Il dopo B.

FI, i nuovi scenari e quella difficile eredità politica di Berlusconi

A ventiquattro ore dalla morte del leader di Forza Italia serpeggia un forte sentimento di sgomento nel partito che a breve dovrà provare a sopravvivere

FI, i nuovi scenari e quella difficile eredità politica di Berlusconi

A poco più di 24 ore dalla morte di Silvio Berlusconi, in Forza Italia, serpeggia un forte sentimento di sgomento e smarrimento per il destino del partito, e per quello che succederà nel futuro prossimo. Ma gli azzurri lo sanno, ora è il momento di piangere la dipartita del fondatore del centrodestra e di FI e omaggiarlo come merita come uomo, imprenditore e politico, ma subito dopo, a feretro sepolto, bisognerà rimboccarsi le maniche e fermare questo clima di disorientamento che rischia di travolgere tutto e tutti.

E va in questa direzione la dichiarazione che fa Antonio Tajani da Washington subito dopo la notizia che Berlusconi è morto: «Forza Italia andrà avanti perché Berlusconi ha sempre guardato al futuro e il nostro dovere è fare ciò che lui sognava fino all altro giorno. Non esiste l’ipotesi che Forza Italia scompaia perché non scompare Berlusconi. Era un uomo che guarda al futuro e noi vogliamo costruire il futuro che lui aveva indicato».

Stesso concetto ribadito da Maurizio Gasparri: «Chi ama la politica, chi ha vissuto con Silvio Berlusconi un percorso lungo 29 anni, sa che deve proseguire nel solco delle sue indicazioni, delle sue idee. Di Berlusconi ce n’è uno e non ce ne sono altri all’orizzonte, ma questo - sintetizza l’ex ministro - non fa venir meno la bontà di quelle idee e la necessità di attuarle». 

 

L'ereditèà politica di Berlusconi

Ma cosa succederà davvero in Forza Italia dopo la dipartita di Berlusconi? Assisteremo nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, a una lotta intestina per la successione politica, a una sfida comune nel voler dimostrare con i fatti che il presunto dogma, quello che secondo cui senza Berlusconi non esiste Forza Italia, può essere superato anche e soprattutto in vista delle europee del 2024 o avverrà ciò che Matteo Renzi ha già sintetizzato: «Berlusconi non può avere delfini o successori».?

 

L’umore tra gli Azzurri resta pesantissimo. Guardare al futuro risulta assai difficile tra chi teme che il partito possa sgretolarsi tra il fuggi fuggi generale verso scialuppe più solide, come quelle messe a disposizione di Fratelli d’Italia che strizza l’occhio a quell’idea di partito unico di centrodestra, quel partito repubblicano, che lo stesso Cavaliere aveva immaginato negli ultimi anni della sua vita. Mentre altri potrebbero trovare riparo nella Lega di Matteo Salvini o accogliere l’idea dell’altro Matteo, Renzi che si candida ad accogliere e raccogliere un pezzo dell’elettorato azzurro, quello più moderato e liberale.

 

I prossimi mesi saranno dunque decisivi ma l’orizzonte politico rimane il 2024, e saranno proprio le elezioni europee, a dirci se sopravviverà l’eredità politica di Berlusconi o se si perderà nei meandri di una lotta intestina. Certo è che al momento ci sono molte incognite e molte correnti, da quella di Fascina e dei suoi fedelissimi a quella di Tajani. Ma le vere domande a questo punto sono se la famiglia Berlusconi continuerà a finanziare il partito anche dopo la morte del suo fondatore, se il coordinatore nazionale Tajani potrà ancora interpretare la sua leadership e chi approfitterà di quel 7-8% che oggi rappresenta Forza Italia all’interno della maggioranza di governo?

 

Le carte sul tavolo sono state date. Bisogna aspettare ora i funerali di stato di mercoledì e partecipare al lutto nazionale, e poi da giovedì accomodiamoci pure sulla riva del fiume...

 

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