il passo indietro

Educazione alle relazioni: il ministro Valditara rinuncia ai garanti

Dopo le polemiche, il ministro dell’Istruzione e del Merito, al fine di dare serenità alla scuola, continuerà il progetto senza Alfieri, Concia e Zerman

Educazione alle relazioni: il ministro Valditara rinuncia ai garanti

L’educazione alle relazioni è un tema delicato e importante per la scuola italiana, che richiede un approccio equilibrato e inclusivo. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aveva proposto un progetto per affrontare questo tema, affidando l’incarico di garanti a tre personalità diverse: suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Tuttavia, questa scelta ha scatenato le critiche di alcuni partiti della maggioranza che hanno accusato il ministro di voler imporre una visione ideologica e divisiva. Di fronte a queste polemiche, il ministro ha deciso di rinunciare ai garanti e di portare avanti il progetto senza di loro.

 

Il progetto ‘Educare alle relazioni’

Il progetto ‘Educare alle relazioni’ è un’iniziativa del ministero dell’Istruzione e del Merito, che ha l’obiettivo di promuovere la cultura del rispetto, della convivenza e della cittadinanza tra gli studenti. Il progetto prevede la realizzazione di percorsi formativi, laboratori, incontri e attività didattiche, che coinvolgano le famiglie, i docenti e gli studenti. Il progetto si basa sui principi della Costituzione, della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e della Carta di Nizza, e si ispira alle buone pratiche europee e internazionali in materia di educazione alle relazioni.

 

La scelta dei garanti

Per garantire l’equilibrio e la qualità del progetto, il ministro Valditara aveva nominato tre garanti, che avrebbero dovuto coordinare e monitorare le attività. I garanti erano: suor Monia Alfieri, rappresentante del Consiglio nazionale della scuola della Cei, Paola Concia, ex deputata Pd, femminista, attivista per i diritti Lbgtqi e responsabile di Didacta, la fiera annuale della scuola, e Paola Zerman, avvocata dello Stato e candidata alle ultime elezioni politiche nel Partito della Famiglia di Mario Adinolfi. Si trattava di un insieme di personalità e appartenenze politiche molto diverse, che avrebbero dovuto rappresentare le diverse sensibilità presenti nella società italiana.

 

Le polemiche e la rinuncia

La nomina dei garanti, però, ha suscitato le proteste di alcuni partiti della maggioranza, in particolare della Lega e di Fratelli d’Italia, che hanno visto in essa un tentativo di imporre una visione ideologica e divisiva dell’educazione alle relazioni. Il primo a sollevare la questione è stato Matteo Montevecchi, consigliere regionale della Lega in Emilia-Romagna, che ha chiesto le dimissioni di Paola Concia, accusandola di essere in conflitto di interessi e di voler diffondere la “teoria del gender”. Successivamente, anche Simona Baldassarre, responsabile Famiglia della Lega, ha espresso la sua contrarietà alla scelta del ministro, affermando che “non c’è bisogno di nomi o soluzioni divisive per educare alle relazioni”. Anche alcuni esponenti di Fratelli d’Italia hanno manifestato il loro dissenso, sostenendo che l’educazione alle relazioni si fa con le materie, soprattutto quelle umanistiche, e citando come esempi Dante e Beatrice e ‘I Promessi sposi’.

Di fronte a queste polemiche, il ministro Valditara ha preferito fare un passo indietro e rinunciare ai garanti. In una nota, il ministro ha spiegato che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, e ha ringraziato le tre personalità per la disponibilità e la generosità dimostrate. Il ministro ha anche precisato che il progetto ‘Educare alle relazioni’ andrà avanti senza alcun garante, e che nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti.

 

Le reazioni

La decisione del ministro Valditara ha suscitato reazioni diverse tra i protagonisti della vicenda. Paola Concia ha dichiarato di capire il ministro e di non voler essere di ostacolo al progetto, ma ha anche espresso il suo rammarico per la mancata opportunità di contribuire a un’educazione alle relazioni inclusiva e rispettosa. Suor Monia Alfieri ha espresso la sua gratitudine al ministro per la fiducia accordatale e ha ribadito la sua disponibilità a collaborare per il bene della scuola. 

"Capisco la decisione del Ministro Valditara e lo ringrazio della fiducia accordatami: dopo due giorni di polemiche da ambienti massimalisti della destra e della sinistra, è per me evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta insieme alle altre due garanti del progetto 'Educazione alle relazioni'. Resto convinta che solo il confronto tra matrici culturali differenti possa produrre linee guida efficacie non divisive sul tema del rispetto della libertà delle donne", così risponde alla decisione Anna Paola Concia, contattata dall'Ansa. 

 

Il presidente del Senato Ignazio La Russa, a quanto si apprende fa fonti di palazzo, ha telefonato ad Anna Paola Concia per esprimerle "vicinanza umana". Nel colloquio non si è entrati nel merito della vicenda legata alla decisione di Valditara. La Russa ha invitato Concia al concerto di Natale che si terrà domani al Senato. La diretta interessata, riferiscono sempre le stesse fonti, era molto contenta di aver ricevuto la telefonata del presidente del Senato ma ha dovuto declinare l'invito perché all'estero. 

 

Interviene anche, interpellata dall'AdnKronos, suor Monia Alfieri, prende atto della scelta del ministro e auspica la buona riuscita del progetto educativo per il bene degli studenti italiani. E aggiunge: "mi auguro, che da questo  momento in poi, tutte le forze politiche, soprattutto quelle della maggioranza che legittimamente in queste ore hanno fatto sentire la  loro voce a favore delle famiglie italiane, siano coerenti con quanto  promesso in campagna elettorale, ovvero garantire la libertà di scelta educativa delle famiglie e scongiurarne il monopolio".        

 

Se il plauso delle opposizioni era giunto unanime, alla nomina di Anna Paola Concia come coordinatrice del progetto, altrettanto rumorosa è adesso la reazione alla marcia indietro del ministro Valditara. 

Se l'ex ministra Elena Bonetti per le Pari Opportunità (oggi Azione) parla di “teatrino disdicevole”, un'altra ex ministra (dell'Istruzione), Maria Stella Gelmini, bolla come “occasione persa” la scelta del ministro che poteva rappresentare un'occasione per “andare oltre le ideologie e le appartenenze politiche”.

Il senatore del Partito Demoratico, Filippo Sensi, pubblica su X un thread che contiene estratti della seduta di giovedì 7 dicembre, quando il ministro Valditara annunciava la sue scelte per il piano educativo alla Commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio. “Sono passate 48 ore ed è stato sconfessato dalla sua stessa maggioranza”, scrive. 

La collega di partito e responsabile Giustizia trai dem, Debora Serracchiani, si dice preoccupata per la polemica contro Concia: “Il no è proprio contro di lei e ne sono colpita”. 

Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, declina la vicenda come un “brutto segnale” e inchioda anche “il silenzio di alcune aree della sinistra populista”. 

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