A QUARTA REPUBBLICA

Avvertimenti, attacchi e spigolature: Meloni a tutto tondo da Porro

La premier si difende dalle critiche sulla missione Ue nel Mar Rosso e sulla nomina al Teatro di Roma. Rivendica la sua autonomia politica e la sua visione

Avvertimenti, attacchi e spigolature: Meloni a tutto tondo da Porro

La premier Giorgia Meloni non si lascia intimidire dalle polemiche e dalle accuse che le arrivano da più parti. In un’intervista a Quarta repubblica, in onda ieri sera su Rete4, ha ribadito la sua posizione su vari temi di attualità, dalla missione Ue nel Mar Rosso alla nomina al Teatro di Roma, passando per la politica estera e il Patto di stabilità. Ha anche lasciato aperta la possibilità di candidarsi alle elezioni europee, affermando di voler misurare il suo consenso.

 

Missione Ue nel Mar Rosso: “E’ di politica di difesa”

La premier ha difeso la scelta dell’Italia di partecipare alla missione navale Ue nel Mar Rosso, sostenendo che si tratta di una missione “prevalentemente di politica di difesa”. Ha spiegato che il Mar Rosso è una zona strategica per il commercio mondiale, e che l’Italia non può tollerare le minacce degli Houthi, i ribelli yemeniti sostenuti dall’Iran. Ha aggiunto che la missione Ue non richiede il passaggio in Parlamento, a differenza di quella statunitense, a cui l’Italia non aderisce. “L’Italia c’è, si assume le responsabilità”, ha dichiarato.

 

Politica estera: “Parlare con tutti, anche con Erdogan”

La premier ha rivendicato la sua idea di una politica estera basata sul dialogo con tutti gli interlocutori, anche con quelli con cui si possono avere divergenze. Ha ricordato il suo recente incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, con cui ha discusso di vari temi, tra cui la Libia, il Mediterraneo e i diritti umani. Ha detto di essere stata pronta a far valere gli interessi dell’Italia e a esprimere le sue opinioni con franchezza, senza cambiare atteggiamento a seconda del contesto. Ha anche espresso il suo rammarico verso una certa e minima collaborazione del presidente francese Emmanuel Macron, nel trovare un accordo sul nuovo Patto di stabilità, che ha definito però il “migliore compromesso possibile”.

 

Nomina al Teatro di Roma: “Basta con la tessera del Pd”

La premier ha respinto le critiche sulla nomina di De Fusco al Teatro di Roma, sostenendo di non averla conosciuta prima e di aver apprezzato il suo curriculum culturale e professionale. Ha denunciato lo scandalo che si è creato solo perché De Fusco non ha la tessera del Pd, e ha annunciato la fine di quel sistema di nomine basato sulle appartenenze politiche. Ha affermato che le nomine pubbliche devono essere fatte in base al merito, e non alla tessera di partito. Ha anche negato di aver parlato di complotti, ma di aver evidenziato il fenomeno dell’amichettismo che caratterizza l’Italia.

 

Beneficienza

Una legge per rendere chiara la beneficenza nelle attività commerciali, giovedì in CdM ma non cercavo lo scontro con Ferragni. “Stiamo lavorando a una legge che porteremo al Consiglio dei ministri di giovedì, secondo cui le attività commerciali che hanno anche una finalità benefica devono indicare sulla confezione del prodotto a chi destinano i fondi, per quale scopo e quale percentuale va effettivamente a fini benefici”. Queste le parole della premier Giorgia Meloni a Quarta repubblica, che ha fatto riferimento al caso del pandoro di Chiara Ferragni per evidenziare la mancanza di trasparenza nella normativa delle attività commerciali con uno scopo benefico. “Che sia voluto o meno, ora c’è il rischio di cadere in questa trappola”. “Non mi sono pentita” di aver parlato del pandoro di Chiara Ferragni, “mi è dispiaciuto che sia stato interpretato come uno scontro. Ma chi vuole uno scontro con Chiara Ferragni? Io volevo dire una cosa positiva, verso chi produce un’eccellenza che noi apprezziamo attraverso gli influencer e che diamo più valore a chi la porta che a chi la fa”. Così la premier Giorgia Meloni.

“Poi - ha aggiunto Meloni - ho fatto un accenno perché era di attualità il caso del pandoro, ma è stata la sinistra a scatenarsi per difendere e a creare una questione politica, come se avessi attaccato Che Guevara”.

 

Privatizzazioni e l'attacco

‘Non accetto lezioni di italianità da chi ha venduto la Fiat’.

“Mi ha fatto ridere la prima pagina di Repubblica: l’Italia è in vendita. Tutto bene, ma che questa critica venga dal giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat e l’hanno consegnata ai francesi, che hanno spostato all’estero sede fiscale e legale, che hanno messo in vendita online i luoghi delle nostre storiche imprese italiane… Non so se il titolo fosse una confessione, ma le lezioni di difesa dell’italianità da questi pulpiti no grazie”. Così la premier Giorgia Meloni, senza nominarla, si è riferita alla famiglia Agnelli, durante l’intervista a Quarta repubblica.

‘Privatizzazioni? In tre anni 20 miliardi si possono fare’

“Nel documento economico di bilancio prevediamo 20 miliardi in 3 anni” dalle privatizzazioni, “un lavoro che si può fare con serietà come lo penso io: possiamo vendere alcune quote di società pubbliche senza perdere il controllo pubblico, e su alcune società totalmente di proprietà dello Stato possiamo vendere quote di minoranza a dei privati. Tipo Ferrovie? Sì anche, è uno dei dossier sul tavolo. Lo Stato tiene sempre il controllo quando il controllo è essenziale”. 

 

Elezioni europee: “Deciderò all’ultimo”

La premier ha lasciato aperta la possibilità di candidarsi alle elezioni europee, previste per giugno 2024. Ha detto di non aver ancora preso una decisione, e di voler valutare il suo consenso. Ha affermato di non accettare lezioni da nessuno, e di voler fare le sue scelte in autonomia. Ha anche sottolineato l’importanza delle elezioni europee, che rappresentano una sfida per il futuro dell’Europa e dell’Italia. Ha detto di voler portare avanti il suo progetto politico, basato sui valori della sovranità, della libertà e dell’identità.

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