137esimo giorno di conflitto

Onu: a Gaza un bambino su sei soffre di “malnutrizione acuta”

Mentre il premier israeliano ribadisce di volere il controllo su Gaza e Cisgiordania, l’UE e Nazioni Unite denunciano la crisi umanitaria nella Striscia

Onu: a Gaza un bambino su sei soffre di “malnutrizione acuta”

Il premier israeliano Netanyahu insiste sul volere il controllo su Gaza e Cisgiordania, mentre l’UE e l’ONU denunciano la crisi umanitaria. Gli Usa propongono un cessate il fuoco temporaneo, ma solo se Hamas libera gli ostaggi. A Gaza, i bambini muoiono di fame e malattie.

 

La posizione di Israele

Israele manterrà il pieno controllo della sicurezza su tutta l’area a ovest del Giordano, con o senza un accordo definitivo”. Queste le parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha ribadito la sua volontà di mantenere il dominio su Gaza e Cisgiordania, nonostante le pressioni internazionali per una soluzione pacifica del conflitto. “Questo include Giudea e Samaria (la Cisgiordania, ndr) e la Striscia di Gaza”, ha aggiunto Netanyahu, lanciando un ultimatum ad Hamas, il movimento islamista che controlla Gaza dal 2007 e che Israele considera un’organizzazione terroristica.

Netanyahu ha ricevuto questa settimana la visita del principale consigliere del presidente americano Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, che ha discusso con lui e con il ministro della Difesa Yoav Gallant della possibile operazione militare israeliana a Rafah, al confine tra Gaza ed Egitto, e degli sforzi per liberare gli ostaggi tenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo il sito di notizie americano Axios, McGurk ha incontrato anche il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel al Cairo, per sondare il ruolo dell’Egitto come mediatore tra Israele e Hamas.

 

La proposta degli Usa

Gli Stati Uniti, principale alleato di Israele, hanno presentato una bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in cui chiedono un cessate il fuoco temporaneo a Gaza “non appena possibile”, ma a una condizione: che Hamas liberi tutti gli ostaggi che tiene in suo potere. La bozza, che è stata vista da Al Jazeera, esorta inoltre Israele a non lanciare un’offensiva di terra a Rafah e a “rimuovere tutte le barriere alla fornitura di assistenza umanitaria su larga scala” a Gaza, dove la situazione è drammatica.

 

La crisi umanitaria

Le Nazioni Unite hanno lanciato un allarme per la grave crisi umanitaria che affligge la Striscia di Gaza, dove la guerra tra Israele e Hamas è entrata nella sua ventesima settimana, causando più di 29mila morti, di cui molti civili. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha dichiarato che “a Gaza i civili sono in trappola e senza aiuti”, e ha condannato i raid aerei israeliani sui campi profughi, che hanno fatto numerose vittime. Il Brasile, che ha espresso solidarietà alla causa palestinese, ha convocato l’ambasciatore israeliano per protestare contro la decisione di Israele di dichiarare “persona non grata” l’ex presidente brasiliano Lula da Silva, che aveva criticato duramente l’azione di Israele a Gaza.

Ma il problema più grave riguarda i bambini, che a Gaza muoiono non solo per le bombe, ma anche per la fame e le malattie. Le agenzie delle Nazioni Unite, tra cui l’UNICEF, l’OMS e il WFP, hanno riferito che cibo e acqua potabile sono diventati “estremamente scarsi” nei territori palestinesi e che quasi tutti i bambini soffrono di malattie infettive. “La Striscia di Gaza è sull’orlo di un’esplosione del numero di morti infantili prevenibili, che potrebbe peggiorare il già insostenibile livello di mortalità infantile”, ha affermato Ted Chaiban, vice capo dell’azione umanitaria dell’UNICEF. Secondo le Nazioni Unite, oltre il 15% dei bambini di età inferiore ai due anni, ovvero uno su sei, soffre di “malnutrizione acuta” nel nord di Gaza, che è quasi completamente privo di aiuti umanitari. “Fame e malattie sono una combinazione mortale”, ha sottolineato Mike Ryan, responsabile delle emergenze dell’OMS.

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