Errori e contraddizioni

La piazza per le donne usata per attaccare Israele e l’Occidente

Gruppi pro-palestina hanno gridato slogan anti-israeliani e anti-occidentali. Una deriva ideologica che non ha reso giustizia alla manifestazione pro-donne

La piazza per le donne usata per attaccare Israele e l’Occidente

Una marea fucsia ha invaso le piazze nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: 'Per Giulia, per tutte' e per ricordare i 107 femminicidi avvenuti in Italia dall'inizio dell'anno. Alle manifestazioni, hanno partecipato nche politici e sindacalisti come Elly Schlein, Giuseppe Conte e Maurizio Landini. E sono accorsi numerosi anche i vip: Paola Cortellesi, Fiorella Mannoia, Noemi, Malika Ayane. Poi Luca Zingaretti, Ferzan Ozpetec a Roma, Chiara Ferragni a Milano.

Tutto bellissimo e sacrosanto se non fosse che proprio queste manifestazioni di donne per le donne siano state contaminate da gruppi pro-Palestina che al grido di slogan anti-israeliani e anti-occidentali, hanno usato la piazza come spazio privilegiato per attaccare Israele e l’Occidente. D'altronde già il manifesto approvato dagli organizzatori era un concentrato di luoghi comuni anti-israeliani e antisemiti, di fatto un volantino contro il colonialismo, contro le società occidentali, accusate di essere patriarcali e oppressive. “Sorelle palestinesi” vittime di Israele, mentre silenzio assordante sulle violenze e le discriminazioni subite dalle donne israeliane violentate, torturate, usurpate da Hamas, nell'attacco dello scorso 7 ottobre.

 

Errori e contraddizioni

"Pensavano di prendere gli ostaggi con la forza e invece hanno fatto quello che volevano i palestinesi". Inizia con questa frase il discorso di una attivista pro-Palestina che in una manifestazione per il sostegno alla Palestina a Milano, organizzata ieri 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è salita sul palco attaccando Israele. "Poi - prosegue - li avete visti i giovani palestinesi? E li avete visti i loro prigionieri? Sembravano avessero liberato una casa di riposo. Però tanto di cappello che sono riusciti a mantenerli in salute. Non è facile mantenere in salute un 90enne, voglio dire... E quando li senti parlare, capisci perchè li hanno imprigionati".

"Israele ha paura dei giovani palestinesi. Qua siamo a livello di problemi e malattie mentali. Israele è malato, gli israeliani sono malati. Dovrebbero essere tutti in manicomio". E sul finale: "Palestina libera".

Anche al Circo Massimo di Roma, alla manifestazione organizzata dal movimento 'Non una di meno' in occasione della giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne, ci sono state bandiere pro-palestina, ma anche tafferugli.

Anche a Messina, l'altra manifestazione organizzata da Non una di meno, c'erano le bandiere palestinesi: "Se gli ebrei vogliono parlare anche loro sul palco possono farlo, noi non siamo contro gli ebrei, ma contro i sionisti, lo Stato di Israele che sta facendo dei massacri a Gaza. Siamo in democrazia quindi tutti possono parlare. I fatti contano non le parole", ha spiegato Rene Abu-Rub, originaria della Cisgiordania. 

 

Comunità ebraica Roma, 'me too per le israeliane non c'è'

"E' come se il Me too per le israeliane non ci fosse. Nessuno per queste donne ha detto nulla. 'Faremo rumore', ma qui il rumore non c'è stato. Non c'è stata una mobilitazione, da parte delle associazioni femminili. Quindi lo abbiamo fatto noi, in modo silenzioso senza disturbare perché avevano diritto di essere ricordate anche loro". Così la vicepresidente della Comunità ebraica di Roma, Antonella Di Castro, e la direttrice di Shalom.it, Ariela Piattelli, durante l'inaugurazione della video-istallazione 'il silenzio è complice', proiettata sulla facciata della fondazione del Museo della Shoah a Roma, in ricordo delle donne uccise e stuprate nell'attacco di Hamas il 7 ottobre. 

"Noi quel giorno abbiamo visto il corpo femminile come campo di battaglia perché ci hanno costretto a vedere", ricorda la vicepresidente. "In Francia è partito un appello per parlare delle violenze subite il 7 ottobre, qui nulla. E il silenzio attorno a queste donne è stato assordante", sottolinea. 

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