Lutto nazionale

Napolitano, omaggio di Mattarella e Papa Francesco. Domani i funerali

Il Presidente della Repubblica e il Pontefice hanno reso l’ultimo saluto al feretro del Presidente emerito nella camera ardente. Le esequie alla Camera

Napolitano, omaggio di Mattarella e Papa Francesco. Domani i funerali

Roma - Un’ultima stretta di mano, un ultimo sguardo, un ultimo saluto. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Francesco hanno reso omaggio al feretro di Giorgio Napolitano, morto venerdì sera a 98 anni, nella camera ardente allestita al Senato. Assieme alle più alte cariche dello Stato, anche la premier Giorgia Meloni si è recata a Palazzo Madama per rendere tributo al Presidente emerito, figura eminente della politica italiana e europea,

 

La camera ardente al Senato

La camera ardente, aperta ieri mattina nella sala Caduti di Nassiriya, ha visto sfilare una folla di cittadini, politici, giornalisti, intellettuali, che hanno voluto esprimere il loro cordoglio e la loro gratitudine a Napolitano, protagonista di oltre settant’anni di storia repubblicana. Tra i tanti, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, l’ex premier Mario Draghi.

La camera ardente allestita a Palazzo Madama, sede del Senato, sarà aperta al pubblico anche oggi dalle 10 alle 16.

 

Martedì le esequie di Stato in forma civile nell’Aula della Camera

Le esequie di Stato civili del Presidente Napolitano si terranno martedì 26 settembre, alle ore 11:30, nell’Aula della Camera dei Deputati - Palazzo Montecitorio, e saranno trasmesse in diretta televisiva su Rai 1 e su maxi-schermi appositamente predisposti in Piazza del Parlamento. Sarà un giorno di lutto nazionale, con le bandiere nazionali ed europee esposte a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero, come anche su tutti i centri di produzione e le sedi della Rai.

Si tratterà del primo funerale di Stato in forma laica per un ex capo dello Stato, scelta voluta dalla famiglia di Napolitano in accordo con il cerimoniale del Senato. Il feretro sarà contornato da sei carabinieri in alta uniforme, ci saranno gli onori militari all’ingresso e all’uscita del luogo della cerimonia, la presenza di un rappresentante del Governo e un’orazione commemorativa ufficiale. Non è prevista una celebrazione religiosa, ma solo un momento di preghiera ecumenica, a cui parteciperanno i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane e delle altre religioni presenti in Italia.

 

Il ricordo di Napolitano, statista e europeista

La scomparsa di Napolitano ha suscitato unanime commozione e riconoscenza in Italia e nel mondo

Il Presidente Mattarella lo ha definito “un grande italiano, un protagonista della vita politica e istituzionale del nostro Paese, un testimone e un attore della storia d’Europa” e ha sottolineato la sua “straordinaria capacità di mediazione e di dialogo” e il suo "alto senso dello Stato". 

Papa Francesco lo ha ricordato come “un uomo di cultura e di profonda umanità, che ha saputo servire la patria con dedizione e saggezza” e ha invocato per lui "la pace e la gioia eterna del Signore".

Anche i leader internazionali hanno espresso il loro cordoglio e la loro stima per Napolitano, che è stato il primo Presidente della Repubblica a pronunciare un discorso al Parlamento europeo nel 2013 e a ricevere il Premio Carlo Magno nel 2015. Il Presidente francese Emmanuel Macron lo ha definito una “figura eminente della politica italiana” e un "europeo convinto".

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken lo ha descritto come “uno statista che ha dedicato la sua vita alla democrazia, ai diritti umani e all’unità europea”. Il Presidente russo Vladimir Putin lo ha lodato come “un politico di grande esperienza e autorità” e un “sostenitore della cooperazione tra Russia e Italia”.

 

Napolitano, nato a Napoli il 29 giugno 1925, è stato il primo Presidente della Repubblica a essere rieletto per un secondo mandato nel 2013, dopo aver assunto la carica nel 2006. Ha guidato il Paese attraverso una delle fasi più difficili e turbolente della sua storia, affrontando le crisi economiche, politiche e sociali con fermezza e responsabilità. Ha lasciato il Quirinale nel 2015, per ragioni di età, e ha continuato a seguire con interesse e partecipazione la vita pubblica nazionale e internazionale fino alla fine. Lascia la moglie Clio, i figli Giulio e Giovanni e quattro nipoti.

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