Al vertice dell’Apec

Biden-Xi, un summit per ridurre l’attrito e gestire la rivalità

I due presidenti si incontrano a San Francisco a distanza di un anno. Sul tavolo ci sono questioni regionali e globali, dalla Corea al Medio Oriente

Biden-Xi, un summit per ridurre l’attrito e gestire la rivalità

Il presidente cinese Xi Jinping è negli Stati Uniti per incontrare il suo omologo americano Joe Biden e partecipare al vertice dell’Apec. L’incontro, il primo tra i due leader da un anno, è visto come un’occasione per stabilizzare le relazioni tra le due maggiori potenze mondiali, segnate da tensioni su vari fronti. Quali sono i temi all’ordine del giorno e quali le prospettive di cooperazione e competizione?

Un incontro atteso e delicato

Dopo un anno di silenzio e scontri diplomatici, i presidenti di Cina e Stati Uniti si ritrovano faccia a faccia a San Francisco, in California, a margine del summit della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (Apec). Si tratta di un incontro atteso e delicato, che potrebbe segnare una svolta nelle relazioni tra le due maggiori potenze mondiali, o almeno stabilire delle regole di ingaggio per gestire la competizione e ridurre i rischi di un conflitto.

Il presidente cinese Xi Jinping è arrivato negli Stati Uniti su invito del presidente americano Joe Biden, che lo ha definito un “vecchio amico” e ha espresso la volontà di “costruire una relazione stabile e prevedibile”. Xi, dal canto suo, ha sottolineato l’importanza di una comunicazione aperta e diretta tra i due leader, e ha detto che “il fatto che Cina e Stati Uniti possano andare d’accordo ha un impatto sul futuro e sul destino dell’umanità”.

 

I temi all’ordine del giorno

Sul tavolo dei colloqui ci sono una serie di questioni regionali e globali, che riguardano sia gli interessi comuni che le divergenze tra i due Paesi. Tra i temi caldi ci sono la situazione della Corea del Nord, che ha recentemente ripreso i test missilistici, e il ruolo della Cina come mediatore con il regime di Pyongyang; la crisi dell’Ucraina, e la posizione della Cina come alleato di Mosca; il Medio Oriente, con la guerra Israele-Hamas; il cambiamento climatico, sul quale i due Paesi hanno dichiarato di voler collaborare per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi e per preparare la conferenza di Glasgow.

Tra le questioni più spinose ci sono invece il commercio e la tecnologia, ambiti nei quali la competizione tra Cina e Stati Uniti è più aspra e ha generato una guerra commerciale e una contesa tecnologica, con restrizioni reciproche sulle esportazioni di microchip e sulle attività di aziende come Huawei e TikTok. Inoltre, ci sono le tensioni sui diritti umani, con le accuse degli Stati Uniti alla Cina di violare le libertà fondamentali a Hong Kong e in Xinjiang, e le critiche della Cina agli Stati Uniti per il razzismo e la violenza interna. Infine, c’è il nodo di Taiwan, considerata dalla Cina una provincia ribelle da riunificare, e dagli Stati Uniti un partner democratico da sostenere. La Cina ha aumentato le pressioni militari sull’isola, mentre gli Stati Uniti hanno rafforzato le vendite di armi e i contatti politici con Taipei.

 

Le prospettive di cooperazione e competizione

L’incontro tra Biden e Xi non è destinato a risolvere tutti i problemi tra Cina e Stati Uniti, ma a stabilire un canale di dialogo e una cornice di riferimento per le future interazioni. Entrambi i leader sono consapevoli che la loro relazione è cruciale per la pace e la prosperità mondiale, e che una guerra fredda o calda sarebbe disastrosa per entrambi. Allo stesso tempo, sono consapevoli che la loro competizione è inevitabile e strutturale, e che ognuno cercherà di difendere i propri interessi e valori.

L’obiettivo, quindi, è quello di trovare un equilibrio tra cooperazione e competizione, tra convergenza e divergenza, tra fiducia e cautela. Si tratta di un compito difficile e delicato, che richiede pragmatismo e visione strategica. L’incontro di San Francisco potrebbe essere un passo in questa direzione, o almeno un segnale di volontà politica da parte dei due leader. Il successo o il fallimento di questo summit avrà ripercussioni non solo sulle relazioni bilaterali, ma anche sull’ordine internazionale e sul futuro dell’umanità.

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