Oggi, 10 marzo 2024, l’Abruzzo è chiamato alle urne per un appuntamento elettorale di rilievo. Con i seggi aperti fino alle 23:00, gli elettori potranno determinare il futuro politico della loro regione, scegliendo tra il centrodestra e il centrosinistra, rappresentati rispettivamente da Marsilio e D’Amico.
Le elezioni regionali Abruzzo 2024
Con un totale di 305 comuni coinvolti nelle elezioni, il numero complessivo dei votanti è di 1.208.276, suddivisi tra 592.041 uomini e 616.235 donne su una popolazione censita di 1.275.950 persone, il fattore affluenza sarà un indicatore chiave.
I dati dell’affluenza, attesi per le 12:00, forniranno un primo segnale sull’engagement dei votanti mentre il secondo dato parziale, quello delle 19, potrebbe già smorzare entusiasmi o accrescere timori. A tal proposito, vale la pena ricordare i dati delle precedenti elezioni regionali quelle del 2019 quando si è registrato un calo significativo della partecipazione dei votanti, con solo il 53% degli aventi diritto che si sono recati alle urne. Questo è stato un netto calo rispetto alle consultazioni del 2014, quando il 61,56% ha votato. Tuttavia, alle più recenti elezioni politiche del 2022, la partecipazione è stata più alta, con il 63,99% degli abruzzesi che hanno votato.
Nel 2014, Marsilio ha ottenuto il 48,03% dei voti e la sua coalizione il 49,20%. Il candidato del centrosinistra Legnini ha raggiunto il 31,29%, mentre la sua coalizione ha ottenuto il 30,64%. In quell'occasione c'erano anche altri candidati come Marcozzi per M5s (20,20%) e Flajani (0,48%).
Al termine delle votazioni, inizieranno le operazioni di spoglio per determinare i risultati delle elezioni regionali in Abruzzo.
La battaglia per l’Abruzzo
Il blocco di centrodestra, con Marsilio in prima linea, mira a un traguardo epocale: la riconferma di un governatore in carica.
Giorgia Meloni, dopo aver puntato su Paolo Truzzu in Sardegna, ora appoggia un altro candidato simbolo: il leale Marsilio, primo governatore regionale di FdI. Il centrosinistra, sottolineando l’ansia dei rivali, sostiene che una sconfitta del protetto di Meloni in Abruzzo sarebbe un colpo al governo. I capi del centrodestra, riuniti a Pescara, negano: nessuna ripercussione sulla maggioranza. Eppure, il voto abruzzese è un ulteriore test, dopo quello sardo, per valutare l’equilibrio di potere tra i partiti governativi, in vista anche delle elezioni europee. Con la Lega che rischia di essere superata da Forza Italia e un eventuale calo di consensi che potrebbe intensificare le tensioni interne.
Dall’altra parte, il centrosinistra, con un fronte ampio dietro D’amico, punta a una rimonta inizialmente vista come utopica e proclama la sua “unità” con un riavvicinamento tra il Pd di Elly Schlein e il M5s di Giuseppe Conte, impegnati a costruire un’alternativa al governo attuale e speranzosi nel sostegno degli abruzzesi. È nel centrosinistra, fiducioso, che si osserveranno con attenzione i dati di affluenza, con la speranza di guadagnare terreno tra gli insoddisfatti e gli indecisi. Anche nel campo avversario si ritiene che l’affluenza possa influenzare il risultato, seppur di poco.