L’Italia cresce

L’Istat ha rivisto al rialzo le stime del Pil, cresciuto dello 0,1%

Nell’ultima stima diffusa la crescita era nulla. Al lieve rialzo contribuiscono i consumi di famiglie e istituzioni sociali private e la domanda estera

L’Istat ha rivisto al rialzo le stime del Pil, cresciuto dello 0,1%

L’Istat ha corretto al rialzo le stime del Pil italiano nel terzo trimestre del 2023, che è cresciuto dello 0,1% sia su base trimestrale sia su base annua. Il dato è migliore di quello stimato a fine ottobre, quando il Pil era risultato nullo. Al lieve aumento del Prodotto interno lordo hanno contribuito positivamente i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private e la domanda estera netta, mentre sono stati negativi gli investimenti fissi lordi e la variazione delle scorte. Il valore aggiunto è aumentato per l’industria e i servizi, mentre è diminuito per l’agricoltura. Sono cresciuti anche i redditi pro-capite e le ore lavorate.

 

Consumi privati e domanda estera trainano la crescita

L’Italia ha registrato una lieve ripresa economica nel terzo trimestre del 2023, grazie al contributo positivo dei consumi privati e della domanda estera. L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha infatti rivisto al rialzo le stime del Prodotto interno lordo (Pil), che è cresciuto dello 0,1% sia su base trimestrale sia su base annua. Il dato è migliore di quello stimato a fine ottobre, quando il Pil era risultato nullo. Tuttavia, la crescita resta modesta e inferiore a quella degli altri paesi europei, che hanno beneficiato di una maggiore ripresa dell’attività economica dopo la fase acuta della pandemia di Covid-19.

“Alla lieve crescita del Pil contribuiscono positivamente sia i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private per 0,4 punti percentuali, sia la domanda estera netta per un punto percentuale, mentre la variazione delle scorte fornisce un contributo negativo”, commenta l’Istat. È “nullo” il contributo sia degli investimenti fissi lordi sia della spesa delle Amministrazioni pubbliche. I consumi finali nazionali sono aumentati dello 0,6%, mentre gli investimenti fissi lordi si sono ridotti dello 0,1%. Le importazioni sono diminuite del 2% e le esportazioni sono aumentate dello 0,6%.

 

Industria e servizi in crescita, agricoltura in calo

Il valore aggiunto è aumentato per l’industria e i servizi, mentre è diminuito per l’agricoltura, silvicoltura e pesca. Cresce dello 0,3% il valore aggiunto dell’industria, grazie alla ripresa della produzione manifatturiera, soprattutto nei settori ad alta tecnologia e a forte domanda estera. Il valore aggiunto dei servizi aumenta dello 0,1%, con una crescita più marcata per i servizi di informazione e comunicazione, i servizi finanziari e assicurativi e i servizi professionali e di supporto. Il valore aggiunto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca diminuisce invece del 1,2%, a causa delle avverse condizioni climatiche che hanno penalizzato le colture estive e autunnali.

 

Redditi e ore lavorate in aumento, ma ci sono differenze

Sono positivi gli andamenti di posizioni lavorative, unità di lavoro e ore lavorate, cresciuti rispettivamente dello 0,1%, 0,2% e 0,4%, così come i redditi pro-capite, cresciuti dell’1,1%. Tuttavia, questi indicatori nascondono delle differenze territoriali e di genere. Le regioni del Nord hanno registrato una maggiore crescita del Pil e dell’occupazione rispetto al Centro e al Sud, dove persistono problemi di sviluppo e di coesione sociale. Le donne hanno subito una maggiore perdita di posti di lavoro rispetto agli uomini, a causa della maggiore incidenza dei settori più colpiti dalla crisi, come il commercio, il turismo e i servizi alla persona. Inoltre, le donne hanno dovuto affrontare maggiori difficoltà di conciliazione tra lavoro e famiglia.

 

Prospettive per il quarto trimestre e per il 2023

Il dato sul Pil è espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato. Il terzo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2022. La variazione del Pil italiano acquisita per il 2023 è pari a +0,7%, uguale a quella stimata il 31 ottobre 2023.

Per il quarto trimestre e per il 2023, le prospettive sono incerte e dipendono dall’evoluzione delle guerre in atto in Ucraina e Medio Orientem, della situazione sanitaria, dalla disponibilità e dall’efficacia dei fondi europei del Recovery Plan, dalla ripresa della domanda interna ed estera e dalla fiducia dei consumatori e degli imprenditori. Secondo le previsioni della Commissione europea, il Pil italiano dovrebbe crescere dell’1,9% nel 2023, dopo una contrazione del 9,9% nel 2022. Tuttavia, il ritorno ai livelli pre-crisi richiederà ancora tempo e sforzi.

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