quel saluto romano a braccio teso

Raduno neofascista, indagini in corso. Piantedosi oggi alla Camera

Cinque persone che hanno partecipato il 7 gennaio al 46mo anniversario della strage di Acca Larentia, sono state denunciate per apologia di fascismo

Raduno neofascista, indagini in corso. Piantedosi oggi alla Camera

Un migliaio di persone, tra militanti di estrema destra e ultras della Lazio, si sono radunate domenica a Roma per commemorare il 46mo anniversario della strage di Acca Larentia, in cui persero la vita tre giovani appartenenti alla destra capitolina, uccisi da un gruppo di estrema sinistra. Durante la manifestazione, alcuni partecipanti hanno fatto il saluto romano, gesto che potrebbe costituire reato di apologia di fascismo. La Digos sta esaminando i filmati delle telecamere per identificare i responsabili, mentre i magistrati valutano se aprire un'inchiesta.

 

La strage di Acca Larentia e il rito del "presente"

La strage di Acca Larentia avvenne il 7 gennaio 1978, quando tre militanti della destra romana, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, furono uccisi da colpi di arma da fuoco sparati da un commando di estrema sinistra, mentre si trovavano nella sede dell'MSI di via Acca Larentia. Da allora, ogni anno, i simpatizzanti della destra si riuniscono sul luogo della strage per rendere omaggio alle vittime, considerate "camerati caduti" e "assassinate dall'odio comunista e dai servi dello Stato", come recita una lapide apposta sulla piazza nel 2012.

Domenica scorsa, un migliaio di persone, vestite di nero e inquadrati in formazioni a falange, si sono presentate sul piazzale antistante l'ex sezione dell'MSI, dove è dipinta una grande croce celtica. Qui hanno celebrato il rito del "presente", gridando a gran voce i nomi dei tre uccisi. Tra i partecipanti, c'erano militanti di estrema destra, appartenenti a CasaPound, Forza Nuova e Blocco Studentesco, e frange del tifo ultras, soprattutto della Lazio. Tutti erano a volto scoperto e noti agli investigatori che si occupano degli ambienti della destra romana.

 

Le denunce per il saluto romano e le norme antifasciste

Durante la manifestazione, cinque persone sono state denunciate per aver fatto il saluto romano, gesto che potrebbe integrare il reato di apologia di fascismo, previsto dalla legge Scelba del 1952 e dalla legge Mancino del 1993.

La legge Scelba, all'articolo 4, stabilisce che chiunque "pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista" è punito con la reclusione fino a due anni. La stessa legge, all'articolo 5, prevede l'arresto fino a tre mesi per chiunque "con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista".

La legge Mancino, invece, ha introdotto il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, e ha inasprito le pene per l'apologia di fascismo. Tuttavia, la giurisprudenza ha spesso adottato un'interpretazione restrittiva di queste norme, considerando il contesto e le circostanze delle manifestazioni. Una parola definitiva potrebbe arrivare il 18 gennaio, quando la Cassazione si pronuncerà sul saluto romano nelle manifestazioni pubbliche, dopo aver emesso in passato sentenze contrastanti.

 

Le reazioni dei militanti e le polemiche politiche

I militanti che hanno partecipato alla commemorazione di domenica non sembrano preoccupati per le possibili conseguenze giudiziarie. CasaPound ha dichiarato che ogni 7 gennaio sarà in via Acca Larentia, mentre Daniele Schiavulli, ex esponente di Forza Nuova, ha affermato che "la Cassazione ha già dichiarato che il saluto romano non è reato e quindi non è normale dovermi giustificare per un reato che non ho commesso". In realtà, la Cassazione non ha mai espresso una posizione univoca sul saluto romano, ma ha valutato caso per caso la sussistenza o meno del reato.

La manifestazione neofascista ha suscitato anche polemiche politiche, con le forze di sinistra che hanno condannato il raduno e chiesto l'applicazione delle leggi antifasciste.

 

Il Pd, ha annunciato, con un tweet del deputato Andrea De Maria, di avere "depositato un disegno di legge che rende più efficace l'azione di repressione della apologia di fascismo e dei fenomeni eversivi neofascisti". De Maria ha aggiunto: "Se tutto il Parlamento lo sostenesse si farebbe chiarezza sulla legislazione vigente e la rafforzerebbe".

 

Le dichiarazioni del ministro Piantedosi e il disegno di legge del Pd

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso la sua indignazione per quanto accaduto alla manifestazione neofascista, definendolo "contrario alla nostra cultura acquisita" e sottolineando che "l'indignazione è trasversale". Lo ha dichiarato in audizione alla Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza. Ha aggiunto che "vietare e non osservare è controproducente e meno proficuo" e che "chi gestisce l'ordine pubblico deve fare in modo che non si registrino incidenti". Ha inoltre assicurato che "la questura relazionerà alla magistratura e in uno Stato democratico la magistratura fa le sue valutazioni sul tipo di responsabilità che possono emergere da quanto accaduto". Piantedosi riferirà nel pomeriggio al question time alla Camera.

Nel frattempo, la Procura di Roma ha ricevuto una prima informativa della Digos sulla manifestazione, in cui sono contenuti i nominativi di alcuni dei partecipanti che hanno fatto il saluto romano a braccio teso. Gli inquirenti stanno continuando le analisi sui filmati disponibili per identificarne altri.

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