il faccia a faccia

Incontro Mattarella-Meloni, non solo giustizia ma anche Pnrr e Ucraina

Il confronto “costruttivo” al Quirinale è servito al Presidente anche per sondare la disponibilità della premier ad aprire un dialogo con le toghe sul Ddl

Incontro Mattarella-Meloni, non solo giustizia ma anche Pnrr e Ucraina

Dopo la riunione del Consiglio supremo di difesa nella quale la premier Giorgia Meloni ha riferito gli esiti del vertice Nato di Vilnius e dopo che il Consiglio ha ribadito la ferma condanna dell'aggressione operata dalla Federazione Russa, il sostegno all'Ucraina nella sua difesa contro l'invasore e al contempo la “promozione di sentieri di dialogo tra le parti che permettano di giungere a una pace giusta e duratura, in conformità al diritto internazionale”, c’è stato un incontro tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

 

Giustizia, l’incontro Mattarella-Meloni

Al centro del confronto, avvenuto al Quirinale, allo studio alla vetrata, la riforma della Giustizia a firma del Guardasigilli Nordio visto che a breve approderà al Parlamento, i ritardi del Pnrr e le rassicurazioni che non ci saranno cambiamenti nella squadra di governo, il sostegno all'Ucraina e sullo sfondo le tensioni con una parte della magistratura. Il colloquio durato circa un'ora è stato “senza tensioni" confermano dal Quirinale che descrivono  il faccia a faccia come "cordiale, costruttivo". 

Mattarella, in qualità di presidente del Csm, segue con attenzione e da lontano le vicende che stanno scuotendo il governo. I casi spinosi di Delmastro, Santanché e La Russa stanno creando più di un problema nei rapporti interni alla maggioranza e per quelli fra governo e toghe. Ed infatti non stato certamente una coincidenza la chiamata al Quirinale per la prima Presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, e del Procuratore Generale della Corte, Luigi Salvato. 

 

Le posizioni sulla riforma

La riforma della Giustizia attende il via libera di Mattarella per l'invio del testo alle Camere. Fonti della maggioranza confermano che la firma ci sarà e che spetterà poi a Camera e Senato a superarne i nodi. Una volta fatto, il Quirinale verificherà i lavori e darà il suo parere prima della promulgazione. In questo contesto, raccontano sempre in ambienti parlamentari, il colloquio con Meloni sarebbe servito al Presidente per sondare il margine di disponibilità della premier ad aprire un confronto con le toghe su alcuni punti del disegno di legge.

 

E come confermano fonti di governo, la posizione della premier sulla questione giustizia è chiara ed è quella ribadita a Vilnius, quando ha criticato il modo con cui Santanché ha saputo di essere indagata e l'imputazione coattiva contro Delmastro, rimarcando poi la volontà di procedere con la separazione delle carriere.

 

Meno netta invece la posizione della premier sul concorso esterno in mafia. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato di rimodulazione. Ma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha frenato: "Non è un tema in discussione, il governo non farà alcun passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata. Ci sono altre priorità".

Meloni comunque- viene spiegato da fonti qualificate di governo - avrebbe parlato di un'estate di stabilità, senza scossoni, per aprire a settembre il percorso della Finanziaria. 

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