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Carne coltivata, alterco davanti a Chigi tra Prandini e Della Vedova

Il ddl Lollobrigida che vieta la vendita di carne sintetica approvato alla Camera, è diventato terreno di dibattito politico, ma non solo a parole

Carne coltivata, alterco davanti a Chigi tra Prandini e Della Vedova

Un violento alterco ha avuto luogo ieri mattina davanti a palazzo Chigi, tra il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. Il motivo dello scontro è stato la carne coltivata, ovvero la carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali.

Prandini, che guidava una delegazione di agricoltori in protesta contro la carne sintetica, ha raggiunto a gran voce un gruppo di esponenti di +Europa, che invece sostengono la ricerca e lo sviluppo di questa tecnologia. Tra gli slogan e gli insulti, Prandini ha puntato il dito contro Della Vedova, accusandolo di essere un “delinquente” e un “traditoredegli interessi nazionali. Il deputato ha reagito difendendo la sua posizione e invitando Prandini a calmarsi, ma il clima si è fatto sempre più teso. A un certo punto, Prandini ha tentato di aggredire fisicamente Della Vedova, ma è stato fermato dagli agenti di sicurezza presenti sul posto. La situazione è poi rientrata, ma non senza polemiche e recriminazioni da entrambe le parti.

Via libera al ddl Lollobrigida

Lo scontro tra Coldiretti e +Europa è avvenuto proprio nel giorno in cui la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge Lollobrigida, che vieta la vendita e la commercializzazione di alimenti prodotti da colture cellulari. Il ddl, presentato dal ministro, mira a tutelare la qualità e l’origine della carne italiana, contrastando la diffusione di prodotti “artificiali” e “ingannevoli”. Il provvedimento prevede anche sanzioni severe per chi viola il divieto, che vanno da una multa di 10 mila euro fino al sequestro dell’attività.

Il ddl Lollobrigida ha ricevuto il sostegno della maggioranza di governo e di gran parte dell’opposizione, con l’eccezione di +Europa, che ha votato contro. Secondo il partito guidato da Emma Bonino, il ddl è “reazionario” e “antiscientifico”, e ostacola il progresso e la competitività del paese. +Europa ha anche denunciato il rischio di isolamento internazionale dell’Italia, visto che molti altri paesi, tra cui Stati Uniti, Cina e Israele, stanno investendo e promuovendo la carne coltivata.

Cos'è e come si ottiene la carne sintetica

La produzione di carne coltivata in laboratorio è un processo che consiste nel far crescere le cellule animali in un ambiente controllato, senza bisogno di allevare e uccidere gli animali. Il processo può essere suddiviso in quattro fasi principali:

  • Il prelievo delle cellule staminali da un animale vivo. Le cellule staminali sono cellule che possono trasformarsi in altri tipi di cellule, come le cellule muscolari, grasse o connettive, che formano la carne.

  • La coltivazione delle cellule staminali in grandi vasche chiamate bioreattori, dove ricevono i nutrienti e gli stimoli necessari per moltiplicarsi e differenziarsi nei vari componenti della carne.

  • La separazione e l’organizzazione delle cellule di carne in una struttura commestibile chiamata impalcatura, che dà forma e consistenza al prodotto finale. L’impalcatura può essere fatta di materiali naturali o sintetici, come collagene, cellulosa, chitina o nanomateriali2.

  • La maturazione e la lavorazione della carne coltivata, che può richiedere ulteriori trattamenti per migliorare il sapore, il colore, l’odore e la sicurezza del prodotto.

La produzione di carne coltivata in laboratorio è ancora in fase sperimentale e presenta diverse sfide, come il costo elevato, la regolamentazione, l’accettazione sociale e la qualità organolettica. Tuttavia, questa tecnologia potrebbe offrire dei vantaggi per l’ambiente, gli animali e la salute, riducendo le emissioni di gas serra, il consumo di risorse, la sofferenza animale e il rischio di malattie trasmissibili.

Il suo successo? Dipenderà da costi, regolamentazione adeguata e accettazione sociale

La carne coltivata è una delle innovazioni più discusse e controverse degli ultimi anni. Si tratta di produrre carne a partire da cellule animali, senza uccidere gli animali stessi. Questa tecnologia promette di ridurre l’impatto ambientale e il benessere animale, ma solleva anche dubbi etici, sanitari e legali. Inoltre, deve ancora superare delle sfide economiche, normative e sociali. 

La sua diffusione dipenderà comunque da vari fattori, tra cui:

  • il costo di produzione, che al momento è ancora molto elevato rispetto alla carne convenzionale, anche se alcune aziende stanno lavorando per ridurre il costo e aumentare la scala di produzione, grazie anche agli investimenti di enti pubblici e privati;

  • una regolamentazione adeguata, che deve garantire la sicurezza e la qualità della carne coltivata, oltre che la trasparenza e la correttezza dell’etichettatura. Alcuni paesi, come Singapore e Israele, hanno già autorizzato la commercializzazione di alcuni prodotti a base di carne coltivata, mentre altri, come l’Italia, hanno approvato un disegno di legge che vieta la produzione e la vendita di carne sintetica. L’Unione Europea dovrà valutare le richieste di autorizzazione che riceverà dalle aziende interessate, seguendo le procedure previste per i nuovi alimenti; 

  • l’accettazione sociale, che dipende dalla percezione e dalle preferenze dei consumatori. Alcuni potrebbero essere attratti dalla carne coltivata per motivi etici, ecologici o salutistici, mentre altri potrebbero essere scettici, diffidenti o contrari per motivi culturali, religiosi o gustativi. Alcuni sondaggi hanno mostrato che la disponibilità a provare la carne coltivata varia molto a seconda dei paesi e delle fasce di età.

Pro e contro della carne coltivata

Tra i vantaggi della carne coltivata, ci sono:

  • La riduzione delle emissioni di gas serra, responsabili del cambiamento climatico. Secondo uno studio del 2011, la carne coltivata potrebbe ridurre le emissioni di CO2 del 78-96% rispetto alla carne convenzionale.

  • La riduzione del consumo di acqua, terra e energia. Sempre secondo lo stesso studio, la carne coltivata potrebbe richiedere il 7-45% di acqua, il 1-99% di terra e il 26-65% di energia in meno rispetto alla carne convenzionale.

  • La riduzione della sofferenza animale, evitando l’allevamento intensivo e la macellazione. Secondo una stima del 2019, la carne coltivata potrebbe salvare la vita di 8,1 miliardi di animali all’anno.

Tra gli svantaggi della carne coltivata, ci sono:

  • Il costo elevato, dovuto alla complessità del processo produttivo e alla mancanza di economie di scala. Secondo una stima del 2020, il costo di produzione di un chilogrammo di carne coltivata è di circa 47 dollari, contro i 4 dollari di un chilogrammo di carne convenzionale.

  • La sicurezza alimentare, legata al rischio di contaminazioni e infezioni. Secondo alcuni esperti, la carne coltivata potrebbe essere esposta a batteri, virus e funghi, e richiedere l’uso di antibiotici e conservanti.

  • L’accettazione sociale, legata alla percezione negativa e al rifiuto da parte di molti consumatori. Secondo un sondaggio del 2018, solo il 27% degli italiani sarebbe disposto a provare la carne coltivata, contro il 66% degli americani e il 59% dei cinesi.

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