gestione etica della politica

Nuovo codice etico PD: l’autoregolamentazione inizia dalla Campania

Il Pd campano con Antonio Misiani lancia un piano di regole per i candidati dem. Già sperimentato a Napoli, potrebbe ora diffondersi oltre i confini

Nuovo codice etico PD: l’autoregolamentazione inizia dalla Campania

Dopo le vicende di Bari e Torino, in un momento storico di crescente richiesta di trasparenza e integrità, il Partito Democratico (Pd) della Campania si prepara a introdurre un nuovo codice di autoregolamentazione per i propri candidati. Questo codice, già testato a Napoli, mira a rafforzare la lotta alla corruzione e a garantire una gestione etica della politica.

 

Un codice per la politica pulita 

Il Commissario del Pd campano, Antonio Misiani, e i segretari provinciali hanno delineato un ‘codice di autoregolamentazione’ per i candidati alle amministrative. Questo insieme di regole, che prevede la presentazione di documenti come il casellario giudiziario e il certificato penale, è stato concepito per assicurare candidature irreprensibili e per combattere il malaffare. “Queste regole rigide,” afferma Misiani, “potrebbero essere adottate ovunque si rendano necessarie, da Bari al Piemonte.”

Il documento, che include anche un ‘codice etico’, impone ai candidati di impegnarsi attivamente nella denuncia di qualsiasi tentativo di corruzione o intimidazione. Inoltre, pone enfasi sulla trasparenza amministrativa, sul riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata e sull’educazione alla legalità. La supervisione dell’applicazione di queste regole in Campania sarà affidata al magistrato Franco Roberti, ex Procuratore Nazionale Antimafia.

 

Il caso in Piemonte

Il nuovo codice etico del Pd, arriva anche in seguito della seconda indagine giudiziaria che ha coivolto il Partito Democratico a livello locale. Dopo la vicenda di Bari e la compravendita di voti per 50 euro, la Procura ha aperto un'altra inchiesta che ha sfiorato Raffaele Gallo, capogruppo del Partito Democratico (Pd) in Piemonte, e a seguito della quale ha deciso di ritirare la propria candidatura alle imminenti elezioni regionali e dimettersi dal consiglio regionale. “A tutela della mia famiglia e con rispetto verso il Pd, lascio la mia candidatura e il mio incarico,” ha dichiarato Gallo, sottolineando la sua completa estraneità ai fatti indagati e la sua fiducia nella rapida chiarificazione delle accuse rivolte a suo padre Salvatore Gallo, nell’ambito dell’indagine Echidna.

La situazione di Gallo ha però ripercussioni più ampie, influenzando potenzialmente l’alleanza tra il Pd e il Movimento 5 Stelle (M5s) non solo in Piemonte, ma anche a livello nazionale, in un momento in cui la politica regionale si trova ad affrontare sfide significative e la necessità di rinnovamento. La scelta di Gallo di ritirarsi dalla scena politica, pur essendo estraneo ai fatti, è un esempio di come la politica possa e debba essere condotta con onore, mettendo al primo posto l’interesse della collettività e i principi di giustizia e integrità.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA