122esimo giorno di guerra

Gaza, Netanyahu-Sinwar: la trattativa si complica su tregua e ostaggi

Il conflitto tra Israele e Hamas continua a mietere vittime e a ostacolare gli aiuti umanitari. Gli Usa cercano di mediare ma l’accordo è ancora lontano

Gaza, Netanyahu-Sinwar: la trattativa si complica su tregua e ostaggi

La guerra di Gaza, scoppiata il 7 ottobre 2023, non accenna a fermarsi. Dopo 122 giorni di combattimenti, il bilancio è di 27.365 morti, la maggior parte civili. Le speranze di una soluzione pacifica sono sempre più lontane, nonostante gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti e dei loro alleati. Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza, rifiuta le offerte di tregua e di rilascio degli ostaggi da parte di Israele, esigendo condizioni più favorevoli. Nel frattempo, la situazione si aggrava anche nello Yemen, dove gli Houthi, sostenuti dall’Iran, denunciano nuovi raid aerei da parte di Usa e Gran Bretagna.

 

Sullivan: “Nessun accordo in vista tra Israele e Hamas”

Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha ammesso che non c’è una prospettiva immediata di un accordo tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi. In una intervista alla Abc, Sullivan ha detto che i negoziati sono “piuttosto lenti” e che non è possibile prevedere quando o se si arriverà a una conclusione. Sullivan ha ribadito, però, che la visione degli Stati Uniti è quella di una “risposta a lungo termine alla pace nella regione” e alla “sicurezza di Israele”, basata sulla creazione di uno Stato palestinese con “garanzie di sicurezza per Israele”.

 

Blinken e Cameron, impegno congiunto per Gaza e Yemen

Il segretario di Stato Usa, Antony J. Blinken, ha parlato al telefono con il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, che gli ha riferito dei suoi incontri in Israele e in Cisgiordania. Secondo lo staff di Blinken, i due hanno discusso degli sforzi in corso per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e per ottenere una pausa umanitaria che consenta di aumentare l’invio di aiuti umanitari ai civili di Gaza. Inoltre, i due hanno discusso della situazione nel Mar Rosso e dell’azione internazionale per ritenere gli Houthi responsabili dei loro attacchi illegali e sconsiderati alle navi. I leader hanno ribadito l’impegno congiunto tra Stati Uniti e Regno Unito a sostegno dell’Ucraina. Blinken si è inoltre congratulato con Cameron per il successo del ripristino dell’Assemblea e dell’Esecutivo dell’Irlanda del Nord.

 

Hamas respinge la proposta di accordo sugli ostaggi

Mentre è atteso l’arrivo in Israele del segretario di Stato Usa Antony Blinken, al suo quinto viaggio in Medioriente dall’inizio della guerra, sembra che Hamas sia orientata a rifiutare la proposta di accordo su tregua e rilascio degli ostaggi che è stata presentata al gruppo palestinese dopo la riunione di Parigi del 28 gennaio. La bozza, che prevedrebbe il rilascio degli ostaggi in più fasi, accompagnato da pause graduali nei combattimenti e dalla consegna di aiuti a Gaza, era stata discussa a Parigi da rappresentanti di Qatar, Egitto, Israele e Usa. Ma secondo il Jerusalem Post, che cita Al-Arabiya, Hamas intende chiedere a Israele di liberare un maggior numero di detenuti palestinesi. Inizialmente una tv saudita aveva riferito che la risposta di Hamas sulla proposta di accordo sarebbe arrivata domenica sera. In serata, tuttavia, il canale israeliano Channel 12 ha fatto sapere, citando una fonte di Hamas, che così non sarebbe stato. E ha aggiunto che il leader di Hamas Yahya Sinwar, ritenuto la mente del massacro del 7 ottobre, intende chiedere solide garanzie sulla fine della guerra e sul ritiro dell’esercito israeliano - entrambi punti sui quali Tel Aviv ha già espresso il suo no.

 

Netanyahu: “Non rilasceremo migliaia di terroristi”

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto ai suoi ministri che il criterio stabilito dal governo durante il precedente accordo per il rilascio di ostaggi e prigionieri deve fungere da punto di riferimento per l’imminente accordo. Secondo Netanyahu, sarà categorico sul fatto che in questo accordo Israele non rilascerà migliaia di terroristi. Nell’accordo precedente, per ogni ostaggio venivano rilasciati tre prigionieri palestinesi. Netanyahu ha sottolineato in una riunione di governo che non ci sarà un arresto completo dei combattimenti come parte dell’accordo. Ha aggiunto che un cessate il fuoco sarà possibile solo se Hamas accetterà le condizioni di Israele, tra cui il riconoscimento dello Stato ebraico e la fine dei lanci di razzi.

 

Nuovi raid aerei Usa-Gb in Yemen

Intanto, anche la guerra in Yemen, che dura dal 2015, ha subito una nuova escalation con i raid aerei condotti da Usa e Gran Bretagna contro le postazioni degli Houthi, il movimento sciita sostenuto dall’Iran che controlla gran parte del paese. Gli attacchi, che hanno causato decine di vittime, sono stati definiti una “provocazione” e una “violenza ingiustificata” dagli Houthi, che hanno accusato le due potenze occidentali di “fomentare l’odio contro i colonialisti” e di “sostenere la coalizione aggressiva” guidata dall’Arabia Saudita, alleata del governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale. 

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