139esimo giorno di conflitto

Gaza, guerra senza fine: Israele e Hamas cercano una tregua al Cairo

Si continua a negoziare un cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri. Nel frattempo, la violenza non si ferma e la situazione umanitaria è drammatica

Gaza, guerra senza fine: Israele e Hamas cercano una tregua al Cairo

La guerra di Gaza, iniziata il 7 ottobre 2023 con il sanguinoso attacco da parte di Hamas, non accenna a finire. Dopo 139 giorni di combattimenti, che hanno causato oltre 29.000 morti e più di 69.000 feriti palestinesi, le parti coinvolte nel conflitto cercano una soluzione diplomatica al Cairo, sotto la mediazione dell'Egitto, degli Stati Uniti e del Qatar. Ma la strada per la pace è ancora lunga e tortuosa, e nel frattempo la violenza non si ferma: attacchi aerei, attentati e scontri si susseguono in vari fronti, tra Siria, Libano, Cisgiordania e Striscia di Gaza. La situazione umanitaria a Gaza è drammatica, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, che denuncia la mancanza di acqua, cibo, medicine e infrastrutture.

 

Gantz: "Possibile un accordo per gli ostaggi"

Uno dei nodi cruciali dei negoziati al Cairo è lo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas. Il ministro israeliano del Gabinetto di guerra, Benny Gantz, ha dichiarato di aver ricevuto "segni preliminari" che indicano la possibilità di "far avanzare un nuovo accordo per la liberazione degli ostaggi". Gantz ha assicurato che il suo governo farà di tutto per riportare a casa tutti i rapiti del 7 ottobre, e ha chiesto a Hamas di dimostrare la loro condizione di vita. Hamas, dal canto suo, ha chiesto la liberazione di migliaia di detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, tra cui alcuni leader storici del movimento islamico.

 

La delegazione israeliana torna al Cairo

Per discutere dei dettagli dello scambio di prigionieri e del cessate il fuoco, la delegazione israeliana è tornata al Cairo per la seconda volta in 48 ore, dopo una breve consultazione a Tel Aviv. La delegazione, composta da alti funzionari militari e dei servizi segreti, è arrivata con lo stesso aereo privato di ieri, un Hawker Beechcraft 400XP, dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Ad accoglierla, c'erano i responsabili di una delle agenzie di intelligence egiziane, che l'hanno accompagnata direttamente alla sede dei colloqui. Al Cairo si trova ancora Ismail Haniyeh, il capo dell'ufficio politico di Hamas, insieme a rappresentanti statunitensi e del Qatar.

 

Nuovi raid israeliani su Rafah

Mentre i negoziati proseguono, la tensione resta alta sul terreno. Israele ha condotto una serie di raid aerei su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nella notte tra mercoledì e giovedì. Lo ha riferito un giornalista dell'Afp, che ha parlato di una decina di attacchi. Rafah è considerata "l'ultimo bastione" di Hamas dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha deciso di lanciare un'offensiva di terra per sconfiggere il gruppo islamico e liberare gli ostaggi e di ignorare le proteste internazionali e le richieste di un cessate il fuoco immediato e incondizionato.

 

La Knesset respinge l'idea di uno Stato palestinese

Un altro ostacolo alla pace è la posizione di Israele sullo status dei territori occupati. La Knesset, il Parlamento israeliano, ha approvato la decisione del governo di opporsi a qualsiasi dichiarazione unilaterale di uno Stato palestinese. Il voto è stato di 99 favorevoli e 11 no dei partiti arabi, con il sostegno anche dell'opposizione al governo di Netanyahu. Il leader centrista e capo dell'opposizione Yair Lapid ha motivato il suo voto affermando di essere contrario a qualsiasi azione unilaterale e ha accusato Netanyahu di "aver inventato una minaccia inesistente". I laburisti hanno abbandonato l'Aula al momento del voto. Israele sostiene che la soluzione dei due Stati possa avvenire solo attraverso negoziati diretti con l'Autorità nazionale palestinese, con la quale però non dialoga da anni.

 

Hezbollah attacca Israele

Il conflitto di Gaza ha avuto ripercussioni anche sui paesi vicini. Hezbollah, il gruppo libanese alleato di Hamas, ha rivendicato 13 attacchi contro Israele nella giornata di mercoledì, secondo quanto riportato da Al Jazeera. Hezbollah ha dichiarato di aver colpito diverse basi israeliane e di aver lanciato razzi contro le città israeliane di Metula e Matzuva. Di solito, il gruppo libanese afferma che le sue operazioni militari sono a sostegno dei palestinesi e in risposta alle aggressioni israeliane. Israele ha risposto con raid aerei sul Libano, causando danni e vittime civili.

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