Il confronto politico

Il cantiere riforme è aperto. Meloni all’ascolto ma avverte: no a veti

Oggi alla Camera gli incontri tra governo e opposizioni per verificare le proposte e le iniziative circa le riforme istituzionali necessarie all’Italia

Il cantiere riforme è aperto. Meloni all’ascolto ma avverte: no a veti

“Oggi una giornata di confronto con le opposizioni alla Camera dei deputati, nella Biblioteca del Presidente. Il Governo dialogherà con i rappresentanti dei partiti sulle riforme istituzionali necessarie all'Italia. Intendiamo ascoltare attentamente ogni proposta o critica, nel corso di quello che consideriamo un confronto importante per la nostra democrazia e per approvare misure improrogabili per il bene dei cittadini e della Nazione. A scriverlo sui social, in vista di questa importante giornata di confronto politico sulle riforme istituzionali, è la premier Giorgia Meloni.

 

Il cantiere delle riforme è aperto

Il cantiere delle riforme è dunque ufficialmente aperto. Negli incontri di oggi maggioranza e opposizioni esprimeranno i loro intenti, le loro proposte, definendo così il perimetro del complesso e lungo percorso che li attende. Ma Giorgia ha già avvertito tutti della sua ferma determinazione ad andare avanti fino in fondo, e ci tiene a ricordarlo anche dal palco di Ancona. “Voglio fare una riforma ampiamente condivisa ma la faccio perché ho avuto il mandato dagli italiani e tengo fede a quel mandato: voglio dire basta ai governi costruiti in laboratorio, dentro il Palazzo” ha detto la presidente del Consiglio.  

 

"La priorità - ha poi sottolineato - è legare chi governa al consenso popolare, garantire un rapporto diretto tra i cittadini e quello che fa il governo, e garantire stabilità", ma "non accetto atteggiamenti 'aventiniani' o dilatori. Faccio quello che devo fare". Con queste parole Meloni ha voluto precisare il fatto che lei non intende accettare veti sulle riforme e avvertito che queste si faranno, con o senza il contributo della minoranza. Parole molto forti in vista del confronto tra governo e opposizioni che si avvia oggi a Montecitorio, nella Biblioteca del Presidente. 

 

Una linea meloniana decisionista condivisa dal titolare dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che dice: "Siamo disponibili al confronto, se ci fosse di fronte un 'niet', una contrapposizione preventiva, chiaramente dovremmo andare avanti da soli", mentre il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, dalle pagine delle Corriere della Sera, dichiara che le opposizioni “sono invitate a fare proposte e correzioni ma non hanno il diritto di veto”.

 

Più favorevole a raggiungere un accordo condiviso invece Forza Italia. Il vicepremier, Antonio Tajani: "Per quanto riguarda le riforme  vogliamo ascoltare le proposte delle opposizioni: si devono scrivere insieme. Siamo pronti a lavorare in Parlamento per garantire più stabilità in Italia perché questo significa essere più credibili".  E ieri il ministro degli Esteri a Mezz'ora in più su Rai3 ha aggiunto, che il premierato sarebbe la soluzione migliore per l'Italia, per garantire stabilità, e anche che non sarà escluso il ricorso al referendum. 

 

Il calendario degli incontri di oggi

In base al programma degli incontri di oggi con le opposizioni alla Camera dei deputati, nella Biblioteca del Presidente alle ore 12.30 inizia il Movimento 5 Stelle; alle 14 sarà la volta del Gruppo per le Autonomie e componente Minoranze linguistiche; alle 15.15 toccherà al Gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe, alle 16.15 Meloni incontra la delegazione di +Europa, alle 17.30  toccherà al Gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra e infine, alle ore 18.30 l'incontro con il Gruppo del Partito Democratico, e il primo faccia a faccia tra Schlein e Meloni.

 

Agli incontri partecipano anche i vicepresidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, il costituzionalista Francesco Saverio Marini.

 

La posizione di Meloni sulle riforme

Sia Fratelli d'Italia e sia la maggioranza di governo vedono di buon occhio in tema di riforme istituzionali, quella che va verso il presidenzialismo alla francese, ma la stessa Meloni non ha mai negato la possibilità di valutare, nell'ambito del confronto politico, anche altre strade, tra cui il premierato. Un'ipotesi che potrebbe trovare l'accordo anche di Azione e Italia viva. 

Entro l'estate ha annunciato la ministra Casellati ci sarà il testo della riforma.

 

Le proposte dei partiti

Partito Democratico: i rappresentati dem andranno all'incontro con il governo portando una proposta con solidi punti fermi: no all'elezione diretta del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica. Apertura, invece, all'ipotesi di cancellierato, con un pacchetto di norme che comprende anche la sfiducia costruttiva. "Ci confronteremo sui temi e porteremo una posizione ma la convocazione non sia un modo per distrarre l'attenzione sui temi che interessano le persone e le necessità del Paese: lavoro, sanità, Pnrr" ha detto la segretaria.

 

Movimento 5 Stelle: Giuseppe Conte, che sarà presente all'incontro di oggi, ha avvisato la maggioranza dicendo che "se per il Governo è prendere o lasciare il suo progetto, che peraltro ha già annunciato e che mi sembra molto avventuroso, allora è il governo che rompe il dialogo". "Noi abbiamo delle ottime proposte utili per migliorare l'assetto costituzionale. Parlare di Aventino è fuori luogo", aggiunge replicando alle parole di ieri di Antonio Tajani. "Il problema è cosa ci dirà il governo, se parliamo di una prospettiva di riforme costituzionali, che va al di là delle logiche di parte, il M5s guarda sempre agli interessi della comunità nazionale".    

 

+ Europa: il segretario Riccardo Magi conferma il sì "a interventi che aumentino la stabilità dei governi, senza stravolgere la nostra Costituzione. Il governo però - aggiunge - abbandoni la retorica del 'presidenzialismo o morte'".  

  

Azione - Italia viva: i due leader del Terzo Polo, Renzi e Calenda, ribadiscono la loro idea di riforme: sì al Sindaco d'Italia e superamento del Bicameralismo perfetto. "Siamo d'accordo sull'idea del premierato e sull'idea di superare un bicameralismo che non funziona più. Sul presidenzialismo non siamo d'accordo", ha spiegato Calenda che sul monocameralismo specifica: "Sono per l'abolizione della Camera".    

 

Alleanza Verdi e Sinistra: Fratoianni e Peppe De Cristofaro hanno detto no a "misure che rafforzino l'esecutivo a scapito della qualità della nostra democrazia. Andremo all'incontro rimanendo fortemente critici sia con l'impostazione, questa non è materia governativa ma parlamentare, che con le proposte della destra che mirano a spostare il potere verso l'esecutivo ai danni del Parlamento. Ma soprattutto non siamo disponibili a riforme che mettano in mora il ruolo del presidente della Repubblica, unico garante dell'unità d'Italia, o che spacchino il paese come la scellerata autonomia differenziata di Calderoli", ha affermato il capogruppo al Senato.

 

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