la sede dell’Esposizione Universale

Expo 2030, il trionfo Riad tra potere economico e città futuristiche

119 voti per il progetto Vision 2030 del principe ereditario Mohammed in Salman, solo 17 per Roma. Massolo: “Vale il principio della deriva mercantile”

Expo 2030, il trionfo Riad tra potere economico e città futuristiche

L’Esposizione Universale del 2030 si terrà a Riad, la capitale dell’Arabia Saudita. Lo ha deciso il Bureau International des Expositions (BIE), l’organismo che sovrintende alle esposizioni universali, con una votazione online che ha visto la partecipazione di 168 Paesi membri. Riad ha ottenuto 119 voti, superando nettamente le altre due candidate: Busan, in Corea del Sud, che ne ha ricevuti 29, e Roma, che si è fermata a 17. La vittoria saudita è stata salutata con entusiasmo dal principe ereditario Mohammed bin Salman, promotore del progetto Vision 2030, che mira a trasformare il regno in una potenza economica, sociale e culturale. La candidatura italiana, invece, ha espresso amarezza e delusione, accusando il BIE di aver privilegiato gli interessi economici a scapito dei valori culturali.

 

Riad, l’era del cambiamento

Il tema scelto da Riad per l’Expo 2030 è “L’era del cambiamento: insieme per un futuro lungimirante”. L’obiettivo è quello di mostrare al mondo le opportunità e le sfide che il cambiamento comporta, sia a livello globale che locale, e di promuovere la collaborazione e l’innovazione per affrontarle. L’Expo 2030 si svolgerà dal 23 ottobre 2030 al 22 aprile 2031, in un’area di 438 ettari situata a nord-est della città, vicino all’aeroporto internazionale King Khalid. Il sito ospiterà oltre 200 padiglioni nazionali, oltre a quelli dedicati ai temi trasversali dell’Expo, come la sostenibilità, la mobilità e l’opportunità. Il design del sito si ispira alla forma di una stella a otto punte, simbolo della cultura e dell’architettura islamica, e incorpora elementi di tecnologia, arte e natura. Il costo stimato dell’Expo 2030 è di circa 15 miliardi di dollari, di cui 10 miliardi per la costruzione del sito e 5 miliardi per l’organizzazione e la gestione dell’evento.

 

Vision 2030, il sogno di Mohammed bin Salman

L’Expo 2030 si inserisce nel più ampio progetto di Vision 2030, lanciato nel 2016 dal principe ereditario Mohammed bin Salman, noto anche come MBS. Si tratta di un piano ambizioso che mira a ridurre la dipendenza del regno dal petrolio, diversificando l’economia e sviluppando settori come il turismo, l’industria, la finanza, la salute e l’istruzione. Vision 2030 prevede anche una serie di riforme sociali e culturali, volte a migliorare la qualità della vita dei cittadini, a promuovere i diritti delle donne, a contrastare l’estremismo e a rafforzare il ruolo dell’Arabia Saudita nel mondo. Tra le iniziative più significative di Vision 2030 ci sono la creazione di una mega-città futuristica chiamata Neom, la concessione della cittadinanza a un robot umanoide di nome Sophia, la riapertura dei cinema dopo 35 anni di divieto, l’abolizione del sistema di tutoraggio maschile per le donne, la concessione della patente di guida alle donne, l’organizzazione di eventi sportivi e musicali di livello internazionale, la costruzione di un mega-resort turistico sul Mar Rosso e la creazione di un fondo sovrano da 2 trilioni di dollari.

 

Roma, la capitale della cultura

La candidatura di Roma all’Expo 2030 si basava sul tema “La capitale della cultura: innovare per rigenerare”. L’idea era quella di valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale della città, al tempo stesso stimolando la creatività, la partecipazione e la sperimentazione. L’Expo 2030 si sarebbe tenuto dal 15 maggio al 15 novembre 2030, in un’area di 300 ettari situata tra il quartiere dell’EUR e il litorale romano. Il sito avrebbe ospitato circa 150 padiglioni nazionali, oltre a quelli dedicati ai temi trasversali dell’Expo, come la cultura, la scienza, la tecnologia e l’innovazione. Il design del sito si ispirava alla forma di una spirale, simbolo di dinamismo, continuità e trasformazione, e integrava elementi di architettura, paesaggio e arte. Il costo stimato dell’Expo 2030 era di circa 3 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi per la costruzione del sito e 1,5 miliardi per l’organizzazione e la gestione dell’evento.

 

Massolo, la deriva mercantile

La sconfitta di Roma all’Expo 2030 ha suscitato reazioni di rammarico e indignazione da parte della candidatura italiana, che ha denunciato il mancato rispetto dei criteri di valutazione stabiliti dal BIE. Il presidente del Comitato promotore per la capitale italiana, Giampiero Massolo, ha dichiarato: “Vale il principio della deriva mercantile. Non si è tenuto conto della qualità del progetto, della sua fattibilità, della sua sostenibilità, della sua coerenza con i temi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Si è privilegiato il potere economico e politico di chi ha offerto di più”. Massolo ha anche sottolineato il ruolo negativo giocato dalla pandemia di Covid-19, che ha impedito di svolgere una campagna di promozione adeguata e di coinvolgere i Paesi amici. Inoltre, ha accusato il BIE di aver violato le regole di trasparenza e di aver favorito la candidatura saudita con una procedura di voto online, che ha esposto il processo a possibili interferenze e manipolazioni.

 

Faisal bin Farhan: sostegno di 130 Paesi

La vittoria di Riad all’Expo 2030 ha invece scatenato l’entusiasmo e l’orgoglio della candidatura saudita, che ha ringraziato i Paesi che hanno espresso il loro sostegno. Il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, ha affermato: “Sono grato ai circa 130 Paesi che hanno già annunciato il loro sostegno alla candidatura del regno per Expo 2030. Questo dimostra la fiducia nella nostra visione e nella nostra capacità di ospitare un evento di tale portata e importanza”. Faisal bin Farhan ha anche sottolineato il ruolo positivo giocato dalla diplomazia e dalla comunicazione, che hanno permesso di presentare il progetto saudita in modo efficace e convincente. Tra le strategie adottate dalla candidatura saudita, spicca l’uso di testimonial di fama mondiale, come il calciatore portoghese Cristiano Ronaldo, che ha pubblicato un video sui suoi social media in cui esprimeva il suo appoggio a Riad.

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