la 28esima edizione

Cop28, a Dubai Meloni e re Carlo. Allarme Onu: 2023, l’anno più caldo

Wmo, Petteri Taalas: “Gas serra, temperature, livello dei mari, scioglimento dei ghiacci: infranti tutti i record. Dobbiamo agire ora per evitare il peggio”

Cop28, a Dubai Meloni e re Carlo. Allarme Onu: 2023, l’anno più caldo

La Cop28 di Dubai è una tappa fondamentale per il destino del pianeta e dell’umanità. Il cambiamento climatico è una minaccia reale e imminente, che richiede una risposta globale e coordinata. L’Accordo di Parigi offre una cornice di riferimento per affrontare questa sfida, ma serve una maggiore volontà politica e una maggiore partecipazione di tutti gli attori coinvolti. 

Per affrontare i cambiamenti climatici, serve dunque una cooperazione totale e una transizione rapida verso un’economia verde e resiliente. E la Cop28 di Dubai è l’occasione giusta per rafforzare gli impegni e le azioni per raggiungere l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e di garantire un futuro sostenibile e sicuro per le generazioni presenti e future. Ma quali sono i principali temi e i protagonisti di questo vertice cruciale per il futuro del pianeta?

 

Cop28, a Dubai, cosa si decide

Dal 28 novembre al 12 dicembre 2023, Dubai ospita la 28esima Conferenza delle Parti (Cop28) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). Si tratta del più importante appuntamento internazionale sul clima, che riunisce oltre 200 governi da tutto il mondo, oltre a Ong ambientaliste, think tank, imprese e gruppi religiosi. L’obiettivo è quello di accelerare l’attuazione dell’Accordo di Parigi, siglato nel 2015, che prevede di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C.

Tra i temi principali all’ordine del giorno ci sono: la revisione al rialzo delle contribuzioni nazionali determinate (Ndc), ovvero i piani di riduzione delle emissioni di gas serra presentati dai Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi; il completamento delle regole per la sua applicazione, in particolare riguardo ai meccanismi di mercato per il carbonio; il rafforzamento del sostegno finanziario, tecnologico e di capacità ai Paesi in via di sviluppo per adattarsi agli impatti del cambiamento climatico e per promuovere una crescita a basse emissioni; l’approvazione del Fondo “Perdite e danni”, che prevede di compensare i Paesi più vulnerabili per i danni irreversibili causati dal riscaldamento globale.

 

Vertice sul clima 2023, chi c'è e chi no

La Cop28 si svolge in un contesto geopolitico incerto e complesso, segnato da due guerre, in Ucraina e in Medio Oriente, dalla pandemia di Covid-19, dalla crisi economica e sociale, dalle tensioni tra le grandi potenze e dalla crescente mobilitazione della società civile per il clima.

Tra i circa 180 capi di Stato e di governo attesi, secondo gli organizzatori, entro il 12 dicembre, data teorica di conclusione della COP, spiccano il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro indiano Narendra Modi, il presidente israeliano Isaac Herzog, che approfitterà dell'occasione per condurre una serie di incontri diplomatici, re Carlo III e la premier Giorgia Meloni.

Assenti invece il presidente statunitense Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping, che hanno inviato i loro rappresentanti, il presidente iraniano Ebrahim Raissi che non sarà presente a Dubai a causa della partecipazione, in stato di guerra, "dei responsabili del regime sionista". L'Iran sarà rappresentato dal ministro dell'Energia Ali Akbar Mehrabian, che "illustrera' le posizioni del Paese".

 

L’allarme dell’Onu: il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre

A rendere ancora più urgente e drammatica la sfida del cambiamento climatico sono i dati allarmanti diffusi dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di monitorare e analizzare lo stato del clima. Secondo il rapporto sulle previsioni per il 2023, pubblicato il 27 novembre, quest'anno sarà l’anno più caldo di sempre, superando il record del 2016. Il rapporto, basato sui dati di 11 centri di previsione climatica globali, stima che la temperatura media globale nel 2023 sarà di circa 1,2°C superiore a quella dell’epoca preindustriale, con una probabilità del 90% di superare il livello di 1,5°C in almeno un mese.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha definito il rapporto “un campanello d’allarme che non possiamo ignorare” e ha invitato i leader mondiali a “mostrare ambizione e azione” alla Cop28. Anche il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, ha sottolineato la gravità della situazione: “Gas serra, temperature, livello dei mari, scioglimento dei ghiacci: infranti tutti i record. Il cambiamento climatico sta accelerando e i suoi effetti sono sempre più evidenti e devastanti. Dobbiamo agire ora per evitare il peggio”.

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