146esimo giorno

Gaza, 112 morti in coda per il cibo: diverse versioni e contraddizioni

Hamas e Israele si contraddicono sulla dinamica della sparatoria. Gli USA chiedono chiarimenti. L’Onu non trova l’accordo per una dichiarazione univoca

Gaza, 112 morti in coda per il cibo: diverse versioni e contraddizioni

La guerra di Gaza non si ferma e continua a mietere vittime innocenti. Nel 146esimo giorno di conflitto, una nuova tragedia ha colpito la popolazione palestinese, affamata e senza speranza. Secondo Hamas, ieri 112 persone sono state uccise e altre 760 ferite da colpi di arma da fuoco dell’esercito israeliano, mentre erano in attesa di ricevere gli aiuti umanitari nel nord della Striscia. Israele ha negato la responsabilità, sostenendo che si è trattato di due episodi separati, in uno dei quali la maggior parte dei morti sarebbe stata causata dalla calca della folla. Gli USA hanno chiesto a Tel Aviv di fornire risposte, mentre l’Onu non è riuscita a trovare un accordo per una dichiarazione di condanna nonostante l’appello dell'ambasciatore palestinese all’Onu abbia chiesto una condanna, la persecuzione dei colpevoli e un cessate il fuoco.

 

La versione di Hamas

Hamas ha denunciato quello che ha definito un “massacro inaccettabile” da parte di Israele, che avrebbe sparato contro i civili inermi che si trovavano in fila per ottenere il pane e altri beni di prima necessità. La fazione islamica ha detto che i fatti si sono verificati nel nord della Striscia, vicino al confine con Israele, dove era stata organizzata la distribuzione degli aiuti umanitari. Hamas ha accusato Israele di violare il diritto internazionale e di commettere crimini di guerra, e ha avvertito che questo episodio potrebbe compromettere i negoziati per una tregua e per lo scambio di prigionieri. Hamas ha anche aggiunto che il numero di vittime potrebbe salire, in quanto ci sono ancora molti corpi sotto le macerie.

 

La versione di Israele

Israele ha respinto le accuse di Hamas, affermando di aver agito in legittima difesa e di aver cercato di evitare vittime civili. L’Idf, le forze di difesa israeliane, ha sostenuto che si è trattato di due incidenti distinti, avvenuti a centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro. Nel primo, secondo Israele, alcuni militanti di Hamas avrebbero tentato di infiltrarsi in territorio israeliano, e sarebbero stati respinti con colpi di avvertimento alle gambe, causando solo 10 morti. Nel secondo, invece, Israele ha parlato di uno “sfortunato incidente” dovuto alla calca della folla, che avrebbe provocato la maggior parte dei decessi. Israele ha anche sottolineato di aver facilitato l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza, e di aver cooperato con le organizzazioni internazionali.

 

La reazione degli USA

Gli Stati Uniti, principale alleato di Israele, hanno espresso preoccupazione per quanto accaduto a Gaza, e hanno chiesto a Tel Aviv di fornire chiarimenti e di condurre un’indagine sull’incidente. Il presidente Joe Biden ha detto di essere a conoscenza delle versioni “contraddittorie” sulla sparatoria, e ha aggiunto che il suo governo le sta esaminando. Biden ha anche detto di sperare in un cessate il fuoco, ma ha ammesso che è “probabile che non ci sarà” per lunedì. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha detto che gli USA ritengono che la situazione a Gaza sia “disperata” e hanno chiesto a Israele di “proteggere” la distribuzione di aiuti. Miller ha anche detto che “qualsiasi sia il numero dei civili morti è troppo alto”, e ha rimandato al Pentagono per le stime. Il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, ha riferito che, secondo il ministero della Sanità di Hamas, dall’inizio della guerra sono morti 25mila fra donne e bambini a Gaza.

 

L’impasse dell’Onu

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a trovare un accordo per una dichiarazione comune riguardo alla sparatoria a Gaza. Secondo fonti diplomatiche, la bozza in discussione esprimeva “profonda preoccupazione per le notizie secondo cui oltre 100 persone hanno perso la vita dopo che le forze israeliane hanno aperto il fuoco mentre la folla aspettava aiuti alimentari a sud-ovest della città di Gaza”, e sottolineava “la necessità di adottare tutte le misure necessarie per proteggere i civili e le infrastrutture civili”. Tuttavia, alcuni membri del Consiglio hanno espresso riserve e hanno chiesto più tempo per consultarsi con i propri governi. Il Consiglio si riunirà di nuovo domani per cercare di raggiungere un consenso.

 

Il commento dell’UE

L’Unione Europea ha espresso la sua condanna per la sparatoria a Gaza, definendola un “massacro inaccettabile” e una “violazione del diritto umanitario”. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha detto che l’UE è “scioccata e addolorata” per le vittime civili, e ha chiesto una “indagine indipendente e credibile” sull’incidente. Borrell ha anche ribadito il sostegno dell’UE agli sforzi per una soluzione pacifica del conflitto, basata sulla coesistenza di due Stati, Israele e Palestina. L’UE ha anche annunciato di aver stanziato altri 20 milioni di euro per gli aiuti umanitari a Gaza, portando il totale a 50 milioni da inizio anno.

 

La richiesta della Palestina

La Palestina ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di condannare la sparatoria di Gaza, di perseguire i responsabili e di stabilire un cessate il fuoco. Lo ha detto l’ambasciatore palestinese presso l’Onu, Riyad Mansour, ai giornalisti. Mansour ha detto che il Consiglio di sicurezza dovrebbe “dire basta” a questi “omicidi” e che finché ci saranno dei veti, il popolo palestinese continuerà a pagare con la vita. Mansour ha fatto riferimento al veto degli Stati Uniti, il principale alleato di Israele, che ha impedito tre volte al Consiglio di chiedere un cessate il fuoco immediato. Mansour ha anche detto di aver incontrato l’ambasciatore americano presso l’Onu, Linda Thomas-Greenfield, e di averla implorata di produrre un risultato di condanna.

 

La posizione degli Emirati Arabi

Gli Emirati Arabi Uniti hanno chiesto “un’indagine indipendente e trasparente” sulla sparatoria di Gaza, secondo quanto riporta la Cnn. Gli Emirati Arabi Uniti hanno anche chiesto “la punizione dei responsabili” e hanno espresso “la loro profonda preoccupazione per l’aggravarsi della crisi umanitaria nella Striscia, che minaccia altre perdite di vite innocenti”, secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri. Il ministero ha aggiunto che “la priorità immediata è porre fine all’escalation delle operazioni militari e raggiungere un cessate il fuoco immediato”.

 

Meloni: sgomento per quanto accaduto

"Ho appreso con profondo sgomento e preoccupazione la drammatica notizia di quanto accaduto oggi - ieri ndr- a Gaza. È urgente che Israele accerti la dinamica dei fatti e le relative responsabilità. Le nuove e numerose vittime civili impongono di intensificare immediatamente gli sforzi sui negoziati in atto per creare le condizioni per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi". Così in una nota la premier italiana Giorgia Meloni.

 

La reazione di Macron

“Profonda indignazione per le immagini che arrivano da Gaza, dove i soldati israeliani hanno preso di mira i civili. Esprimo la mia più ferma condanna per questi colpi e chiedo verità, giustizia e rispetto del diritto internazionale”. Così il presidente francese Emanuel Macron su X. E ancora: “A Gaza la situazione è drammatica. Tutta la popolazione civile deve essere protetta. Un cessate il fuoco deve essere messo in atto immediatamente per permettere che gli aiuti siano distribuiti”.

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