Un secolo di vita e di storia

Henry Kissinger, il genio della diplomazia che ha cambiato il mondo

Segretario di Stato per Nixon e Ford, politologo ed esperto di geopolitica. Vero ispiratore della politica estera americana, è morto all’età di 100 anni

Henry Kissinger, il genio della diplomazia che ha cambiato il mondo

Henry Kissinger, segretario di Stato per Nixon e Ford, fu anche politologo, stratega ed esperto di geopolitica. Vero ispiratore della politica estera degli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, riteneva che i soli criteri da seguire fossero pragmatismo e opportunismo. La sua morte, avvenuta il 29 novembre 2023 all’età di 100 anni, chiude una lunga e controversa carriera, segnata da successi e scandali, da premi e accuse.

 

Un ebreo tedesco in America

Henry Kissinger nacque a Fürth, in Germania, il 27 maggio 1923, da una famiglia ebraica. Il suo vero nome era Heinz Alfred, ma lo cambiò in Henry quando emigrò negli Stati Uniti nel 1938, per sfuggire alle persecuzioni naziste. Si arruolò nell’esercito americano durante la Seconda guerra mondiale e partecipò alla battaglia delle Ardenne, dove fu decorato con la Bronze Star. Dopo la guerra, si laureò in scienze politiche ad Harvard, dove divenne professore e autore di numerosi libri e saggi sulla diplomazia e la storia internazionale.

 

Il consigliere di Nixon e Ford

La sua carriera politica iniziò nel 1969, quando il presidente Richard Nixon lo nominò consigliere per la sicurezza nazionale. Kissinger ebbe un ruolo chiave nella definizione della politica estera americana, basata sulla dottrina della “realpolitik”, ovvero la ricerca dell’interesse nazionale senza pregiudizi ideologici o morali. Kissinger fu il principale artefice della distensione con l’Unione Sovietica, dell’apertura verso la Cina, della fine della guerra del Vietnam e della mediazione nella guerra del Kippur. Nel 1973, divenne anche segretario di Stato, mantenendo entrambe le cariche fino al 1975. Continuò a essere segretario di Stato anche sotto la presidenza di Gerald Ford, fino al 1977.

 

Il Nobel per la pace e le polemiche

Nel 1973, Kissinger ricevette il premio Nobel per la pace per aver negoziato gli accordi di Parigi per porre fine alla guerra del Vietnam, insieme al rappresentante nordvietnamita Le Duc Tho che però rifiutò il premio per il protrarsi del conflitto (fino al 1975), per cui anche Kissinger non si presentò, scusandosi, alla cerimonia. Tuttavia, il premio fu molto contestato, sia perché la pace non era ancora stabile, sia perché Kissinger era accusato di aver sostenuto regimi autoritari e di aver orchestrato colpi di stato e operazioni segrete in vari paesi, come il Cile, l’Argentina, il Bangladesh, il Pakistan, il Cambogia e il Timor Est. Kissinger fu anche criticato per aver ignorato le violazioni dei diritti umani e per aver favorito gli interessi economici e strategici degli Stati Uniti a scapito dei popoli oppressi.

 

Un secolo di vita e di storia

Dopo aver lasciato il governo, Kissinger continuò a essere una figura influente e rispettata nel mondo della politica e della diplomazia. Fondò una società di consulenza, la Kissinger Associates, e scrisse le sue memorie e altri libri di analisi geopolitica. Fu anche consulente di vari presidenti e leader internazionali, tra cui Ronald Reagan, George H. W. Bush, Bill Clinton, George W. Bush, Barack Obama e Donald Trump. Fu anche membro di prestigiose istituzioni accademiche e culturali, come l’Accademia americana delle arti e delle scienze, il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale e il Gruppo Bilderberg. Muore il 29 novembre 2023, a Kent, nel Connecticut, all’età di 100 anni, lasciando un’eredità ambigua e controversa, ma indubbiamente rilevante per la storia del XX secolo.

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