
Si torna a parlare di tragedie del mare con l’ultimo nefasto naufragio di migranti. Sono quarantuno al momento le morti accertate che un barchino, salpato da Sfax in Tunisia, è affondato durante la navigazione nel canale di Sicilia.
A raccontare cosa è successo i quattro sopravvissuti dell’incidente, tre uomini e una donna, salvati dalla motonave Rimona che, stamattina, li ha trasbordati sulla motovedetta Cp327 della Guardia costiera.
I 4 originari di Costa d'Avorio e Guinea Konakry, sono sbarcati a Lampedusa e trasportati nell'hotspot dell'isola che conta ormai già 1.500 ospiti. In giornata però, secondo quanto apprende La Presse, sono previsti circa mille trasferimenti per alleggerire la struttura di contrada Imbriacola, e la cuicapienza è di circa 400 persone ma la Croce Rossa Italiana, che la gestisce, ha più volte tenuto a sottolineare che il numero può crescere in caso di necessità.
La testimonianza dei sopravvissuti al naufragio
Dal racconta fatto dai quattro naufraghi ai militari della Guardia costiera, si è saputo che sono salpati da Sfax in 45, fra cui 3 bambini, alle ore 10 di giovedì. Dopo circa 6 ore di navigazione, il barchino in metallo di 7 metri, si è capovolto a causa di una grande onda.
Tutti i migranti sono finiti in mare. Solo in 15 avevano un salvagente, ma sono annegati lo stesso.
I morti, stando alle testimonianze dei tre uomini e della donna che sono sotto choc, sono 41, fra cui 3 bambini. Né la nave, battente bandiera maltese, bulk carrier "Rimona" che li ha salvati, né le motovedette della Guardia costiera hanno avvistato cadaveri.
E questo perché i quattro sono stati soccorsi ieri, dopo più giorni dal naufragio e a distanza da dove si è consumata la tragedia.