che li portiamo fuori, che creiamo buone condizioni per loro, che li circondiamo di persone affettuose che si occupano di loro".

 

Oltre 16mila bambini ucraini deportati in Russia

Secondo Kiev ad oggi sarebbero 16.221 i bambini ucraini portati forzosamente e illegalmente in Russia. Tale deportazione, secondo quanto stabilito dalla Commissione d'inchiesta Onu sull'Ucraina, equivale ad un crimine di guerra.

"Gli incidenti identificati dal mio Ufficio includono la deportazione di almeno centinaia di bambini prelevati da orfanotrofi e case di accoglienza per bambini. Molti di questi bambini, secondo noi, sono stati dati in adozione nella Federazione Russa". È quanto dichiara in uno statement il procuratore della Cpi Karim Khan.

"La legge è stata modificata nella Federazione Russa, attraverso decreti presidenziali emanati dal Presidente Putin, per accelerare il conferimento della cittadinanza russa, rendendo più facile l'adozione da parte di famiglie russe. Il mio Ufficio sostiene che questi atti, tra gli altri, dimostrano l'intenzione di allontanare definitivamente questi bambini dal loro Paese. Al momento di queste deportazioni, i bambini ucraini erano persone protette dalla Quarta Convenzione di Ginevra", spiega Khan aggiungendo: "Nella nostra richiesta abbiamo anche sottolineato che la maggior parte degli atti di questo schema di deportazione sono stati effettuati nel contesto degli atti di aggressione commessi dalle forze militari russe contro la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, iniziati nel 2014".

 

Il commento dell'Ucraina

"Sarebbe impossibile portare a termine un'operazione cosi' criminale" come la deportazione di migliaia di bambini ucraini in territorio russo, "senza l'ordine del massimo leader di questo Stato terrorista". Ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Separare i bambini dalle loro famiglie, privarli di ogni possibilità di contattare i loro parenti, nasconderli in territorio russo e disperderli in regioni remote: tutto questo è ovviamente una politica statale, una decisione statale, malvagità statale che inizia proprio con il funzionario più alto in grado di questo Stato", ha detto Zelensky in un video messaggio su Telegram.

 

"Una decisione storica". Così il procuratore generale dell'Ucraina, Andrij Kostin, ha commentato su Twitter il mandato d'arresto emanato dalla Corte penale internazionale contro il presidente russo Vladimir Putin. "Sono personalmente grato al procuratore della Cpi Karim Khan per questa storica decisione. Continuiamo la stretta collaborazione con la Cpi nei casi di deportazione forzata di bambini ucraini. Oltre 40 volumi di fascicoli, più di 1.000 pagine di prove già condivise con la Corte", ha scritto su Twitter.

 

"Il mondo è cambiato. La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per lo stratega Putin. È un chiaro segnale per le élite russe di ciò che accadrà loro e perché non sarà come prima. È l'inizio della fine della Federazione russa nella sua forma attuale sulla scena mondiale. È una chiara procedura legale. Aspettate". Ha scritto il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak.

 

"Le ruote della giustizia stanno girando: plaudo alla decisione della Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova per il trasferimento forzato di bambini ucraini. I criminali internazionali saranno ritenuti responsabili del furto di bambini e di altri crimini internazionali". Ha commentato la notizia il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

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