Decreto Asset

Extraprofitti bancari, dibattiti intensi sulle possibili modifiche

La battaglia politica scatenata dalla nuova imposta sulle banche infiamma l’Italia. Chi difende l’equità, chi la stretta economica: chi vincerà la partita?

Extraprofitti bancari, dibattiti intensi sulle possibili modifiche

La complessa situazione politica attuale vede il decreto Asset, in particolare la tassa sugli extraprofitti bancari, al centro di accesi dibattiti tra i partiti, anche tra quelli della coalizione di centrodestra. Dove Forza Italia cerca di mitigare l'impatto sulle banche più piccole, sottolineando la necessità di preservare l'equità fiscale, mentre Fratelli d'Italia e Lega sembrano più propensi a difendere la stretta come una misura di giustizia economica.

La prospettiva di introdurre un'aliquota minima sulle banche è interessante e potrebbe rappresentare una risorsa significativa per il bilancio dello Stato soprattutto in vista della Manovra 2024 e le poche risorse disponibili.

La flessibilità del governo nell'accogliere emendamenti e migliorare la norma è un segno di apertura al dialogo e alla ricerca di un compromesso. Tuttavia, l'esito di questa discussione avrà un impatto diretto sulla politica economica e fiscale italiana e, di conseguenza, sulla vita quotidiana dei cittadini e sarà interessante seguire come si evolveranno le posizioni dei partiti e quale soluzione verrà adottata per bilanciare le esigenze delle banche e la necessità di risorse per finanziare programmi sociali.

 

Extraprofitti bancari, dibattiti intensi sulla tassa

La data cruciale per il decreto Asset è domani 13 settembre, e cioè quando scadranno i termini per presentare gli emendamenti al decreto Omnibus nelle commissioni riunite Ambiente e Industria del Senato. Un provvedimento importante che finora ha attirato molto l'attenzione, come dimostra la lunga lista di soggetti che saranno ascoltati dalle commissioni, tra cui l'Enac, l'Antitrust, le compagnie aeree, le associazioni di taxi e tante altre. 

Una delle misure più controverse in esame riguarda la tassa sugli extraprofitti bancari, un provvedimento che finora è stato al centro di intensi dibattiti politico-economici. Nonostante l'aspettativa di generare 3,8 miliardi di euro per finanziare il fondo mutui prima casa per i giovani, questa imposta potrebbe essere soggetta a modifiche parlamentari che limiterebbero il suo impatto e ridurrebbero le entrate statali.

Il governo sta valutando anche l'introduzione di un'aliquota minima del 15% sulle multinazionali operanti in più Paesi.

 

Le richieste di modifica

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che la norma subirà miglioramenti, rassicurando sul fatto che i cambiamenti sono in fase di definizione. La base imponibile potrebbe essere modificata, escludendo gli interessi relativi ai titoli di Stato e utilizzando gli RWA delle banche al posto degli asset totali.

Forza Italia che è la principale sostenitrice di un alleggerimento della norma, chiede chiarezza sulla sua natura "una tantum", l'esclusione dei titoli di Stato dalla tassazione, la deducibilità della tassa, e un prelievo calibrato per le banche più piccole, per evitare penalizzazioni rispetto agli istituti più grandi. Per Fratelli d'Italia che invece è convinta che la stretta sulle banche è una questione di equità, sottolinea che si tratta di una misura per far contribuire gli istituti di credito. Anche la Lega è in linea con la maggioranza.

L'appuntamento con la presentazione delle proposte di modifica al decreto Asset rivelerà i rapporti di forza tra gli alleati del governo.

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