Le raccomandazioni 2023

L’Ue all’Italia: attenzione a politica fiscale, Pnrr e rinnovabili

Nel documento dell’esecutivo comunitario Bruxelles chiede a Roma di essere prudente e di mantenere la spesa primaria netta entro il tetto dell’1,3% nel 2024

L’Ue all’Italia: attenzione a politica fiscale, Pnrr e rinnovabili

Il Pnrr, con molta probabilità, è una delle sfide più grandi che il nostro paese si è trovato a dover affrontare finora. Progettare, mettere a terra, gestire e spendere così tanti soldi di fondi europei in un tempo limitato e con uno scadenzario così prefissato, non è cosa semplice. E questo lo si vede anche dalle attenzioni esercitate dall’Ue nelle raccomandazioni che la Commissione europea ha inviato all’Italia, circa la necessità di dover assicurare una politica fiscale «prudente», tagliando le tasse, soprattutto sul lavoro, senza intaccare la progressività fiscale (qui è chiaro il riferimento alle misure della delega fiscale contente anche la riforma dell’Irpef che il governo Meloni vorrebbe approvare entro l’estate) e il mantenere la spesa primaria netta entro il tetto dell’1,3% nel 2024. Il tutto garantendo un’amministrazione efficiente per attuare il piano di ripresa e resilienza e ridurre il più possibile la dipendenza dai combustibili fossili.

 

Non a caso il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha dichiarato che la risposta alle «sfide multiple» (guerra, clima, ecc) non deve passare dall’aumento del debito. «Quello che dovrebbe essere chiaro - ha detto Gentiloni - è che non c’è una soluzione facile, aumentare il debito. Sono sfide che dovremo affrontare tenendo i nostri debiti su una traiettoria discendente» e questo vale «specialmente» per i Paesi più esposti. Come finanziare gli investimenti massicci che saranno necessari in Europa «è quello che stiamo discutendo» nella riforma del patto di stabilità e con la proposta di istituire un fondo sovrano Ue. «Diversi Paesi», nota, hanno chiesto di spingere gli investimenti per la difesa, un argomento che è «in discussione». Sarà «la grande storia dei prossimi anni, non delle prossime settimane», ha concluso Gentiloni.

 

Le raccomandazioni Ue all’Italia

Le raccomandazioni 2023 dell’esecutivo comunitario all’Italia ripercorrono quanto già ribadito da Bruxelles lo scorso anno quando aveva chiesto a Roma una politica fiscale «prudente» e un argine alla spesa corrente. Il documento del 2023 va nella stessa direzione ma per la prima volta fa riferimento all’indicatore della spesa primaria netta, ovvvero calcolata al netto delle entrate una tantum, interessi o spese per la disoccupazione.

I tre blocchi rivangati e rimarcati dall’Ue nel 2023 sono dunque: 

1) di prudenza fiscale, la Commissione Ue chiede all’Italia di «ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e rendere più efficiente il sistema tributario adottando e attuando debitamente la legge delega sulla riforma fiscale, preservando la progressività del sistema tributario». E dovrà anche «migliorare l’equità» del sistema fiscale, «in particolare razionalizzando e riducendo le agevolazioni fiscali, compresa l’Iva e le sovvenzioni dannose per l’ambiente», riducendo «la complessità del codice fiscale». Attenzione è poi richiesta al tetto alla crescita della spesa corrente, ai sussidi energetici e alla riduzione del deficit.

2) attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Bruxelles chiede di «garantire una governance efficace e rafforzare la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per consentire un’attuazione continua, rapida e costante del Piano per la ripresa e la resilienza». La richiesta è di «completare rapidamente il capitolo RePowerEu al fine di avviarne rapidamente l’attuazione» e di «procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione».

3) di accelerazione sulle rinnovabili e la riduzione della dipendenza da fonti fossili, favorendo una transizione green che sembra latitare in Italia.

 

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