il 393esimo giorno di guerra

“L’Occidente porterà l’umanità sull’orlo di un Armageddon nucleare”

Prosegue la feroce reazione di Mosca all’invio di proiettili all’uranio impoverito a Kiev. Medvedev sull’arresto di Putin: una “dichiarazione di guerra”

“L’Occidente porterà l’umanità sull’orlo di un Armageddon nucleare”

La guerra in Ucraina giunge oggi al 393esimo giorno. Il clima a livello geopolitico è parecchio teso dopo la rivelazione che il governo UK di Sunak sarebbe pronto a consegnare oltre ai carri armati, anche proiettili all’uranio impoverito a Kiev. Un annuncio che ha scatenato una feroce reazione di Mosca. "I Paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti hanno deciso di portare l'umanità sull'orlo di un Armageddon nucleare": ha detto l'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, rispondendo alle dichiarazioni di alti funzionari statunitensi secondo cui le munizioni all'uranio impoverito sarebbero armi utilizzate da decenni e non presenterebbero alcun rischio elevato. "Le autorità statunitensi hanno raggiunto un nuovo minimo con le loro dichiarazioni irresponsabili", ha detto Antonov.

 

Sul campo di battaglia

Ma la situazione sul campo di battaglia è ancora più tesa, dopo una serie di raid criminali russi condotti su tutta l’Ucraina con i droni iraniani. Uno di questi lanciato su un edificio residenziale di Zaporizhzhia: "L'Ucraina è stata nuovamente attaccata dalla Russia con droni iraniani. Sono state prese di mira strutture educative; un attacco missilistico è stato lanciato contro un edificio residenziale a Zaporizhzhia. Proprio quando Putin ha espresso la necessità di una "soluzione pacifica" al presidente Xi, la Russia commette nuovamente crimini di guerra". Ha scritto in un tweet l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

 

L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) è allarmata dalla continua disconnessione dell'ultima linea elettrica di riserva rimasta nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina. L'ultima linea elettrica di riserva da 330 kilovolt è stata danneggiata il 1° marzo ed è rimasta scollegata e in riparazione, ha dichiarato il capo dell'Aiea Rafael Grossi, aggiungendo che "la sicurezza nucleare della ZNPP rimane in uno stato precario".

"Chiedo ancora una volta un impegno di tutte le parti per garantire la sicurezza nucleare e la protezione della centrale"

 

In Russia

Intanto in Russia un eventuale e quantomeno remoto arresto di Vladimir Putin condannato dalla CPI dell’Aja per crimini di guerra, la motivazione è la deportazione e trasferimento illegittimo perpetrato da Mosca di oltre 16mila bambini ucraini, diventerebbe un casus belli. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. "Immaginiamo - ovviamente questa è una situazione che non si verificherà mai - ma immaginiamo che accada effettivamente. Un presidente in carica di una potenza nucleare viene, per esempio, in Germania, e viene arrestato. Cosa sarebbe questo? Una dichiarazione di guerra contro la Federazione Russa! In questo caso, tutti i nostri mezzi volerebbero al Bundestag, all'ufficio del Cancelliere e così via". 

 

Ma l’attacco di Medvedev verso i sostenitori di Kiev continua: "Il desiderio dell'Occidente è molto semplice: destabilizzare la situazione politica, dividere il Paese in parti, abbastanza grandi, negoziare con ognuna di queste parti, denuclearizzarla e smilitarizzarla". Secondo Medvedev, tali pezzi avrebbero poi anche "la possibilità di entrare a far parte della Nato, soprattutto in termini di divisione della nostra ricchezza nazionale. L'Occidente non vuole alcuna partnership paritaria con noi, perché non ne ha bisogno. Capiscono solo il linguaggio della forza”.

 

In Ucraina

E se Mosca prosegue nella sua propaganda unilaterale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky incontra i militari ucraini al fronte vicino Bakhmut e osserva un momento di silenzio in memoria di coloro che sono caduti in guerra. "Sono onorato di essere qui, nell'est del nostro Paese, nel Donbass, e di premiare i nostri eroi, ringraziarvi, stringere la mano. Grazie per aver protetto lo Stato, la sovranità, l'est dell'Ucraina", ha detto. 

Dopo la visita ha svolto anche un incontro sulla situazione sociale e di sicurezza nella regione di Donetsk. "Ho ascoltato il rapporto del comando militare sullo stato della situazione operativa nella zona di responsabilità del gruppo operativo-tattico Lyman - racconta il presidente ucraino su Telegram - e ho discusso separatamente del ripristino dell'infrastruttura distrutta, garantendo una fornitura ininterrotta di acqua ed elettricità". La battaglia in difesa di Bakhmut continua.

 

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