dall’infanzia all’università

Virus e stipendi arretrati, l’astruso ritorno a scuola dopo le vacanze

Come affrontano la ripresa delle lezioni i 7 milioni di studenti italiani, tra il rischio di un’epidemia influenzale e le proteste dei precari della scuola

Virus e stipendi arretrati, l’astruso ritorno a scuola dopo le vacanze

Dopo le vacanze natalizie, le scuole italiane riaprono le porte a circa 7 milioni di studenti, dalla scuola dell’infanzia all’università. Ma il rientro in classe non è privo di difficoltà e incertezze, sia dal punto di vista sanitario e sia da quello lavorativo. Infatti, la circolazione di virus respiratori e influenze stagionali potrebbe provocare un aumento dei contagi e delle assenze, mentre la questione degli stipendi dei precari della scuola rimane irrisolta, nonostante le promesse del ministero.

 

L’allarme influenza

Secondo gli esperti, l’influenza quest’anno ha raggiunto il livello più alto dal 2009-2010, quando si verificò la pandemia di H1N1. Nell’ultima settimana, l’incidenza delle sindromi influenzali è rimasta stabile, ma molto elevata, suggerendo che il picco potrebbe essere vicino o già raggiunto. Tuttavia, con il rientro a scuola, il rischio di una diffusione maggiore dei virus è alto, soprattutto tra i bambini e i ragazzi, che sono più esposti al contatto con i coetanei. Giovanni Rezza, ex direttore della Prevenzione del ministero della Salute e ora professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha dichiarato all’Adnkronos Salute che la curva influenzale potrebbe avere una lunga coda e che è necessario mantenere le misure di prevenzione, come il lavaggio delle mani, la copertura della bocca e del naso in caso di starnuti o tosse, e la vaccinazione per le categorie a rischio.

 

La battaglia dei precari

Un altro problema che affligge il mondo della scuola è quello degli stipendi dei precari, sia docenti che personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata). Molti di loro non hanno ancora ricevuto le retribuzioni relative al nuovo anno scolastico, e alcuni nemmeno quelle di settembre 2023. Il sindacato Anief ha denunciato la situazione e ha chiesto al ministero dell’Istruzione e del Merito di accelerare i pagamenti, sostenendo l’iniziativa del dicastero di assegnare una quota straordinaria l’11 gennaio.

Il ministero, dal canto suo, ha precisato che i ritardi sono dovuti a problemi burocratici che coinvolgono più enti e che a dicembre 2023 sono stati pagati circa 55mila precari, mentre i restanti 15mila saranno saldati a breve, insieme alle mensilità di dicembre ancora non versate. Jacopo Greco, Capo Dipartimento per le Risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha affermato che il pagamento delle supplenze brevi è un problema che si ripete ogni anno dal 2013 e che si sta lavorando per risolverlo definitivamente.

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