il futuro dell’Unione bancaria

Mes, Eurogruppo: niente modifiche, l’Italia deve trovare una soluzione

La brusca frenata sul Meccanismo europeo di stabilità approvato da 19 paesi su 20, rallenta il processo di integrazione finanziaria dell’Unione Europea

Mes, Eurogruppo: niente modifiche, l’Italia deve trovare una soluzione

L'Italia rischia di restare indietro nella costruzione dell'Unione bancaria, il progetto che mira a rendere più sicuro e stabile il sistema finanziario dell'Ue. Il motivo è il rifiuto del Parlamento italiano di ratificare il trattato del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), lo strumento di prestito che dovrebbe sostenere le banche in crisi. L'Eurogruppo, l'organismo che riunisce i ministri delle finanze dell'area euro, ha chiuso la porta a eventuali cambiamenti al testo, già approvato da 19 paesi su 20, e ha invitato il governo italiano a trovare una soluzione.

 

Il Mes e l'Unione bancaria

Il Mes è nato nel 2012 come fondo di salvataggio per i paesi dell'area euro in difficoltà finanziaria, in seguito alla crisi del debito sovrano. Nel 2019, i leader europei hanno deciso di riformare il Mes, ampliandone le funzioni e le risorse. Tra le novità, c'è la possibilità per il Mes di fungere da "rete di sicurezza" per il Fondo di risoluzione unico (Fru), il meccanismo che si occupa di gestire le crisi bancarie, liquidando o ristrutturando le banche fallite. Il Fru è finanziato dai contributi delle stesse banche, ma in caso di necessità potrebbe accedere a un prestito del Mes fino a 68 miliardi di euro. Questa rete di sicurezza è considerata un elemento chiave per completare l'Unione bancaria, il progetto che prevede una supervisione e una regolamentazione comuni delle banche dell'Ue, oltre a un sistema di garanzia dei depositi a livello europeo.

 

Il no dell'Italia

Per entrare in vigore, la riforma del Mes deve essere ratificata da tutti i paesi dell'area euro. Finora, 19 paesi hanno completato il processo, ma l'Italia si è fermata al Senato, dove il 9 dicembre 2020 la maggioranza ha votato contro la ratifica. Il motivo è che una parte dei partiti di governo, Fratelli d'Italia, Lega, Movimento 5 Stelle e Italia Viva, si oppone al Mes, ritenendolo uno strumento di austerità e di ingerenza da parte dell'Ue. Questi partiti chiedono di modificare il trattato del Mes, rendendolo più flessibile e favorevole agli interessi italiani. In particolare, vorrebbero eliminare la clausola che prevede una ristrutturazione del debito pubblico come condizione per accedere al prestito del Mes, anche se questa clausola si applica solo in casi eccezionali e con il consenso dei paesi membri.

 

La reazione dell'Eurogruppo

L'Eurogruppo, riunitosi il 15 gennaio 2024, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione italiana e ha ribadito la necessità di ratificare il trattato del Mes. Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha dichiarato che "la mancata ratifica da parte dell'Italia significa che i nostri sforzi per costruire un'unione bancaria continuano a mancare di un sostegno comune al Fondo di risoluzione unico e continuano a mancare di uno strumento potente per aiutarci ad affrontare gli effetti delle difficoltà bancarie". Donohoe ha aggiunto che "il ministro Giorgetti ci ha aggiornati sulla situazione dopo il voto negativo sulla ratifica del trattato del Mes, naturalmente non possiamo fare progressi su questo fronte. Il ministro Giorgetti ha fornito una panoramica molto fattuale dei recenti sviluppi all'interno del Parlamento italiano. Ci siamo impegnati a continuare a collaborare con lui". Tuttavia, Donohoe ha escluso la possibilità di aprire una discussione sulla "riforma della riforma" del Mes, come richiesto dall'Italia, sottolineando che "la realtà dalla quale si parte è che il trattato è stato ratificato da 19 paesi". Una fonte di un paese Ue informata sulla discussione all'Eurogruppo ha indicato che "è difficile che 19 paesi su 20 che hanno già ratificato il trattato possano e vogliano cambiarlo perché un paese non rispetta l'impegno alla ratifica: semmai occorre definire una narrativa positiva sul ruolo del Mes affinché il trattato venga ratificato dall'Italia, aiutando il ministro italiano in questa direzione".

 

Il commento di Gentiloni

Il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, ha espresso il suo rammarico per la mancata ratifica del nuovo Mes da parte dell'Italia, ma ha anche manifestato il suo rispetto per la scelta del Parlamento. "Certamente c'è rammarico, ma, come si dice, il Parlamento è sovrano. Penso che però il rammarico debba tradursi anche nella spinta per trovare il modo per risolvere questa questione, perché non possiamo evitare una possibilità di utilizzo di queste risorse che peraltro è sostenuta dalla quasi totalità dei Paesi" ha detto Gentiloni, arrivando all'Eurogruppo. "Quindi c'è rispetto per la scelta del Parlamento, rammarico, volontà di andare avanti" ha sintetizzato Gentiloni.

 

Il destino del nuovo strumento

Al termine della riunione, il direttore del Mes, Pierre Gramegna, ha dato indicazioni sul futuro del nuovo strumento nel corso della conferenza stampa prevista per fine giornata. Gramegna ha affermato che il Mes è pronto a svolgere il suo ruolo di rete di sicurezza per il Fru, ma che per farlo è necessaria la ratifica da parte di tutti i paesi membri. Gramegna ha esortato l'Italia a compiere questo passo, sottolineando i benefici che ne deriverebbero per il sistema bancario italiano e per l'intera area euro. Gramegna ha anche escluso l'ipotesi di un piano B per aggirare l'ostacolo italiano, affermando che il Mes è basato sul principio dell'unanimità e che non ci sono alternative al trattato già firmato.

 

Le sfide dell'economia europea

Oltre al tema del Mes, l'Eurogruppo ha discusso anche delle sfide che attendono l'economia europea, in un contesto di crescenti tensioni internazionali e di difficoltà in cui si trova l'Ue. I ministri delle finanze hanno fatto il punto sulla situazione economica e finanziaria dell'area euro, evidenziando i rischi legati alla pandemia, alla transizione ecologica e digitale, e alle turbolenze geopolitiche. I ministri hanno anche ribadito il loro impegno a sostenere la ripresa economica con politiche fiscali e monetarie adeguate, e a implementare il piano di rilancio Next Generation EU, il fondo da 750 miliardi di euro destinato a finanziare gli investimenti e le riforme dei paesi membri. L'Eurogruppo ha infine accolto con favore la proposta della Commissione europea di istituire un dialogo macroeconomico con il Regno Unito, per monitorare gli effetti dell'accordo post-Brexit e prevenire eventuali distorsioni della concorrenza.

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