In legge di bilancio

Manovra, affitti brevi: codice identificativo e cedolare secca al 26%

Le ultimissime novità della legge di Bilancio 2024 per regolamentare e tassare gli affitti brevi. Cosa cambia per i proprietari di immobili e per i turisti.

Manovra, affitti brevi: codice identificativo e cedolare secca al 26%

Tra le ultimissime novità approvate dal governo, per la Manovra 2024, ci sono alcune misure che riguardano gli affitti brevi, ovvero le locazioni di durata non superiore a 30 giorni, spesso utilizzate dai turisti che cercano soluzioni alternative agli alberghi. Si tratta di norme volte a contrastare l’evasione fiscale, a garantire la sicurezza degli immobili e a tutelare la concorrenza nel settore turistico.

Vediamo quali sono le principali novità.

 

Il codice identificativo nazionale per gli affitti brevi

Una delle novità più importanti è l’introduzione di un codice identificativo nazionale (CIN) per ogni unità immobiliare ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche. Questo codice sarà assegnato dal Ministero del Turismo tramite una procedura automatizzata e dovrà essere esposto all’ingresso dell’immobile. Inoltre, i soggetti che intermediano gli affitti brevi e e le piattaforme online che li pubblicizzano, come Airbnb, Booking o Expedia, dovranno indicare il CIN in ogni annuncio e comunicarlo al Ministero del Turismo insieme ai dati degli ospiti e della locazione.

Il CIN servirà a tracciare i proprietari degli immobili e a verificare il rispetto degli obblighi fiscali e amministrativi. In caso di mancata esposizione o comunicazione del CIN, sono previste sanzioni da 500 a 5.000 euro per ogni violazione.

 

La cedolare secca al 26% per gli affitti brevi

Un’altra novità riguarda la tassazione degli affitti brevi. La Manovra 2024 prevede che i redditi derivanti da queste locazioni siano soggetti alla cedolare secca al 26%. Si tratta di un’imposta sostitutiva che si applica sul canone di locazione, senza bisogno di presentare la dichiarazione dei redditi. La cedolare secca al 26% si applica a partire dalla seconda casa fino alla quarta casa, mentre per la prima casa resta la cedolare secca al 10%.

La cedolare secca è obbligatoria per i proprietari che affittano i loro immobili tramite intermediari o piattaforme online, mentre è facoltativa per quelli che affittano direttamente ai turisti. In questo caso, i proprietari possono scegliere se aderire alla cedolare secca o restare nel regime ordinario Irpef.

La cedolare secca è una misura che mira a disincentivare gli affitti brevi e a favorire quelli di lunga durata, oltre a contrastare l’evasione fiscale. 

 

Cosa cambia per i turisti che usano gli affitti brevi

Le novità della Manovra 2024 non dovrebbero avere un impatto significativo sui turisti che usano gli affitti brevi. Infatti, il CIN non comporta alcun onere per gli ospiti, ma solo per i proprietari e gli intermediari. Inoltre, la cedolare secca al 26% non dovrebbe incidere sul prezzo degli affitti brevi, in quanto è un’imposta a carico dei proprietari e non dei locatari.

Tuttavia, i turisti potrebbero beneficiare indirettamente delle nuove norme, in quanto potrebbero trovare una maggiore offerta di alloggi di qualità e sicuri, con una minore concorrenza sleale da parte di chi evade le tasse. Inoltre, potrebbero contribuire a sostenere lo sviluppo del settore turistico e la tutela dell’ambiente.

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