L’inchiesta della procura

Ristoratrice morta dopo l’odio social: le indagini e le accuse

Giovanna Pedretti si era difesa da una recensione negativa al suo ristorante “Le Vignole”, ma era stata accusata di averla inventata per farsi pubblicità

Ristoratrice morta dopo l’odio social: le indagini e le accuse

Una recensione negativa su TripAdvisor, una replica indignata, una polemica sul web e una morte misteriosa. Questi gli ingredienti di una tragica vicenda che ha come protagonista Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano che si è tolta la vita gettandosi nel fiume Lambro. La donna era stata al centro di una tempesta mediatica dopo aver risposto a un presunto cliente che si era lamentato della presenza di "gay e disabili" nel suo locale. La figlia Fiorina D'Alvino ha accusato Selvaggia Lucarelli di aver attaccato la madre con le sue critiche e i suoi dubbi sulla recensione. La Procura ha aperto un'inchiesta e ha disposto l'autopsia e l'esame tossicologico sul cadavere di Giovanna Pedretti.

 

La recensione e la risposta

Tutto è iniziato il 12 gennaio, quando sul sito di recensioni TripAdvisor è apparsa una valutazione negativa al ristorante "Le Vignole" di Sant'Angelo Lodigiano, gestito da Giovanna Pedretti e dal marito. Il presunto cliente si lamentava del cibo, del servizio e soprattutto della presenza di "gay e disabili" ad un tavolo vicino al suo, definendoli "fastidiosi" e "inopportuni". La ristoratrice aveva risposto con fermezza, difendendo la sua clientela e invitando il recensore a non tornare più. La recensione e la replica erano diventate virali sui social, scatenando una serie di commenti di solidarietà verso la ristoratrice e di condanna verso il recensore.

 

Il dubbio e l'accusa

Tra i tanti che si erano espressi sulla vicenda, c'era anche Selvaggia Lucarelli, la nota opinionista e scrittrice, che aveva espresso dei dubbi sull'autenticità della recensione. Lucarelli aveva sostenuto che si trattasse di una "bufala" orchestrata dalla ristoratrice per farsi pubblicità, basandosi su alcune incongruenze e coincidenze. Lucarelli aveva anche criticato la ristoratrice per aver usato il tema dei diritti civili per promuovere il suo locale, definendola una "furbetta". Le parole di Lucarelli avevano suscitato polemiche e reazioni contrastanti, tra chi la appoggiava e chi la accusava di essere ingiusta e cattiva.

 

La morte e il dolore

Il 14 gennaio, il corpo di Giovanna Pedretti è stato ritrovato nel fiume Lambro, a pochi chilometri dal suo ristorante. La donna si era allontanata da casa con la sua auto, nella quale sono state trovate tracce di sangue. Gli investigatori ritengono che si sia ferita con un coltello prima di gettarsi nel fiume. La Procura ha aperto un'inchiesta per accertare le cause e le circostanze della morte. Al momento, l'ipotesi più accreditata è quella del suicidio, ma non si esclude che possa esserci stato un coinvolgimento di terze persone. La famiglia di Giovanna Pedretti è sconvolta e addolorata. La figlia Fiorina D'Alvino ha espresso il suo dolore e la sua rabbia in una storia su Instagram, in cui ha attaccato Selvaggia Lucarelli, accusandola di aver "massacrato per via mediatica" la sua mamma e di cercare la sua "prossima vittima".

 

La replica e la riflessione

Intanto Lorenzo Biagiarelli, l'influencer ( e compagno di Selvaggia Lucarelli) che per primo ha evidenziato dei dubbi sull'autenticità della recensione, ha respinto con forza le accuse di 'odio social' e 'shistorm'. "Mi dispiace moltissimo delle morte della signora Giovanna e il mio pensiero va alla sua famiglia"- ha scritto su Ig, ma invita "a riflettere sulle conseguenze del tentativo "di ristabilire la verità". "Se si dovesse temere sempre questo epilogo a questo punto dovremmo chiudere tutto, giornali e social".  "Mi dispiace che pensiate che la ricerca della verità possa avere queste conseguenze. Ci tengo a respingere con forza le accuse di 'odio social' e 'shitstorm' dal momento che la signora Giovanna, in questi due giorni, non ha ricevuto dalla stampa che lodi e attestazioni di stima, e solo qualche sparuto e faticoso tentativo di ristabilire la verità che, in ogni caso, non ha e non avrebbe mai avuto pari forza".

 

Scrivere cose false "è pericoloso" possono accadere "tragedie" e non si deve dare la responsabilità a chi ristabilisce la verità, così Selvaggia Lucarelli, è tornata sui social a parlare di altri casi di notizie e smentite. "Lo scorso anno, proprio in questo periodo, scoppiò il caso della bidella pendolare. Nacque tutto da un articolo che raccontava evidenti bugie sulla storia. Per giorni si susseguirono smentite, debunking, articoli, meme, sfottó, fotomontaggi. La bidella fu travolta da una vera shitstorm e divenne protagonista di editoriali e spazi in tv. E così tante altre storie di articoli scritti male, di persone che inventano storie per un minuto di gloria o altre ragioni e poi di persone (giornalisti e non) che ristabiliscono la verità. Nessuno si pone mai il problema a monte e cioè che scrivere cose non vere può essere pericoloso, poi accade una tragedia (in cui nessuno ovviamente pensa che contino anche il contesto, la vita, i pregressi) ed è colpa di chi ristabilisce la verità. In pratica, siamo arrivati al punto che dare una notizia non è più una responsabilità. Correggerla sì. Altro che black mirror". 

 

Il silenzio e il rispetto

Intanto, il ristorante "Le Vignole" è chiuso e le saracinesche sono abbassate. Un cartello chiede di non lasciare oggetti e fiori davanti alle vetrine, in segno di rispetto per la famiglia. Molti clienti e amici hanno espresso il loro affetto e la loro stima per Giovanna Pedretti, ricordandola come una persona gentile e generosa, che amava il suo lavoro e i suoi ospiti. La comunità di Sant'Angelo Lodigiano è scossa e addolorata per la tragedia. Il sindaco ha espresso il suo cordoglio e la sua vicinanza alla famiglia, e ha chiesto di osservare un minuto di silenzio in memoria della ristoratrice.

 

Figlia della ristoratrice: 'mandate via i giornalisti'

"Siamo assediati dai giornalisti. Andate via. Qualcuno li mandi via": questo è l'appello di Florina D'Avino, la figlia di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta ieri nelle acque del fiume Lambro, rilanciato dagli amici sui social, dove hanno pubblicato lo screenshot della sua richiesta d'aiuto. L'invito di una conoscente è quindi di andare nella zona della pizzeria "a dar man forte alla famiglia".

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