Il lieto fine dopo una lunga odissea

Chico Forti, condannato all’ergastolo in Florida, torna in Italia

La premier Giorgia Meloni ha annunciato da Washington la firma dell’autorizzazione al trasferimento di Enrico Forti, accusato di aver ucciso Dale Pike

Chico Forti, condannato all’ergastolo in Florida, torna in Italia

Un lieto fine dopo una lunga odissea. Questo è quello che si augurano i familiari e gli amici di Chico Forti, il velista italiano condannato all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto nel 1998. Dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, Forti potrà finalmente tornare in Italia, grazie all’autorizzazione al trasferimento firmata dal governo americano e annunciata dalla premier Giorgia Meloni, in visita a Washington.

 

Un annuncio inaspettato

Sono felice di annunciare che, dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, è stata appena firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti. Un  risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo, della  collaborazione con il governo dello Stato della Florida e con il  governo federale degli Stati Uniti che ringrazio. E’ un giorno di  gioia per Chico, per la sua famiglia e per tutti noi. Lo avevamo  promesso e lo abbiamo fatto. E ora aspettiamo in Italia Chico”. Così ha dichiarato la Meloni in un breve video pubblicato sui social, arrivato nella serata italiana di ieri da Washington, dove la premier si trovava per un bilaterale con il presidente Joe Biden alla Casa Bianca in vista del G7 a giugno in Puglia.

L’annuncio ha sorpreso e commosso i parenti e i sostenitori di Forti, che da anni si battono per dimostrare la sua innocenza e per ottenere il suo rientro in patria. Tra questi, la sua anziana madre Maria e lo zio Gianni, che hanno sempre creduto nella sua versione dei fatti e che ora potranno riabbracciarlo dopo tanto tempo. Anche il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha espresso la sua soddisfazione per la notizia, definendola “una bellissima notizia per Trento e una vittoria di tutti quelli che non hanno mai dimenticato il loro connazionale in carcere al di là dell’oceano”.

 

Una vicenda giudiziaria oscura

La storia di Chico Forti è una di quelle che sembrano uscite da un film. Nato a Trento nel 1959, Forti era un appassionato di sport estremi e di vela. Grazie alla somma vinta in un programma di Canale 5, condotto da Mike Bongiorno, si trasferisce negli Stati Uniti e intraprende una nuova attività. Lì si sposa e diventa padre di tre figli. La sua vita cambia radicalmente nel 1998, quando viene arrestato per l’omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale il velista italiano stava acquistando il Pikes Hotel, una discoteca molto nota all’epoca.

L’accusa si basa su prove circostanziali e testimonianze contrastanti, tra cui una confessione di Forti, successivamente ritrattata, rilasciata senza la presenza di un avvocato. Il movente sarebbe una presunta truffa ai danni di Pike, poi archiviata. Nonostante Forti abbia sempre proclamato la sua innocenza, il processo, durato due anni, si conclude con una condanna all’ergastolo senza la possibilità di revisione.

Da allora, Forti ha cercato in tutti i modi di ottenere un nuovo processo, sostenendo di essere stato vittima di una macchinazione e di un errore giudiziario. La sua difesa ha presentato diverse richieste di revisione, appelli e petizioni, ma senza successo. Anche diversi giornalisti, politici e personalità hanno preso le sue parti, sollevando dubbi e critiche sulla regolarità del processo e sulla validità delle prove. Tra questi, il senatore Luigi Manconi, presidente della Onlus “A buon diritto”, che ha definito l’impianto accusatorio “assai fragile” e ha chiesto al governo italiano di intervenire per la tutela dei diritti di Forti.

 

Una speranza di giustizia

Il trasferimento di Forti in Italia potrebbe rappresentare una svolta nella sua vicenda e una speranza di giustizia. Secondo quanto previsto dalla Convenzione di Strasburgo, a cui aderiscono sia l’Italia che gli Stati Uniti, il condannato potrà beneficiare della legislazione penitenziaria del Paese di destinazione, che prevede la possibilità di ottenere la libertà condizionata dopo aver scontato almeno 26 anni di pena. Inoltre, Forti potrà continuare a chiedere la revisione del processo, sia negli Stati Uniti che in Italia, e a far valere le sue ragioni.

Non si sa ancora quando Forti arriverà in Italia, ma si presume che ci vorranno alcuni mesi per completare le procedure burocratiche. Intanto, la sua famiglia e i suoi amici si preparano ad accoglierlo con gioia e affetto, dopo una lunga attesa. Forti, che ora ha 64 anni, potrà finalmente ricominciare una nuova vita, nel suo Paese, vicino ai suoi cari. E magari, un giorno, potrà tornare a navigare sui mari che tanto ama.

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