Il tavolo a Palazzo Chigi

Fisco e riforme, i sindacati rispondono picche all’offerta di Meloni

Dopo l’incontro governo-sindacati: Landini (Cgil): “Avanti con lo sciopero”. Bombardieri (Uil): “Risposte insufficienti”, aperture invece da Sbarra (Cisl).

Fisco e riforme, i sindacati rispondono picche all’offerta di Meloni

Il tavolo di confronto organizzato ieri a Palazzo Chigi tra governo, sindacati e imprese, per discutere ed impostare un metodo "strutturato" e comune per affrontare le scelte strategiche per il Paese, in termini di riforme e i principali dossier in materia economica e fiscale, non è bastato a convincere i sindacati della bontà delle proposte dell’esecutivo.

 

Al termine dell'incontro il segretario della CGIL Maurizio Landini ha dapprima apprezzato l'iniziativa del governo nel voler fissare tavoli di lavori specifici, soprattutto dopo le tensioni e le agitazioni scaturite intorno al decreto 1° maggio e dal "metodo" impiegato allora. Ma il suo giudizio sull'incontro non è positivo: "risultati non ci sono stati, non hanno dato risposte alle nostre rivendicazioni" ha detto il segretario generale. "Noi consideriamo importante questa convocazione, ma risultati ad oggi non ci sono, quindi per quello che ci riguarda bisogna proseguire la mobilitazione", ha aggiunto ricordando intanto la mobilitazione del 24 giugno con le associazioni.

Risposte ancora "insufficienti" anche per il leader Uil Bombardieri mentre per il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra un'apertura c'è stata: “La Presidente del Consiglio si è impegnata per tavoli di confronto. Per inflazione e politica dei redditi. Una misura che apprezziamo e richiedevamo da tempo. Oggi c’è l’obiettivo di mettere sotto controllo prezzi e tariffe e calmierare alcuni costi. In questo modo facciamo una politica di sostegno a salari e pensioni. Abbiamo chiesto di definire un’azione di coordinamento sul Pnrr, anche per aiutare le persone colpite dall’alluvione. Come sempre staremo incollati ai tavoli”.

 

Di contro la premier ha tenuto a spiegare alle sigle sindacali riunite al tavolo che la lista delle loro richieste, sarebbe anche condivisibile ma vale "decine di miliardi" mentre ora "bisogna puntare sulle misure "a più alto moltiplicatore", per mantenere quel ritmo di crescita che oggi, "e non accadeva da qualche anno", pone l'Italia sopra la media Ue.

 

Governo-sindacati, i temi sul tavolo di confronto

Le pensioni

Al centro dell'incontro tra governo e sindacati caldeggiato da Meloni, ci sono stati diversi temi a partire dal grande capitolo delle pensioni e dal possibile rischio che questo nei prossimi decenni possa trasformarsi in una bomba sociale. 

“Il 23 marzo - ha ricordato Meloni - è stato istituito al ministero del Lavoro l'osservatorio per il monitoraggio della spesa previdenziale. Sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici, poi si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future". La premier ha poi sottolineato come "il confronto con le parti sociali su questi temi è particolarmente prezioso. Credo che si possa partire dal lavoro dell'Osservatorio e dei tavoli tecnici, un lavoro di studio, per poi proseguire con un confronto complessivo sul sistema pensionistico. Un confronto che possa portarci a soluzioni migliori in una materia molto complessa". 

 

Il PNRR

L'altro grande tema trattato è stato quello del "tagliando" da fare al Pnrr, anche grazie all'introduzione del capitolo sul Repower Eu. Serve un dibattito "pragmatico, non ideologico", ha ribadito Meloni, ricordando che il Piano sarà utile anche per la messa in sicurezza dei territori martoriati dall'alluvione in Emilia-Romagna. 

"Siamo fortemente impegnati sul fronte della sanità, ci diamo l'obiettivo di una riforma complessiva che abbia come priorità la riorganizzazione dei servizi, il miglioramento dell'accesso alle cure, la valorizzazione dei professionisti della sanità". Ha spiegato Meloni ai sindacati ricordando che "c'è un finanziamento importante nel Pnrr, oltre 15 miliardi, che richiede un approfondimento perché è una grande occasione per migliorare il nostro sistema sanitario con strumenti che ci consentano di migliorare il sistema e non immaginare cattedrali nel deserto. Su questo è importante che ci sia un'interlocuzione molto seria".

 

 

La riforma costituzionale

"Cerchiamo il maggior coinvolgimento possibile", ha ribadito Meloni ai sindacati, incassando però il secco no di Landini che non ha voluto neanche a mettersi a parlare "di autonomia differenziata". Cui risponde la Lega: non solo l'autonomia "si farà" ma "unirà finalmente l'Italia che vogliamo più moderna". Il "contrario - dicono i leghisti - di quello che vogliono gli estremisti di sinistra".

 

 

La denatalità

"La denatalità - ha detto la premier - è un'altra grande questione economica, che se non affrontata per tempo renderà molto meno efficaci tutti gli altri provvedimenti. È inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale, se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa".

 

Riduzione Irpef

"L'obiettivo della delega fiscale è la riforma complessiva del sistema, con una riduzione progressiva delle aliquote Irpef per abbassare la pressione fiscale. Questo significa, nella nostra idea, ampliare sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori".

Meloni sottolinea i dati incoraggianti, del Pil ma anche dell'occupazione, e assicura l'impegno a incentivare il lavoro stabile, ad abbassare le tasse ampliando il primo scaglione Irpef (l'Abi chiede di ridurle anche sul risparmio a lungo termine), a puntare sulla natalità perché altrimenti il resto degli interventi diventerebbe "inefficace". Nelle proposte che ha offerti ai sindacati c'è quindi "la detassazione del contributo del datore per i lavoratori ai quali nasca un figlio", ma anche fringe benefit "strutturali" e deduzioni per i trasporti per i dipendenti.

 

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