Le ragioni della rabbia

Bruxelles sotto assedio: la protesta degli agricoltori scuote l’Ue

Migliaia di trattori manifestano davanti al Parlamento Europeo contro le politiche agricole dell’Unione. Sul tavolo del vertice Ue, le concessioni

Bruxelles sotto assedio: la protesta degli agricoltori scuote l’Ue

Bruxelles è una città blindata. Un esercito di trattori sta protestando davanti al Parlamento europeo, dove si sta tenendo il vertice dei leader Ue. Il clima è rovente, gli agricoltori sono arrabbiati per le condizioni imposte dall'Ue al settore agricolo, e vogliono farsi sentire e mettere sotto pressione i governi. La polizia sta cercando di tenere a bada i manifestanti, finora si segnalano una statua abbattuta e piccoli roghi. Si tratta di una protesta che coinvolge tutta l'Europa, da nord a sud, da est a ovest. Un dissenso che mette in discussione il futuro dell'Europa, a pochi mesi dalle elezioni europee.

 

Le ragioni della rabbia degli agricoltori

Gli agricoltori europei hanno molte ragioni per essere scontenti. Da un lato, devono affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico, dalla crisi energetica, dalle malattie animali e vegetali, dalla concorrenza globale. Dall'altro, devono adeguarsi alle norme ambientali, sanitarie, sociali, commerciali imposte dall'Ue, che spesso li penalizzano rispetto ai loro concorrenti. In particolare, gli agricoltori contestano due aspetti: 

  • Gli accordi di libero scambio con paesi terzi, come l'Ucraina e il Mercosur, che favoriscono l'ingresso di prodotti a basso costo e a bassi standard. L'accordo di libero scambio tra l'Ue e il Mercosur, il blocco economico che riunisce Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay è stato siglato nel 2019 dopo 20 anni di negoziati, prevede la riduzione o l'eliminazione di dazi e barriere non tariffarie tra le due aree, con l'obiettivo di creare il più grande mercato comune del mondo. Tuttavia, l'accordo è ancora in fase di ratifica da parte dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo, e incontra la forte opposizione di alcuni paesi, in particolare la Francia, che lo considerano una minaccia per la sovranità alimentare, la qualità dei prodotti e la tutela dell'ambiente. Gli agricoltori francesi, infatti, temono che l'accordo possa aprire le porte all'ingresso di carne, zucchero, etanolo e altri prodotti agricoli sudamericani, che godono di costi di produzione più bassi e di standard sanitari e ambientali meno rigorosi. Per questo, la Francia ha chiesto una revisione dell'accordo, introducendo delle garanzie sul rispetto delle norme europee e dei principi del Green Deal. La Commissione europea ha promesso di valutare le preoccupazioni francesi, ma ha anche sottolineato i benefici economici e geopolitici dell'accordo, che potrebbe rafforzare il ruolo dell'Ue nel mondo e creare nuove opportunità di crescita e occupazione.

  • La riforma della Politica agricola comune (Pac), che prevede l'obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni per accedere ai fondi europei. Gli agricoltori ritengono che questa norma sia ingiusta e penalizzante, soprattutto in un momento di crisi economica e sociale post pandemia. Inoltre, denunciano la mancanza di tutele adeguate contro gli eventi climatici estremi, come le siccità, le alluvioni e le gelate, che mettono a rischio i raccolti e i redditi. Per calmare le acque, la Commissione europea ha proposto di sospendere l'obbligo del maggese per tutto il 2024, in attesa di una revisione della Pac. La proposta è stata accolta con favore dalla Francia, che ha fatto della difesa degli agricoltori una delle sue priorità, ma anche da Coldiretti, l'organizzazione degli agricoltori e degli allevatori italiani, che però chiede lo stralcio definitivo della norma.

Un altro motivo di scontento per gli agricoltori è il Green Deal, il piano dell'Ue per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il settore agricolo è chiamato a contribuire a questa sfida con una riduzione delle emissioni di gas serra, una maggiore efficienza energetica, una diversificazione delle colture e una riduzione dell'uso di pesticidi e fertilizzanti. 

 

Il dialogo politico e il bilancio Ue

Di fronte alla protesta degli agricoltori, che si è diffusa in tutta Europa, la Commissione europea ha cercato di aprire un dialogo politico con il settore e con i governi nazionali, per trovare delle soluzioni condivise e sostenibili. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha riconosciuto il ruolo fondamentale degli agricoltori nella sicurezza alimentare dell'Ue e ha espresso la sua disponibilità a continuare il confronto. Il primo appuntamento sarà il vertice dei leader europei, che si terrà a Bruxelles oggi in via straordinaria. Anche se all'ordine del giorno non c'è alcun punto specifico sull'agricoltura, il presidente francese Emmanuel Macron sarà il primo a sollevare la questione, legandola alla revisione del bilancio Ue 2021-2027, di cui la Pac è uno dei pilastri con oltre trecento miliardi di euro a disposizione. La battaglia politica, ha anticipato il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, sarà "un braccio di ferro". Soprattutto sul Mercosur, che Parigi vuole bloccare o modificare. Ma anche su altri temi, come la solidarietà con l'Ucraina, il Green Deal e il sostegno agli agricoltori. Una sfida che metterà alla prova la coesione e la credibilità dell'Ue, a pochi mesi dalle elezioni europee.

 

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