In aula a Palazzo Madama

Manovra 2024: sì del Senato tra tensioni, polemiche e incertezze

La legge di bilancio ottiene la fiducia a Palazzo Madama, ma resta il nodo del Superbonus e delle pensioni. Renzi e Gasparri si scontrano e il M5S protesta

Manovra 2024: sì del Senato tra tensioni, polemiche e incertezze

La manovra 2024 ha superato il primo scoglio parlamentare, ottenendo la fiducia del Senato con 109 voti favorevoli, 72 contrari e 2 astenuti. Si tratta della seconda legge di bilancio del governo guidato da Giorgia Meloni, che prevede interventi per 28 miliardi di euro, incentrati sul taglio del cuneo fiscale, l’avvio della riforma dell’Irpef e il sostegno alle famiglie. Tuttavia, la manovra non ha placato le polemiche e le incertezze, sia all’interno della maggioranza che tra le opposizioni, su alcuni temi cruciali come il Superbonus al 110% e le pensioni. Inoltre, la seduta del Senato è stata segnata da un acceso confronto tra il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, e da una manifestazione di protesta dei senatori del Movimento 5 Stelle

 

Il dibattito in Aula

La discussione in Aula è stata animata da diversi momenti di tensione, soprattutto tra Renzi e Gasparri. Il senatore di Rignano ha accusato Forza Italia di aver “tradito l’eredità di Berlusconi” con l’astensione sul Mes, il fondo europeo per la ripresa. Gasparri ha reagito con un’esclamazione volgare, che ha scatenato le proteste del capogruppo di Iv, Enrico Borghi, e l’intervento della presidenza. Dopo una verifica al video, Gasparri ha chiesto scusa e il caso è stato archiviato “in puro clima natalizio”, come ha commentato il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Ma non è stata l’unica polemica in Aula: i senatori del M5s hanno esposto dei cartelli con la scritta “Gasparri querelaci tutti”, in riferimento alle inchieste giornalistiche sul capogruppo di FI. Anche in questo caso, la presidenza ha condannato il gesto e ha invitato al rispetto delle regole. 

 

Il nodo del Superbonus

Uno dei punti più controversi della manovra riguarda il Superbonus al 110%, l’agevolazione fiscale per gli interventi di efficientamento energetico e antisismico degli edifici. La misura, introdotta dal precedente governo Conte, dovrebbe scadere il 30 giugno 2024, ma Forza Italia chiede una proroga o una transizione per chi ha già avviato i lavori. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha mostrato una certa apertura, ma ha anche sottolineato i vincoli di bilancio e la necessità di monitorare gli effetti della misura. La questione potrebbe essere affrontata nel Consiglio dei ministri previsto per il 28 dicembre, in cui si dovrebbe approvare il decreto Milleproroghe. Secondo alcune indiscrezioni, il provvedimento potrebbe contenere anche una revisione di altre detrazioni fiscali legate alla casa, in cambio di una riduzione del Superbonus dal 110% al 70%.

 

La questione delle pensioni

L’altro tema caldo della manovra è quello delle pensioni, che ha suscitato diverse critiche e malumori, anche tra le forze di maggioranza a partire dalla stretta sulle pensioni dei medici, al fine di adeguarle alle regole generali, e la proroga al 2024 della quota 100, il sistema che consente di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi. Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, ha espresso il suo disappunto per la mancata introduzione di una quota 41, che avrebbe permesso di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Inoltre, ha chiesto di abolire definitivamente le clausole di salvaguardia, che prevedono aumenti automatici dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita. Anche le opposizioni hanno attaccato la manovra sul fronte delle pensioni, definendola “ingiusta” e “inadeguata”. 

 

La blindatura della manovra

La manovra è stata approvata al Senato senza alcun emendamento, grazie alla fiducia posta dal governo. Questa scelta ha sollevato le proteste delle opposizioni, che hanno accusato il governo di “blindare” il testo e di impedire il confronto parlamentare.

Il capogruppo del Partito Democratico, Francesco Boccia, ha definito la manovra “scritta sull’acqua”, sostenendo che “torna indietro su tutto” e che “non risolve i problemi del Paese”. 

"Siete il governo dello zero virgola", accusa il capogruppo M5s Stefano Patuanelli e questa è una manovra che "dimentica i giovani", accusa il senatore di Avs Tino Magni e "irrilevante per la crescita", dice Azione con Mariastella Gelmini

Alcuni malcontenti sono emersi anche nella maggioranza, in particolare da parte del leghista Claudio Borghi, che ha chiesto di “chiudere qui questo esperimento” degli zero emendamenti.

La manovra passerà ora all’esame della Camera, dove il governo spera di ottenere l’approvazione definitiva entro il 31 dicembre.

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