Nel cimitero di Borisovskoye

Navalny, l’ultimo saluto tra commozione, proteste e indomito coraggio

L’oppositore russo è stato sepolto a Mosca dopo una cerimonia seguita da migliaia di persone nonostante le intimidazioni. Slogan contro Putin e vari arresti

Navalny, l’ultimo saluto tra commozione, proteste e indomito coraggio

L’oppositore russo Alexei Navalny ha ricevuto ieri l’ultimo saluto da migliaia di persone che si sono radunate a Mosca per rendergli omaggio. Nonostante le difficoltà e le intimidazioni, i suoi sostenitori hanno voluto esprimere il loro affetto e la loro ammirazione per il leader della protesta contro il regime di Vladimir Putin. Navalny è stato sepolto nel cimitero di Borisovskoye, sulle note delle sue canzoni preferite, tra cui “My Way” e la colonna sonora di “Terminator 2”. La sua bara, aperta per consentire l’ultima carezza, era circondata da fiori, tra cui quelli inviati dai diplomatici occidentali, che non sono stati ammessi alla cerimonia.

 

Una giornata di emozioni

La giornata è stata carica di emozioni e di tensione. Prima il braccio di ferro sulla restituzione della salma, poi le difficoltà nel trovare una sala per le esequie e addirittura un carro funebre, ma anche i timori per possibili ritorsioni. Nulla ha potuto fermare le migliaia di persone che si sono recate nel quartiere periferico di Maryino, ad oltre 20 chilometri dal centro di Mosca, per partecipare al rito religioso ortodosso, celebrato in una piccola chiesa stretta tra anonime torri residenziali anche di 30 piani. Mentre le autorità, nonostante il massiccio schieramento di forze dell’ordine - polizia, Guardia nazionale, reparti speciali Omon -, non hanno fatto nulla per disperdere i seguaci dell’oppositore, nemmeno quando dalla folla si sono levati slogan ostili contro Putin.

“Sono qui perché rappresentava la speranza in un Paese diverso, per me, la mia famiglia, gli amici, anche se probabilmente ne pagheremo le conseguenze”, ha detto all’ANSA una ragazza di 19 anni, Irina, davanti alla chiesa dell’Icona della Madre di Dio. Tra i presenti c’erano anche molti anziani, che hanno ricordato la figura di Navalny come un simbolo di libertà e di coraggio. “Era un uomo onesto, che voleva il bene della Russia, che non si è lasciato intimidire da nessuno”, ha affermato una signora di 70 anni, Natalia.

 

Una protesta politica

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aveva avvertito che qualsiasi manifestazione “non autorizzata” sarebbe stata considerata una “violazione della legge”. Il raduno ha effettivamente assunto i contorni di una protesta politica, con slogan quali “la Russia sarà libera” e “una Russia senza Putin” che si sono alzati dalla folla. E successivamente l’ong Ovd-Info ha reso noto che 128 persone in 19 diverse città della Russia sono state fermate, tra cui un dirigente locale del partito progressista Yabloko, Andrei Morev, bloccato in metropolitana mentre rientrava dai funerali. Secondo la stessa fonte, in totale 67 persone sono state fermate durante commemorazioni in 16 città russe.

I funerali, comunque, non sono stati turbati da incidenti, con le forze dell’ordine che si sono limitate a dirigere l’afflusso dei partecipanti e si sono mostrate collaborative con i moltissimi giornalisti presenti, russi e stranieri. Quando il furgone con la bara di Navalny è uscito dalla chiesa, decine di mazzi di fiori sono stati lanciati nella sua direzione. Tra questi anche quello dell’incaricato d’affari italiano, Pietro Sferra Carini, che come gli altri diplomatici occidentali ha atteso a lungo e invano di essere ammesso alla cerimonia.

 

L’addio al cimitero

Poi, sullo sfondo di un cielo grigio che minacciava neve, una nera colonna di gente si è incamminata lungo il ponte Brateevskij che attraversa la Moscova per raggiungere il cimitero. La folla ha cominciato subito a premere all’entrata, mentre all’interno, a poche decine di metri, era in corso la sepoltura. Dai presenti si sono alzati nuovi slogan, quali “Alexei è il nostro eroe”. Ma soprattutto quello, ripetuto, di “fateci entrare”. Alla fine della cerimonia la richiesta è stata esaudita. Dopo aver passato i controlli al metal detector, ognuno ha potuto deporre i propri fiori davanti alla fotografia di Navalny e gettare un pugno di terra sulla bara, deposta nella fossa appena scavata.

Nel giorno dell’addio, Navalny è stato ricordato con un nuovo omaggio da Vladimir Kara-Murza, un altro oppositore che attualmente si trova in carcere per scontare una pena di 25 anni. "Il futuro non può essere fermato da pallottole, veleni o prigioni", ha scritto Kara-Murza, per la cui liberazione nei giorni scorsi un altro dissidente Ilya Yashin, aveva chiesto un intervento diplomatico di Onu, Ue e Usa, affermando che rischia di morire come Navalny.

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