nuove sanzioni e pene

Eco-vandali, ok alla legge Sangiuliano: “Chi rovina i monumenti paga“

Il ministro della Cultura festeggia l’approvazione definitiva del disegno di legge che inasprisce le pene per chi danneggia beni culturali o paesaggistici

Eco-vandali, ok alla legge Sangiuliano: “Chi rovina i monumenti paga“

È legge dello Stato il principio che chi deturpa o imbratta un monumento paga di tasca propria. Lo ha annunciato il ministro della Cultura in un post su X, dopo che la Camera ha dato il via libera definitivo, con 138 voti favorevoli, al disegno di legge contro le eco-proteste, noto come “eco-vandali”. Il provvedimento, firmato dal ministro Sangiuliano, introduce sanzioni più severe per chi provoca danni a beni culturali o paesaggistici.

Nel mirino, soprattutto, i gruppi ambientalisti come “Ultima generazione” ed “Extinction Rebellion” che, per denunciare le politiche sul clima, hanno lanciato vernici su monumenti, quadri o nei canali di Venezia.

Ringrazio il Parlamento, il Governo e i tanti cittadini che mi hanno sostenuto in questa battaglia di civiltà” ha scritto Sangiuliano, sottolineando che “non è giusto che a pagare siano i cittadini italiani”. Il ministro ha ricordato che “in alcuni casi siamo arrivati fino ai 200mila euro di spesa per ripristinare lo stato dei luoghi” e ha contestato l’uso di sostanze vegetali che, secondo gli attivisti, non lascerebbero segni. “Esperti mi dicono che qualche cosa resta sempre” ha affermato Sangiuliano, aggiungendo che “ambiente e clima sono questioni fondamentali per le quali dovremmo attivarci subito, ma non è certo con gli eco-vandali che li risolviamo”.

 

Le sanzioni previste dalla legge

La legge prevede che chiunque distrugga, disperda, deteriori, renda in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici sia punito con una sanzione amministrativa che va dai 20.000 ai 60.000 euro. Se il danno comporta un uso pregiudizievole per la conservazione o l’integrità di questi beni o un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico, la sanzione può variare da 10.000 a 40.000 euro. L’autorità competente a occuparsi della materia è il Prefetto, che deve notificare la sanzione all’interessato entro 120 giorni dalla commissione del fatto.

I proventi delle sanzioni saranno destinati al Ministero della Cultura per il ripristino dei beni danneggiati. Se la sanzione sarà pagata entro 30 giorni dalla notifica, sarà ridotta del 30%. Questo beneficio non si applica a chi si sia già avvalso dello stesso negli ultimi 5 anni.

 

Le pene

La legge modifica anche due articoli del codice penale: il 635 e il 639.

- Chiunque distrugga, disperda, deteriori o renda, in tutto o in parte, inservibili beni mobili o immobili di interesse storico, artistico, archeologico o paesaggistico è punito con la reclusione da 1 a 5 anni. Se il fatto è commesso con violenza alla persona o con minaccia, la pena è aumentata.

- Chiunque, senza giusta causa, rimuova, sottragga, nasconda, detenga o ponga in commercio beni culturali o paesaggistici è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da 258 a 15.493 euro. Se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, la pena è aumentata.

 

Le reazioni dei gruppi ambientalisti

I gruppi ambientalisti che hanno condotto le eco-proteste hanno criticato la legge, definendola una misura repressiva e liberticida. Hanno sostenuto che le loro azioni non hanno causato danni irreversibili ai beni culturali o paesaggistici, ma hanno solo voluto attirare l’attenzione sull’emergenza climatica e sulla necessità di cambiare il modello di sviluppo. Hanno anche affermato che le loro proteste sono state pacifiche e non violente, e che hanno usato sostanze innocue e biodegradabili, come la fluoresceina, un colorante vegetale usato anche da geologi, speleologi e idraulici. Hanno infine annunciato che continueranno a lottare per la difesa dell’ambiente e dei diritti umani, nonostante la legge Sangiuliano.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA