114esimo giorno di guerra

Gaza, svolta nella crisi: Israele e Hamas verso accordo mediato da Usa

Secondo il Nyt, la bozza prevede un cessate il fuoco di due mesi e il rilascio di oltre 100 ostaggi. Oggi a Parigi, l’incontro tra leader per i dettagli

Gaza, svolta nella crisi: Israele e Hamas verso accordo mediato da Usa

La guerra in Medio Oriente, che dura da 114 giorni, potrebbe presto avere una pausa. Secondo il New York Times, i negoziatori americani hanno elaborato una bozza di accordo che prevede la fine delle operazioni militari a Gaza per circa due mesi, in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas. L’accordo, che potrebbe essere firmato nelle prossime due settimane, è il risultato di un’intensa attività diplomatica che ha coinvolto le parti in conflitto negli ultimi 10 giorni. Oggi, i rappresentanti di Israele e Hamas si incontreranno a Parigi per discutere i dettagli dell’intesa.

 

Una tregua a fasi

L’accordo prevede una tregua a fasi, che dovrebbe creare le condizioni per una soluzione pacifica e duratura della crisi. Nella prima fase, che durerebbe 30 giorni, Hamas libererebbe le donne, gli anziani e i feriti tra gli ostaggi. Contemporaneamente, le parti dovrebbero concordare una seconda fase, sempre di 30 giorni, durante la quale verrebbero rilasciati anche gli uomini e i soldati israeliani. Inoltre, l’accordo prevede un aumento dell’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza, che soffre per la scarsità di cibo, acqua, energia elettrica e medicine. Infine, le parti dovrebbero negoziare il numero di palestinesi, attualmente detenuti nelle carceri israeliane, che verrebbero liberati.

 

L’Onu chiede fondi per l’Unrwa, Israele si oppone

Nel frattempo, l’Onu ha lanciato un appello ai paesi donatori per ripristinare i finanziamenti all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi. L’Unrwa ha dichiarato che il suo lavoro sta collassando dopo che nove paesi hanno deciso di tagliare i fondi in seguito all’accusa di coinvolgimento di alcuni suoi dipendenti nel massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha annunciato che nove dei 12 membri dello staff dell’Unrwa sospettati di essere coinvolti nella strage sono stati licenziati, uno ucciso e le identità di altri due sono ancora in fase di chiarimento. Guterres ha anche assicurato che è in corso un’inchiesta interna e che presto ci sarà una revisione indipendente dei fatti.

La richiesta dell’Onu ha scatenato la reazione di Israele, che ha accusato Guterres di ignorare la sicurezza e la vita dei cittadini israeliani. L’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, ha definito l’Unrwa un’organizzazione “omicida e terroristica” e ha chiesto che venga smantellata. Finora, nove paesi hanno congelato i loro aiuti all’Unrwa: Stati Uniti, Australia, Canada, Finlandia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svizzera e Regno Unito. Solo due paesi hanno dichiarato di continuare a sostenere l’agenzia: Irlanda e Norvegia.

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