I retroscena al Senato

Protezione speciale, il lungo braccio di ferro tra Chigi e Lega

Negate e rispedite al mittente a più riprese, le tensioni nella maggioranza sul decreto Cutro si sono palesate ieri a colpi di modifiche e malumori

Protezione speciale, il lungo braccio di ferro tra Chigi e Lega

Che sul decreto Cutro, e intorno al subemndamento a firma dell’azzurro Gasparri, ci fossero delle serie tensioni nella maggioranza di governo era sotto gli occhi. Ma ieri tutte queste spaccature si sono palesate in uno scontro all’ultima modifica tra Lega e Fratelli d’Italia, sotto la vigilanza di Palazzo Chigi costretto ad intervenire a più riprese.

Alla fine di una giornata convulsa, l'emendamento sulla stretta alla protezione speciale per i rifugiati - prima riformulato e poi accantonato - è stato approvato al Senato dopo l'ennesima modifica del testo da parte di Palazzo Chigi, aggiungendo il riferimento al rispetto dei trattati internazionali a cui l'Italia è obbligata.

 

Il braccio di ferro tra Chigi e Lega

Secondo i racconti dei retroscena della giornata al Senato, la Lega avrebbe chiesto e ottenuto di togliere tutti i riferimenti ai trattati internazionali mettendo così in allarme il governo che dopo le interlocuzioni dei giorni scorsi a livello di uffici tra palazzo Chigi e Quirinale sa perfettamente la necessità di non eliminare i riferimenti ai trattati internazionali che il nostro Paese ha firmato in materia per evitare i rischi di incostituzionalità delle nuove misure e che porterebbero il capo dello stato a non poter firmare il provvedimento. A questo punto Palazzo Chigi è costretto ad intervire chiedendo la riformulazione dell'emendamento incriminato per reintrodurre il riferimento a questi trattati con una nuova riformulazione a firma di Maurizio Gasparri in una situazione di grande imbarazzo nella maggioranza con le opposizioni che si sono messe di traverso appellandosi a questioni di forma e regolamentari per questa repentina modifica, tanto da far intervenire nuovamente il governo con la richiesta di accantonare le misure riguardanti la protezione speciale. 

Una impasse che poi Palazzo Madama ha superato approvando l'emendamento riformulato da Gasparri dopo una attenta verifica e la ripulitura del testo.

 

Decreto Cutro e la protezione speciale

Via libera dell'aula del Senato all'emendamento della maggioranza sulla stretta alla protezione speciale dopo il "parere conforme" del sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni.

In base all'emendamento sulla protezione speciale approvato,

- l'articolo 19 esclude "il respingimento o l'espulsione o l'estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all'articolo 5, comma 6". Il primo firmatario Maurizio Gasparri (Fi) ha chiesto di stralciare proprio il passaggio che avrebbe determinato lo stop alla valutazione legata a questi obblighi.

- confermata la stretta sul rilascio della protezione speciale a chi non ha ottenuto la protezione internazionale ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Ridotta al lumicino la possibilità per chi ha ottenuto la protezione speciale di vedersela convertire in permessi di soggiorno per poter lavorare; stop anche per chi è nel nostro Paese a causa di gravi calamità e per cure mediche.

- il permesso di soggiorno poi verrà concesso non più per "grave" calamità ma per calamità "contingente ed eccezionale", e si precisa che sarà rinnovabile (rispetto ai primi sei mesi) solo per ulteriori sei mesi e solo se permarranno le condizioni di "eccezionale" calamità

- ristretta la platea degli stranieri che non possono essere respinti o espulsi per motivi legati a gravi condizioni psicofisiche o patologiche.

- inserita una norma per concedere il permesso di soggiorno alla vittima straniera che venga costretta o indotta a contrarre un matrimonio.

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