Processo rinviato al 24 maggio

Ilaria Salis, in aula in catene: convocato l’ambasciatore ungherese

La maestra italiana accusata di aver aggredito due neonazisti a Budapest si dice innocente. Il ministro Tajani protesta per le condizioni di detenzione.

Ilaria Salis, in aula in catene: convocato l’ambasciatore ungherese

Una scena da incubo quella andata in onda in Ungheria. Ilaria Salis, la maestra milanese di 39 anni, è stata portata in aula in catene a piedi e mani, scortata da due poliziotti con il passamontagna. È accusata di aver ferito due neonazisti durante una manifestazione a Budapest, lo scorso febbraio. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha convocato l'ambasciatore ungherese per esprimere la sua indignazione per le condizioni di detenzione della cittadina italiana. Il processo è stato aggiornato al 24 maggio. Salis si è dichiarata non colpevole e ha contestato le prove e la traduzione degli atti.

 

Il processo a Ilaria Salis

Ilaria Salis è in carcere da febbraio 2023, quando è stata arrestata insieme ad altri quattro attivisti antifascisti, tra cui il suo compagno tedesco Johann Guntermann. Secondo l'accusa, avrebbero partecipato a un'azione violenta contro due neonazisti, in occasione del "Giorno dell'onore", una commemorazione della resistenza delle SS all'assedio sovietico di Budapest nel 1945. Salis è accusata di lesioni aggravate, con l'aggravante di aver agito nell'ambito di un'associazione a delinquere tedesca, la "Hammerband" di Lipsia, guidata da Lina Engel, una 28enne anarco-rivoluzionaria.

 

Ieri si è tenuta la prima udienza del processo, che si è svolta in un clima di tensione. Salis è apparsa in catene, con le mani e i piedi legati da una catena e sorvegliata da due agenti di un corpo speciale di polizia penitenziaria, che indossavano il giubbotto antiproiettile e il passamontagna per non essere riconosciuti. Una scena che ha suscitato clamore e che ha fatto intervenire il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha chiesto al governo ungherese di "vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana detenuta in attesa di giudizio". La Farnesina ha convocato l'ambasciatore ungherese a Roma per un passo di protesta e oggi l'ambasciatore italiano in Ungheria farà lo stesso presso le autorità ungheresi.

 

Salis ha preso la parola in tribunale e si è dichiarata non colpevole. Ha denunciato l'impossibilità di visionare le immagini delle telecamere di sorveglianza, su cui si basano le accuse, e la mancata traduzione degli atti, in inglese e in italiano, che le hanno impedito di conoscere appieno i reati di cui è chiamata a rispondere. Ha chiesto anche l'esame delle persone offese, di un consulente antropometrico e di un medico legale sulla natura "potenzialmente letale" delle lesioni provocate, che hanno portato a una prognosi di 5 e 8 giorni per le vittime. Il giudice ungherese ha rinviato il processo al prossimo 24 maggio e ha confermato, per ora, la custodia cautelare in carcere. I legali di Salis potrebbero presentare a breve una richiesta di domiciliari in attesa di sentenza.

 

La difesa di Salis

La difesa di Salis contesta la natura stessa del reato, che non è il tentato omicidio e in Italia prevederebbe pene così lievi da non permettere misure di custodia in attesa di giudizio. Contesta anche l'aggravante di aver agito "nell'ambito di un'associazione a delinquere" tedesca, sostenendo che Salis non ha alcun legame con la "Hammerband" di Lipsia, ma che si trovava a Budapest per partecipare a una manifestazione pacifica contro il fascismo. La difesa sostiene anche che Salis abbia agito in legittima difesa, in quanto i due neonazisti avrebbero aggredito lei e il suo compagno con coltelli e bastoni.

 

Salis è una maestra di scuola primaria, laureata in filosofia e attivista per i diritti umani. Il padre, Roberto Salis, ha dichiarato alla tv ungherese Rtl di essere "preoccupato" per le condizioni di detenzione della figlia, descritte come disumane in alcune lettere inviate in Italia. La Procura ungherese, per ora, ha ribadito la richiesta di condanna a 11 anni di carcere, ma Salis rischia una pena massima a 16 anni secondo il codice penale magiaro. Una richiesta "eccessiva" afferma il padre. Salis in Tribunale ha preso la parola e si è dichiarata non colpevole - riferiscono i suoi avvocati italiani presenti in aula, Eugenio Losco e Mauro Straini.

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