“Antisionisti mai antisemiti”

Proteste pro-Palestina, scontri e polemiche nel Giorno della Memoria

In varie città italiane si sono tenute manifestazioni, nonostante le ordinanze delle questure. A Milano, tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine.

Proteste pro-Palestina, scontri e polemiche nel Giorno della Memoria

Ieri, 27 gennaio, si è celebrata la Giornata della Memoria, in ricordo delle vittime della Shoah e di tutti i genocidi della storia. Ma in Italia, la giornata è stata segnata da proteste e contestazioni a favore della Palestina, oggi martoriata dalla guerra tra Israele e Hamas. Nonostante il governo avesse chiesto alle questure di rinviare le manifestazioni, per rispetto delle comunità ebraiche, in diverse città si sono svolte comunque iniziative di solidarietà con il popolo palestinese. A Milano, la situazione è degenerata in scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine, con un ferito. Gli studenti hanno accusato l’ipocrisia delle istituzioni, che condannano il genocidio della Shoah ma sostengono quello palestinese. A Roma, invece, si è tenuto un pacifico sit-in in piazza Vittorio Emanuele, dove è stata esposta una grande bandiera palestinese con la scritta “Antisionisti mai antisemiti”. 

 

Milano, scontri in piazzale Loreto

A Milano, la manifestazione pro-Palestina si è trasformata in una battaglia campale tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Circa 1200 persone si erano radunate in piazzale Loreto, angolo via Padova, per esprimere la loro solidarietà con la Palestina e la loro opposizione alla politica di Israele. Ma quando hanno cercato di forzare il cordone di sicurezza, sono state respinte con cariche di alleggerimento. Un manifestante sarebbe rimasto ferito. Tra gli slogan scanditi dai manifestanti, “Palestina libera”, “Israele assassino”, “No alla guerra, no alla NATO”. Tra i partecipanti, anche alcuni esponenti di movimenti di sinistra e di associazioni pacifiste.

 

Gli studenti: “Ipocrita condannare la Shoah e sostenere il genocidio palestinese”

A denunciare l’ipocrisia delle istituzioni, in particolare dell’università e del governo, sono stati gli studenti del gruppo Cambiare Rotta Milano, che hanno diffuso una nota in cui hanno espresso il loro sostegno alla resistenza palestinese. Gli studenti hanno criticato la ministra dell’istruzione Bernini, che ha parlato di memoria ma ha ignorato la situazione della Palestina, e la classe dirigente, che ha deciso di inviare armi in Ucraina e di partecipare alla guerra nel mar Rosso a fianco di Israele. Gli studenti hanno anche condannato il tentativo di impedire le manifestazioni pro-Palestina, che considerano un attacco alla democrazia e alla libertà di espressione.

 

Roma, sit-in pacifico in piazza Vittorio Emanuele

A Roma, invece, la manifestazione pro-Palestina si è svolta senza incidenti in piazza Vittorio Emanuele, dove si sono riuniti circa mille persone tra movimenti pro Palestina, collettivi e studenti. Durante il sit-in, i manifestanti hanno ricordato che il corteo non era stato possibile per via delle restrizioni imposte per la sicurezza nel Giorno della Memoria. Hanno anche lanciato una campagna di boicottaggio contro Israele, accusato di commettere un genocidio contro il popolo palestinese. Una grande bandiera palestinese è stata srotolata in piazza, con sopra il cartello: “Antisionisti mai antisemiti”. Tra i presenti, anche lo chef Rubio, che la sera prima era stato fermato con una tanica di sangue di maiale mentre andava a una manifestazione pro Palestina.

 

Pietre d’inciampo per i bambini palestinesi morti a Gaza

Un gesto simbolico e provocatorio è stato compiuto da un gruppo di attivisti pro Palestina aderenti alla Camera del Non Lavoro, che fa capo all’Adl Cobas. Gli attivisti hanno posato sul marciapiede di Piazzale Baiamonti a Milano delle pietre d’inciampo con i nomi di bambini palestinesi morti durante gli attacchi di Israele alla Striscia di Gaza. Con l’aiuto di un martello pneumatico, hanno creato il buco per l’alloggiamento e quindi installato la mattonella su cui è riportato il nome di un bambino, Muhammad Musa Issa Sammour, di 4 anni, morto a Gaza. Gli attivisti hanno spiegato che il loro obiettivo è quello di collocare dieci pietre d’inciampo, una per ogni bambino ucciso da Israele. 

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