scandalo nel mondo del calcio

Gabriele Gravina si difende in procura: “Vittima di dossieraggio”

Il presidente della Figc, indagato per autoriciclaggio, ha chiesto di essere ascoltato dai pm di Roma sulla presunta tangente e un appartamento a Milano

Gabriele Gravina si difende in procura: “Vittima di dossieraggio”

Gabriele Gravina, il numero uno del calcio italiano, è finito nel mirino della giustizia. Il presidente della Figc è indagato per autoriciclaggio dalla procura di Roma, che lo ha sentito ieri su sua richiesta. Gravina si dice vittima di un dossieraggio orchestrato da alcuni suoi avversari, che lo accusano di aver preso una tangente per un appalto sui diritti tv della Lega Pro e di averla usata per comprare un appartamento a Milano. Ma cosa c’è di vero in queste accuse? E quali sono le conseguenze per il futuro della Figc e del calcio italiano?

 

L’audizione di Gravina

Ieri pomeriggio, Gabriele Gravina si è presentato a piazzale Clodio, sede della procura di Roma, per essere ascoltato dai pm che hanno aperto un’inchiesta su di lui per “presunte attività illecite”. Il presidente della Figc ha chiesto di essere sentito per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima, in seguito alle “intollerabili strumentalizzazioni e alle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti” che lo hanno coinvolto negli ultimi giorni, come hanno scritto i suoi legali in una nota. Gravina ha espresso la sua piena fiducia nei magistrati che stanno seguendo il caso e ha sottolineato di essere una persona offesa in questa vicenda. Al termine dell’audizione, durata circa due ore, i pm hanno iscritto Gravina nel registro degli indagati “a sua tutela”, per il reato di autoriciclaggio, ovvero il reinvestimento di denaro di provenienza illecita in beni leciti.

 

La tangente e l’appartamento

L’inchiesta di Roma nasce da una segnalazione della Direzione nazionale antimafia (Dna), che ha ricevuto mesi fa delle informazioni da parte della procura di Perugia, dove è in corso un’indagine su un presunto dossieraggio ai danni di alcuni vip, tra cui lo stesso Gravina. Secondo quanto emerge dalle carte dell’indagine perugina, Gravina sarebbe stato oggetto di una “spionaggio” da parte di alcuni suoi avversari nel mondo del calcio, che lo avrebbero accusato di aver percepito una tangente di 250 mila euro per l’aggiudicazione di un appalto sui diritti tv della Lega Pro, quando ne era il presidente, nel 2018. Questa somma, secondo gli inquirenti, sarebbe stata usata da Gravina per acquistare un appartamento a Milano, di cui è proprietario dal 2019.

Inoltre, i pm di Roma stanno verificando la competenza territoriale dell’inchiesta, visto che l’appartamento si trova a Milano e non a Roma.

 

Il dossieraggio e gli incontri

Il presunto dossieraggio ai danni di Gravina sarebbe stato orchestrato a partire dalla primavera del 2022 quando Antonio Laudati, sostituto procuratore antimafia, ora indagato insieme ad altre quattordici persone dalla procura di Perugia nell'inchiesta sui presunti accessi informatici illegali alle banche dati investigative, chiamò Striano per andare a incontrare Emanuele Floridi, ex collaboratore di Gravina, diventato poi vicino al presidente della Lazio Claudio Lotito. Gli incontri sarebbero stati quattro e il tema sarebbero stati i diritti tv e la compravendita di libri antichi

 

Le reazioni e le conseguenze

Il caso Gravina potrebbe avere delle ripercussioni sul futuro della Figc e del calcio italiano, in vista delle elezioni federali previste per il 2024. Gravina, che è stato eletto presidente della Figc nel 2018 e riconfermato nel 2021, ha annunciato la sua intenzione di ricandidarsi per un terzo mandato, ma ora dovrà fare i conti con le accuse che lo riguardano e con la concorrenza di altri candidati, tra cui lo stesso Lotito.

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