accordo o default

Meloni, von der Leyen e Rutte in Tunisia, sul piatto migranti e 900mln

Il presidente tunisino Saied si prepara a sedere al tavolo delle trattative con l’Europa. Piantedosi: “In Tunisia si decide la vera sfida dell’Ue”

Meloni, von der Leyen e Rutte in Tunisia, sul piatto migranti e 900mln

Sul tema dell’immigrazione clandestina non si può dire che Meloni non stia lavorando ai fianchi l’Europa e non si stia dando da fare nel trovare soluzioni fattibili che mirino a disinnescare la bomba ad orologeria rappresentata oggi dalla Tunisia. Tant’è che oggi sarà di nuovo nel Paese insieme a Ursula von der Leyen e il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte, per portare un pacchetto di aiuti di circa 900 milioni, senza i quali la Tunisia rischia il default e stringere un accordo di collaborazione sui rimpatri, dopo il via libera al patto Ue su migrazione e asilo. 

II presidente tunisino, Kais Saied che ieri in visita a Sfax, la città tunisina da tempo divenuta il principale punto di partenza dei barconi verso l'Italia, ha avvertito che "La Tunisia non farà mai da guardia di frontiera" di altri Paesi, si prepara dunque a sedere al tavolo delle trattative con l'Europa, alla quale chiederà un trattamento simile a quello attuato nel 2016 con Ankara: miliardi di euro per fermare la corsa dei disperati verso il nord del mondo. 

 

Piantedosi: Tunisia è la vera sfida dell'Ue

"Il viaggio del premier insieme alla presidente della Commissione europea dimostra la leadership italiana in Ue sui temi migratori e nei rapporti con i Paesi terzi. In Tunisia si decide la vera sfida dell'Ue: la cooperazione allo sviluppo con i Paesi africani da cui originano e transitano i flussi". Ha affermato il ministro degli Interni Piantedosi in un’intervista di questa mattina a Il Messaggero.

 

Aiuti economici e le riforme chieste dal Fmi "devono andare di pari passo. È importante che nessuno abbia nei confronti di Tunisi un atteggiamento pregiudiziale e pedagogico", ha continuato il ministro che alla domanda se il prestito Ue da 900 milioni vada erogato senza attendere il Fmi, Piantedosi ha risposto: "Certo, il nostro auspicio è che l'Ue si muova subito. Lo stallo è un rischio, c'è bisogno di ammorbidire i toni da tutte le parti. La Tunisia deve sentire la voce amica, non ostile, dell'Europa e delle istituzioni internazionali".

 

Rispetto ai trasferimenti dei migranti, ha spiegato il titolare del Viminale, "la Tunisia è già considerata un Paese terzo sicuro da provvedimenti e atti ufficiali italiani" e alla domanda su quali altri Paesi siano in grado di ricevere in sicurezza i migranti respinti dall'Europa, risponde: "La Farnesina ha già una lista formale di Stati terzi definiti sicuri. Sia in Africa, penso al Senegal, così come nei Balcani".

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