azioni e reazioni

Navalny ucciso dal regime di Putin, il mondo lo ricorda e lo onora

In diverse città si sono svolte manifestazioni di solidarietà e di condanna del regime di Mosca. Il G7 ha osservato un minuto di silenzio per il dissidente.

Navalny ucciso dal regime di Putin, il mondo lo ricorda e lo onora

La Russia e il mondo sono in lutto per la morte di Alexei Navalny, il principale oppositore del presidente Vladimir Putin, deceduto in carcere dopo una lunga agonia. Navalny, che aveva 47 anni, era stato arrestato lo scorso gennaio al suo ritorno in Russia dopo aver sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento con una sostanza nervina. Era stato condannato a due anni e mezzo di reclusione per una vecchia accusa, considerata politicamente motivata.  Il suo decesso è stato annunciato ieri dal suo team, che ha accusato il Cremlino di averlo assassinato.

 

La reazione internazionale

La morte di Navalny ha scatenato una forte reazione internazionale, sia a livello istituzionale che popolare. Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, ha aperto ieri la riunione del G7 con un minuto di silenzio in sua memoria. Tajani ha definito Navalny “un eroe della libertà e della democrazia” e ha chiesto “sanzioni severe” contro la Russia per la sua uccisione. Anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha espresso il suo cordoglio e la sua indignazione per il “brutale omicidio” di Navalny. Biden ha affermato che la sua morte “rappresenta un attacco ai diritti umani e ai valori fondamentali che condividiamo con il popolo russo”. Il presidente americano ha anche annunciato che il suo governo “non resterà in silenzio” di fronte a questo crimine e che “prenderà le misure appropriate” per responsabilizzare i colpevoli. Altre condanne sono arrivate da parte dei leader di Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Giappone, Australia e molti altri Paesi, che hanno espresso la loro solidarietà alla famiglia e agli amici di Navalny e alla sua causa.

 

Le manifestazioni di piazza

Non solo i governi, ma anche i cittadini di tutto il mondo hanno voluto rendere omaggio a Navalny e protestare contro il regime di Putin. In Russia, nonostante il divieto delle autorità e il forte dispiegamento di forze di sicurezza, migliaia di persone si sono radunate in diverse città per commemorare il dissidente e chiedere giustizia. Secondo la ong Ovd-Info, specializzata nel monitoraggio delle proteste, almeno 400 persone sono state arrestate in 21 località, tra cui Mosca, San Pietroburgo, Nizhny Novgorod, Taganrog, Bryansk e Belgorod. A San Pietroburgo, la polizia ha fermato anche un prete ortodosso che intendeva celebrare una messa in piazza per Navalny. La madre del dissidente è stata informata ufficialmente della sua morte e ha richiesto che il suo corpo le venga consegnato “immediatamente”. Il portavoce di Navalny, Kira Jarmysh, ha scritto su Twitter: “è stato assassinato”.

 

Anche in Europa e negli Stati Uniti, centinaia di persone si sono riunite davanti alle ambasciate e ai consolati russi per esprimere il loro cordoglio e la loro rabbia. A Varsavia, in Polonia, circa un centinaio di persone, soprattutto giovani, hanno manifestato con cartelli e slogan contro Putin. Denislan, un russo di 29 anni che non ha voluto rivelare il suo nome completo, ha dichiarato di essere venuto per denunciare gli “assassinii politici” e di considerare Navalny un “simbolo della società civile russa”. A Vilnius, in Lituania, un Paese molto critico verso la Russia, diverse centinaia di persone si sono radunate presso il memoriale delle vittime dell’occupazione sovietica, portando i ritratti del defunto.

A Berlino, in Germania, la folla ha intonato cori di “Putin assassino! Putin all’Aia!”, riferendosi alla Corte penale internazionale. Molti manifestanti erano di origine russa o tedesca e portavano foto o citazioni di Navalny o insulti contro Putin. Evgeni Syrokin, coordinatore del movimento “FreeNavalny” in Germania, ha detto all’AFP: “È un duro colpo a livello emotivo. Stiamo aspettando la conferma ufficiale da parte della famiglia. Questo ci motiva a continuare a lavorare. Stiamo combattendo contro Putin”.

Nei Paesi Bassi, diverse centinaia di persone hanno manifestato in piazza Dam, davanti al palazzo reale di Amsterdam e davanti all’ambasciata russa all’Aia, dove era appeso un ritratto del dissidente. I manifestanti ad Amsterdam portavano cartelli con la scritta “Putin è un assassino” e “Non arrenderti”. In Svizzera, circa 150 persone si sono riunite presso la Place des Nations a Ginevra, con in mano il ritratto di Navalny o un mazzo di fiori bianchi. Una donna portava un cartello con la scritta “Putin è un assassino”.

A Londra, diverse decine di persone si sono radunate davanti all’ambasciata russa, dietro le transenne, portando cartelli in inglese o russo che dicevano “Putin assassino”, “Assassini”, “Navalny il nostro eroe”, “La mia Russia è in prigione”, “Non arrenderti”, “Noi siamo Navalny”. Altre manifestazioni si sono svolte in Francia, Spagna e altri Paesi.

 

La polemica politica e la manifestazione in Italia

La morte di Navalny ha suscitato anche una polemica politica in Italia, dove il leader di Azione, Carlo Calenda, ha annunciato una manifestazione per lunedì pomeriggio a Roma, in concomitanza con la ripresa dei lavori parlamentari. Calenda ha invitato le forze politiche europeiste e democratiche a partecipare all’iniziativa, per esprimere il loro sostegno a Navalny e la loro condanna di Putin. La proposta ha ricevuto l’adesione della segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che ha risposto su Twitter: “Noi ci siamo”.

Calenda era già stato al centro dell’attenzione ieri, quando aveva attaccato duramente il leader della Lega, Matteo Salvini, definendolo uno dei “putiniani d’Italia” e sottolineando la sua “vicinanza” al presidente russo. Calenda aveva anche affermato che dalla Lega non era arrivata “una parola” per Navalny, notizia smentita dal partito di Salvini, che ha deciso di querelare Calenda per le sue dichiarazioni. Schlein, che ha riunito la segreteria del Pd anche per discutere di politica estera, ha ricordato le parole pronunciate ieri dal vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. “Non additiamo responsabili finché non ci saranno prove concrete”, aveva detto Crippa, suscitando le critiche del Pd. Schlein ha ribadito che per il suo partito “le responsabilità di Putin nei confronti della morte di Navalny sono forti” e che non si può restare indifferenti di fronte a questo “omicidio politico”.

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