60esimo giorno

Gaza, due mesi di guerra senza fine: morti, ostaggi e tunnel allagati

Dopo 60 giorni di conflitto tra Israele e Hamas, il bilancio è di 16mila morti e di 137 ostaggi ancora nelle mani del movimento islamico. L’appello dell’Onu

Gaza, due mesi di guerra senza fine: morti, ostaggi e tunnel allagati

La situazione nella Striscia di Gaza è drammatica: dopo due mesi di conflitto tra Israele e Hamas, il bilancio è di quasi 16mila morti, la maggior parte civili, e 137 ostaggi ancora nelle mani del movimento islamico. Israele vorrebbe inondare i tunnel di Hamas con acqua di mare, mentre Hamas ostacola il rinnovo della tregua per nascondere gli abusi commessi contro le donne rapite. L’Onu lancia un appello per fermare la violenza e soccorrere la popolazione.

 

La guerra senza fine

Sono passati due mesi da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, e la situazione sul terreno è sempre più tragica. Secondo le ultime stime, il numero dei morti è salito a quasi 16mila, di cui il 70% sono donne e bambini. Tra le vittime ci sono anche 63 giornalisti, la maggior parte palestinesi, che hanno perso la vita mentre documentavano il conflitto. Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) ha denunciato la grave violazione della libertà di stampa e il rischio per la sicurezza dei reporter.

 

I 137 ostaggi di Hamas

Uno dei nodi più spinosi della crisi è la sorte dei 137 ostaggi, di cui 17 sono donne e bambini, che sono stati rapiti da Hamas durante il suo attacco a Israele il 7 ottobre. Israele aveva accettato di sospendere la sua offensiva militare in cambio del loro rilascio, in un accordo mediato dal Qatar e dagli Stati Uniti. Tuttavia, Hamas ha interrotto la tregua e ha rifiutato di liberare tutte le donne in ostaggio, sospettato di averle sottoposte a stupri e violenze sessuali. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha dichiarato che Hamas non vuole che le donne testimonino le atrocità subite.

 

I tunnel di Hamas

Un altro aspetto critico del conflitto è la rete di tunnel sotterranei che Hamas ha costruito nella Striscia di Gaza, e che usa per infiltrarsi in Israele e lanciare attacchi. Israele ha cercato in tutti i modi di distruggere i tunnel, ma senza successo. Ora, secondo il Wall Street Journal, le Forze di difesa israeliane starebbero valutando la possibilità di allagare i tunnel con acqua di mare, usando cinque grandi pompe idriche installate a nord del campo profughi di al Shati. Israele ha informato gli Stati Uniti di questo piano, che però presenta delle difficoltà tecniche e ambientali.

 

L’appello dell’Onu

Di fronte a questa escalation di violenza, l’Onu ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale per fermare il conflitto e fornire assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza. Il sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari umanitari, Martin Griffith, ha descritto la situazione nella Striscia come “apocalittica”, e ha detto che i civili sono costretti a fare “una scelta impossibile dopo l’altra” in un territorio dove “nessuno luogo è sicuro” e “nessuno è al sicuro”. Griffith ha chiesto un cessate il fuoco immediato e incondizionato, e ha annunciato che l’Onu sta mobilitando risorse per soccorrere le vittime e ricostruire le infrastrutture distrutte, tra cui due scuole colpite dai raid israeliani.

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