Da destra o o da sinistra, a prescindere dal punto di vista che si assume, la Festa della Liberazione del 25 aprile rimane una data gonfia di significato e di peso storico a cui ognuno pensa e dà una propria collocazione. D’altronde siamo nipoti di chi ha combattuto in guerra in nome di Mussolini ma anche di chi ci ha liberato, anche a costo della propria vita, dalla sua dittatura e dall'occupazione straniera; e se è vero che l’Italia è uno dei pochi paesi al mondo che ancora deve farci i conti, la polemica qui da noi continua a tenere banco su tutti i giornali e talk in tv.
Il dibattito politico sulla questione non si è mai assopito ma ora con il centrodestra al governo sembra che qualsiasi pagliuzza sia in grado di trasformarsi in un incendio alimentato da polemiche che, a volte sarebbe bene lasciarle cadere nel vuoto, mentre altre, troppo forti, diventano tempeste di critiche, e a ragione. Rientrano sicuramente in questa ultima categoria le parole pronunciate della seconda carica dello Stato che ha cercato di divincolarsi dal fuoco incrociato puntualizzando che si "riconosce nei valori della Resistenza che sono espressi in positivo nella prima parte della Costituzione" e contemporaneamente attaccando dicendosi "allibito di fronte allo stravolgimento della verità sulle sue parole" e minacciando azioni legali.
Sull’accaduto ha cercato allora di metterci una pezza la terza carica dello Stato, rimarcando così una divisione ancora più netta tra la Lega (che è andata contro le parole di La Russa) e Fratelli d’Italia. E così il presidente della Camera Lorenzo Fontana ci ha tenuto ad abbassare i toni e a ricordare tramite Il Corsera che "Il 25 Aprile è patrimonio nazionale.Patrimonio di tutti". Ma soprattutto che l''antifascismo è un valore". Parole che qui segnano la distanza netta dalle dichiarazioni di Ignazio La Russa.
E aggiungendo che “Tante volte mi è capitato di pensare che sia un errore festeggiare la Liberazione come se fosse la festa solo di una parte, perché: alla Resistenza hanno partecipato non sol-tanto comunisti e socialisti, ma anche liberali, monarchici e — da cattolico voglio ricordarlo— tanti cattolici". "Io credo - ha detto ancora il presidente - sia un errore gravissimo il non sentirsi rappresentati da una battaglia di questo tipo. La Liberazione - ha concluso Fontana - è stata il fondamento di questo Paese come lo abbiamo oggi. E il fatto che ci siano queste divisioni indebolisce il Paese in sé".
Il 25 aprile del centrodestra
Se il presidente della Camera ha confermato che il 25 aprile sarà all’Altare della Patria, a fianco del capo dello Stato Sergio Mattarella, la premier Meloni, La Russa per la deposizione della corona di alloro, il ministro degli Esteri Tajani al fine di garantire una certa ufficialità alle celebrazioni della Festa della liberazione ha confermato che sarà lui a rappresentare l'esecutivo recandosi in un luogo simbolo degli orrori nazifascisti, le Fosse Ardeatine. Un luogo dove il 24 marzo 1944 furono uccisi ben 335 civili e militari italiani dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l'attentato partigiano di via Rasella.
A differenza di La Russa, che dopo l'Altare della Patria visitierà il campo di concentramento di Praga, il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato che celebrerà il 25 Aprile in Italia: "Starò un po’ in famiglia e lavorerò, come lavorerò il 1 maggio, come lavoriamo ovunque siamo, perché gli italiani ci pagano per farlo ma non fatemi commentare, io sono ministro delle Infrastrutture".
Le parole più chiare dal mondo della Lega sono venute dal governatore del Veneto Luca Zaia che ha apertamente riconosciuto l'importanza della celebrazione: "Siamo al 78esimo festeggiamento, non dimentichiamo mai - ha precisato - che dall'8 settembre 1943 in questo paese si è combattuta una guerra di Resistenza. Ed è fondante perché la Liberazione dal nazifascismo è una cosa per cui non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi. Ma ha coinvolto donne, bambini, civili".