il nuovo presidente

Elezioni regionali Abruzzo 2024: candidati, aspettative e sfide

Marsilio per il centrodestra e D’Amico per il centrosinistra si sfideranno alle urne domani 10 marzo, ecco quando si vota e come funziona lo spoglio

Elezioni regionali Abruzzo 2024: candidati, aspettative e sfide

A poche settimane dal voto delle Regionali in Sardegna che ha generato molte polemiche per lo spoglio estremamente lento, domani 10 marzo, toccherà ai cittadini dell'Abruzzo eleggere il nuovo presidente della Regione e i 31 consiglieri regionali

I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 nelle quattro circoscrizioni che corrispondono alle province locali: L’Aquila, Teramo, Pescara e Chieti.

Lo spoglio delle schede inizierà subito dopo la chiusura dei seggi, e si spera che già a notte inoltrata si possa avere un quadro abbastanza definito dell’esito del voto. È importante notare che non è previsto un ballottaggio: chi vincerà al primo turno diventerà il nuovo presidente della Regione.

 

La procedura di voto

Il meccanismo di voto nell’Abruzzo è piuttosto semplice e non contempla il “voto disgiunto”, che ha avuto un ruolo significativo nelle recenti elezioni in Sardegna. Nell’urna, gli elettori potranno esprimere al massimo due preferenze per i consiglieri regionali, a condizione che non siano dello stesso sesso, altrimenti la seconda preferenza verrà annullata. Questo è possibile solo se i due candidati consiglieri sono direttamente collegati a una lista che sostiene un candidato presidente. Altrimenti, se si desidera votare solo per un candidato alla presidenza, basterà barrare il simbolo della coalizione, senza esprimere alcuna preferenza per i consiglieri.

Tuttavia, non sarà possibile votare per un candidato presidente e per consiglieri appartenenti a una lista non collegata a lui.

 

La legge elettorale 

La legge elettorale abruzzese prevede un premio di maggioranza per le liste collegate al candidato presidente che risulterà vincitore. Questo premio consentirà loro di occupare il 60% dei seggi nel consiglio regionale. Le liste che otterranno percentuali inferiori al 2% (se fanno parte di una coalizione che ottiene meno del 4%) rimarranno escluse dal consiglio. Se tali liste si presentano da sole, la soglia sarà fissata proprio al 4%.

 

I candidati in lizza

In un duello politico che coinvolge centrodestra e centrosinistra, i vertici guidati dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dalla segretaria del Pd, Ely Schlein, si sono impegnati personalmente per promuovere le rispettive campagne elettorali. La competizione elettorale abruzzese presenta due candidati alla presidenza:

- Marco Marsilio, 56 anni, gode dell’appoggio dei partiti di centrodestra, tra cui Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati. A questi si aggiungono l’Unione di Centro e la lista civica “Marsilio Presidente”. Marsilio è il presidente uscente della regione, eletto nel 2019, e ha fatto storia come il primo governatore d’Abruzzo espressione di Fratelli d’Italia, il partito di riferimento. In passato, dal 2008 al 2012, è stato deputato per il Popolo della Libertà, mentre dal 2018 al 2019 ha ricoperto il ruolo di senatore con Fratelli d’Italia, partito che in Abruzzo ha una piccola roccaforte (nel 2022, alle elezioni governative, ha raggiunto il 27% di consensi).

- Luciano D’Amico, 64 anni, è il contendente. Ex rettore dell’Università di Teramo, D’Amico è sostenuto da un’ampia coalizione di centrosinistra composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Azione. A questi si aggiungono le liste civiche “Abruzzo Insieme-D’Amico Presidente” e “Riformisti e Civici” (quest’ultima comprende una buona rappresentanza di Italia Viva) insieme a “Abruzzo Vivo”.

 

Questo test rappresenta una sfida forse più impegnativa per il cosiddetto “campo largo” rispetto a quanto accaduto in Sardegna. Qui, il centrodestra sembra ancora radicato in un’arena politica che richiede una conferma non semplice. Va da sé che nelle ultime 5 elezioni politiche in Abruzzo, le coalizioni di centrodestra e centrosinistra si sono sempre alternate: nessuna è mai riuscita a ottenere un secondo mandato, ma alla fine, in ogni elezione successiva, è tornata comunque in sella.

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