La sentenza del TAR del Lazio

Orario visite fiscali dipendenti pubblici ridotto da 7 a 4 ore

Da ora in poi, i dipendenti pubblici che si assentano per malattia dovranno essere reperibili per le visite fiscali in una fascia oraria più breve.

Orario visite fiscali dipendenti pubblici ridotto da 7 a 4 ore

Da ora in poi, i dipendenti pubblici che si assentano per malattia dovranno essere reperibili per le visite fiscali in una fascia oraria più breve. Si tratta di un cambiamento che uniforma il sistema pubblico a quello privato: finora, infatti, i primi dovevano restare a casa per 7 ore, mentre i secondi per 4.

La decisione è stata presa in seguito all’intervento del Tar del Lazio, che - accogliendo il ricorso presentato da Uil Pubblica amministrazione Polizia penitenziaria contro la presidenza del Consiglio e il ministero del Lavoro - ha stabilito che non può esserci una differenza di trattamento negli orari delle visite fiscali e quindi una modalità «decisamente più penalizzante per i dipendenti pubblici» in quanto violerebbe l’articolo 3 della Costituzione. Non viene, cioè, rispettato il principio di uguaglianza.

 

Cos’è la visita fiscale

Prima di tutto è bene chiarire che la visita fiscale per malattia consiste in una visita medica di controllo domiciliare effettuata su richiesta del datore di lavoro, dell’Inps o della Asl per accertare l’effettivo stato di malattia del dipendente assente per malattia. Al momento, per i lavoratori nel settore privato l’orario in cui tali visite possono essere effettuate va dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, per un totale di 4 ore e non più di una nel corso della malattia tra giorni feriali e sempre lavorativi.

Nel settore pubblico la fascia oraria è ben diversa: dalle 9 alle 13 e ancora dalle 15 alle 18, per un massimo di 7 ore, ma anche con una frequenza sistematica e ripetitiva che può verificarsi anche nei giorni festivi o di riposo. Questa modalità è stata introdotta dall’ex ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia con il decreto Madia-Poletti, ma secondo i giudici amministrativi non favorisce l’armonizzazione della disciplina per pubblico e privato.

 

La sentenza del Tar del Lazio

Il sindacato che ha presentato il ricorso ha evidenziato: «La mancata armonizzazione della disciplina delle fasce orarie di reperibilità ha determinato una disparità di trattamento del tutto ingiustificata fra i dipendenti pubblici e quelli del settore privato, considerato che un evento come la malattia non può essere trattato diversamente a seconda del rapporto di lavoro intrattenuto dal personale che ne viene colpito». La sentenza del Tar del Lazio, infine, ha affermato che «la funzione pubblica ha lasciato invariate le fasce orarie di reperibilità, ossia quelle nelle quali il dipendente pubblico deve necessariamente farsi trovare presso il proprio domicilio dal medico fiscale, pena una sanzione disciplinare anche di natura economica. Sulla questione il Consiglio di Stato, esaminando il decreto attuativo della riforma Madia, aveva sollevato varie osservazioni, tra cui quella di equiparare i controlli nel settore pubblico con quelli del settore privato, tentando di dare una armonizzazione alle discipline».

 

Un nuovo decreto ministeriale

Le istituzioni competenti si occuperanno, nelle prossime settimane, di rendere noto come questa decisione influirà concretamente nelle fasce orarie delle visite fiscali per i dipendenti pubblici. Intanto, Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia Penitenziaria, commenta soddisfatto: «A volte bisogna attendere diversi anni. Il Tar del Lazio ha accolto integralmente le nostre tesi, magistralmente esposte dall’avvocato Lorenzo di Gaetano, ha annullato il decreto ministeriale Madia-Poletti, ministri dell’allora governo Gentiloni, e ha anche precisato che stante l’effetto conformativo riconosciuto alla sentenza, nell’adozione del nuovo decreto non potrà non tenersi conto di quanto statuito con la decisione in parola».

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